di Ferdinando Boccia
I primi venticinque anni del ventunesