L’arca di Noè è stata fatta da dilettanti, il Titanic da professionisti e ogni riferimento ai tecnici in politica è puramente casuale. Due modi per introdurre una riflessione su quello che viviamo, vediamo. Uno molto volgare, siamo sul Titanic appunto, vai al bar, chiedi un whisky con ghiaccio e arriva l’iceberg.
Un modo più sofisticato e credo più utile per riflettere sul tempo che vediamo, che viviamo, è l’Amleto di Shakespeare che dice Time is out of joint, cioè il tempo è uscito dai cardini. E in effetti il tempo che viviamo oggi è molto simile al tempo che è stato vissuto alla metà del passato millennio, nel 500. Nel 500 ci furono quattro fatti rivoluzionari.
Primo, la scoperta dell’America. La scoperta dell’America vede lo spostamento dell’asse geopolitico e economico dal Mediterraneo all’Atlantico, sulle rive dell’Atlantico nascono gli Stati nazione, si formulano e si sviluppano nuove ideologie anche commerciali. Quando ero ragazzo sui libri c’era scritto che lo scisma inglese era dovuto alla scelta del sovrano per andare in seconde nozze.
In realtà le religioni protestanti sono state inventate perché più business friendly della religione cattolica romana che ti segava sui tassi di interesse.
Secondo fatto rivoluzionario, l’invenzione della stampa, la diffusione della stampa nel corso del 500. Il sapere prima era chiuso e controllato nei monasteri, tipo “Il Nome della Rosa”, ed era fonte di potere di controllo per la Chiesa.
Nella montagna incantata Gesuita Nafta dice al massone Sentebrini “il cumulo delle cariche non è vietato”, dice “tutto per noi cambiò quando si passò da Tolomeo a Copernico. E l’origine della scienza moderna è in Cartesio Cogito Ergo sum”.
Terzo fatto rivoluzionario, la prima grande crisi finanziaria diciamo globale.
Il Regno di Spagna fa default sei volte consecutive, perché il tempo di arrivo dei galeoni carichi d’oro e d’argento non coincideva col tempo della scadenza del debito-contratto con i banchieri europei.
Quarto fatto rivoluzionario, la guerra che da Est arriva in Europa. Presa Costantinopoli i turchi musulmani arrivano a Vienna.
Ed è a quell’altezza di tempo che in Lutero e in Erasmo, in separate sedi, appare per la prima volta la parola Europa, il pericolo per l’Europa.
Veniamo ad oggi. Quattro fatti ugualmente rivoluzionari, la scoperta della Cina, si è avverata la profezia di Napoleone “quando la Cina si sveglierà il mondo tremerà”.
In trent’anni la Cina è diventata uguale a quella che è adesso l’America. Io ricordo per tante ragioni al principio degli anni Novanta lo sviluppo di questi ragionamenti. Ricordo Clinton, ancora non presidente, che diceva la Cina è in cammino verso il progresso e la democrazia.
Verso il progresso certamente, verso la democrazia forse no.
Altro fatto rivoluzionario, il passaggio dalla carta alla rete, cioè dire internet. Da cogito a digito ergo sum, per valutare le trasformazioni che avvengono nell’essere umano quando vedi uno col telefonino H24, non è digito ergo sum, ma digito ego sum.
Terzo fatto rivoluzionario, il rischio per la finanza. Pecuniario deriva da pecora, e pecora era la ricchezza del continente.
Pecuniario capitalismo deriva dal fatto che la testa della pecora era impressa sulle prime monete. La pecora è totalmente impazzita. Cioè dire non c’è un rapporto tra la ricchezza reale e la configurazione che ha in questo momento la finanza.
Per tante ragioni. Andiamo un po’ indietro. Nel Fausto di Goethe il sovrano lamenta che non ha soldi per far andare avanti il governo.
Incontra il diavolo, Mephistophele, che gli dice non è necessario che tu abbia l’oro, è sufficiente che tu dica che hai l’oro. E nasce la moneta nella sua prima configurazione, la carta moneta. Poi il sovrano si ravvede, ma non mi pare che attualmente ci sia questo fenomeno di particolare ravvedimento, con estensioni che vanno dalla finanza alla tecnica, dalla tecnica alla politica.
Già allora ti dicevano siamo le repubbliche digitali. Cosa fa uno Stato? Fa le strade e noi facciamo le autostrade informatiche. Cosa fa uno Stato? Fa la democrazia, noi abbiamo l’agorà informatica.
Cosa fa uno Stato alla moneta? Noi faremo la moneta. Molto di quello che sta succedendo è simile a quello che è successo.
Quarto fatto rivoluzionario, la guerra che dall’Ucraina al Mar Rosso arriva sui confini dell’Europa.
Che differenza c’è tra il Cinquecento e il tempo presente? Quei fatti si sono sviluppati nel corso di un secolo. Questi fatti si sono sviluppati in un triade, in trent’anni. E credo mai nella storia dell’umanità un cambio così forte è stato in un tempo così breve.
Nel Cinquecento un cartografo tedesco ha scritto un libro Mundus Furiosus, quindici anni fa ho scritto un libro intitolato Mundus Furiosus, cercando di traguardare il caos che si stava manifestando. Il diritto d’autore dopo cinquecento anni era prescritto, ma devo dire che molto di quello che è stato si manifesta adesso. Ora parlerò di America, d’Europa e d’Italia.
America. Stavo parlando con Maggioni e credo che possa essere in un qualche modo realistico quello che cerco di dire. Due luoghi, Capitol Hill e il Giardino delle Rose.
Capitol Hill è il luogo dove il presidente americano incontra la finanza e la tecnica. Incontra i poteri. Il Giardino delle Rose è il luogo, il giorno dopo, dove il presidente incontra gli operai.
Allora, mettiamola giù così. Nel lontano 1994 esce un libro intitolato “Il fantasma della povertà”. Il ’94 era l’anno del trionfo della globalizzazione, l’anno a Marrakesh del World Trade.
Quel libro diceva, fuori dalla tendenza dominante, che i capitali andranno in Asia alla ricerca di manodopera a basso costo, l’Occidente importerà ricchezza verso l’alto, povertà verso il basso. Ricchezza verso l’alto, Wall Street, Silicon Valley. Verso il basso, la struttura della manifattura.
Se sposti il lavoro alla manifattura in Asia è evidente che hai un effetto di riduzione in America. Questo è stato. Se guardate “Il cacciatore”, il film, voi vedete la fabbrica, la manifattura.
Non c’è più niente. Se leggete il libro del vicepresidente americano, il nonno è alcolizzato, la madre è drogata e lui è volontario in Iraq. Il fantasma ha dormito per 30 anni, si è svegliato, ha votato Repubblicano ed è arrivato alla Casa Bianca.
Ed è quella l’origine della politica sui dazi, nel dialogo che fa “ti daremo indietro quello che ti hanno tolto”. Che sia vero è vero in parte, che sia vero dappertutto e per tutti no. Certamente non è stato un colpo che la manifattura europea ha dato alla classe operaia americana.
Più o meno tutti abbiamo avuto la competizione con la Cina, alcuni sono venuti fuori abbastanza bene, altri evidentemente l’hanno molto sofferta. Che poi sia una politica che funziona, una politica che effettivamente porta a una sostituzione della manifattura in America è tutto da verificare. Ma è certamente vero che in questo momento dai dazi alle terre rare si incrocia un fenomeno che vede gli Stati Uniti d’America al centro, direi anche verso la Cina.
La globalizzazione sta cominciando a presentare anche altri conti. Nuovi territori si sviluppano, nuove tensioni si sviluppano lungo linee di forza che vanno oltre i vecchi luoghi della storia, oltre i vecchi passaggi strategici, dalla superficie terrestre all’atmosfera, dal fondo del mare alle calotte polari. La storia compie una delle sue grandi svolte.
Quasi sempre ci troviamo davanti all’imprevedibile, all’irrazionale, a volte all’oscuro, al violento, non sempre al bene. Già altre volte in mondo è stato governato anche dai demoni. Questo è un libro scritto nel 2007.
Era la prova e la speranza verso l’ipotesi della crisi. La proposta fatta allora in Italia, dopo la crisi, fu quella di rifare Bretton Woods dell’atto delle norme. Il governo italiano propose il cosiddetto global legal standard.
L’idea era “non puoi vivere in un mondo in cui l’unica regola è che non ci sono regole”, devi passare dal free al fair trade. Quel codice fu presentato all’Ocse, fu votato dall’Ocse. Lo presentai alla scuola centrale del Partito Comunista cinese a Pechino e allora era la linea su cui si poteva in qualche modo concordare.
Credo che possa essere anche questa un’alternativa, il passaggio dal free al fair trade, un qualche tipo di equilibrio. Su questo sono abbastanza non ottimista, ma un’ipotesi potrebbe essere questa.
Europa. Io credo che le sorti dell’Europa cambiano nel 1992 con il trattato di Maastricht. Se guardate coincide nel 1994 World Trade, nel 1992 in anticipo il trattato di Maastricht, che chiude la fase iniziale ed eroica e inizia la fase nella quale l’Europa si proietta nel mondo che è cambiato dopo caduto il muro di Berlino. Nel trattato di Maastricht una cosa è assolutamente positiva, altro è stato molto meno positivo.
Di positivo la moneta. Per inciso, mi accusano sei contro l’Europa. La proposta di fare la banconota da un euro. Era contro l’euro o a favore dell’euro? Come il dollaro. Gli europeisti dissero no, basta la monetina. In realtà credo che fosse allora un piccolo errore.
Il grande errore fu sulle regole di mercato. Cioè a dire, il mondo si unificava nel mercato e i nostri padri, io ricordo, quelli europei, ti dicevano l’Europa se è unificata al suo interno sul mercato diventeremo il modello per il resto del mondo. Questa è l’origine della normativa, della legislazione fatta in materia di mercato.
Un delirio di regole relative all’antitrust, al divieto di aiuti di Stato, un sviluppo progressivo e continuo. Grosso modo a oggi le regole sono lunghe 387 chilometri lineari. Le nostre imprese costrette a competere con imprese che non avevano queste regole.
L’idea era nella serra dell’Europa coltiviamo il mercato ma da fuori della serra ti buttavano i sassi e ti sfondavano. Le nostre imprese costrette a competere con imprese che non avevano il mercato. Le regole sul mercato non avevano il divieto di aiuti di Stato, non avevano l’antitrust.
A Pechino non ho mai visto la targa antitrust, per la verità ormai non si vede più neanche a Washington. E quello è l’errore che ha progressivamente spiazzato l’Europa. Oggi forse per il fatto della guerra in un qualche modo dei cambiamenti si vedono, si sentono e io credo sia un’ipotesi positiva.
La cosa curiosa è che in contemporanea e anche ieri e credo oggi a Bruxelles si parla di riarmo, di armamenti e questo è assolutamente positivo, si comincia a discutere sul suicidio assistito dell’auto europea, forse degli errori che sono stati fatti, però la cosa che è curiosa è che si continua con la vecchia logica. A proposito di veicoli, il 10 settembre è stata approvata una normativa europea in materia di giocattoli cavalcabili, veicoli a tre ruote per bambini, questo ti dà l’idea. Io penso che su questa ipotesi comunque, adesso si parla di armamenti, mettiamola giù così, nel lontano 2003, semestre di presidenza italiano, viene fatta l’ipotesi degli aerobond per la difesa e la ragione era, ce lo dicevano dagli Stati Uniti, gli oceani sono due, il Pacifico e l’Atlantico, sul Pacifico dobbiamo investire, sull’Atlantico dovete cominciare anche voi a investire.
E fu l’origine dell’idea degli aerobonda, ricordo che la discussione fu molto interessante nel Parlamento europeo, i socialisti dicevano può essere perché è keynesiana, i popolari dicevano può essere perché è colbertiana, la commissione Prodi disse assolutamente no e bloccò tutto, ma la formula, la valutazione più intelligente fu fatta dal cancelliere inglese che disse, io voto comunque, sono contro, perché questo è nation building, e cioè aveva capito che l’idea dell’emissione di aerobond per la difesa comune era il principio della costruzione di un’Europa confederale, e questo sta via via sviluppandosi, io credo che sia questa la formula a cui arriveremo. Faccio un esempio, l’Airbus è l’aereo più bello del mondo, e quindi non è detto che l’Europa pur articolata e divisa non possa unificarsi in questi termini.
Italia, io non vorrei parlare più di tanto, dato il tema di questo convegno, ricordo un fatto, la scelta di trasformare la Cassa dei depositi e prestiti da ente pubblico in società per azioni, era una scelta politica, non era una scelta tecnica, per inciso, era il prezzo portato a casa, la Commissione e la banca volevano mettere le sanzioni alla Germania e alla Francia, già in deficit eccessivo, uno scuro avvocato italiano dimostrò che non c’era il presupposto per le sanzioni, e portò a casa il voto a favore, nella sede degli uffici statistici, il voto per lo spostamento della Cdp dall’area pubblica a Market Union, come la Kfw tedesca, come la Cassa dei depositi francese, e quella era l’idea di fare qualcosa che correggesse il Britannia, era l’inversione di tendenza, tanto il Britannia è stato, abbiamo tra l’altro privatizzato ciò che doveva essere detenuto, l’opposto di quello che è stato fatto in altri Paesi, ma direi che è una storia su cui prima o poi verranno fuori, ma fondamentalmente l’idea era tornare alla combinazione tra pubblico e privato, la combinazione possibile, nelle varie forme possibili, del pubblico con il privato.
Un episodio, andando molto indietro nel tempo, pur essendo io anziano non c’ero, pensate cosa è stata la Ina Casa, l’Ina Casa ha marcato una trasformazione sociale ed economica di questo Paese, direi una trasformazione molto positiva e importante, e cos’era l’Ina Casa? La combinazione tra pubblico e privato, tra capitale dello Stato, pubblico e risparmio dei lavoratori, e credo che quella sia la traccia sulla quale è cambiato tutto, e cambiando tutto si debba e si possa andare avanti.
Un ultimo punto, una spot di propaganda, ho fatto una sola proposta di legge, che è ancora ferma, ma credo che sia arrivato il momento di parlarne. 40 anni fa ho inventato l’8 per mille, 20 anni fa il 5 per mille, adesso è arrivato il momento per mobilizzare e utilizzare la enorme massa di risparmio e di disponibilità che c’è per il finanziamento di attività di pubblico interesse. Il welfare è dalla culla alla tomba, entra in crisi perché ha poche culle e poche tombe, all’autunno demografico, posso verporsi anche un autunno democratico, perché se hai soldi non hai problemi, se non li hai non la prendi esattamente bene.
Un elemento positivo è quello che deriva, e lo vedi, nella disponibilità sociale estremamente rilevante per fare del bene. Non voglio sembrarvi berlusconiano, guardate la televisione, è un continuo di spot di annunci di pubblicità sui lasciati, sul 8, sul 5, c’è non solo in Italia, anche in altri paesi, devo dire anche nelle tecniche, nelle discussioni che si fanno nel sistema bancario europeo, c’è questa notevole, chiamiamola, grande eredità. In Germania c’è un milione di anziani che non hanno eredi ma hanno patrimoni.
Credo che dati non diversi siano anche da noi, l’idea che si possa costruire, ma questo è compito dei corpi sociali, dei corpi economici, delle strutture, qualcosa che ripeta l’esperienza che è stata fatta con i 5 prima e ancora con l’8 per mille, in una logica di denaro per il bene pubblico e per il bene comune. La proposta in Parlamento non l’abbiamo ancora sviluppata, è già firmata, però io credo che quello possa essere nei prossimi mesi un elemento di un discorso più vasto che è, come comunque ho cercato di dire, Cassa depositi e altro.
Grazie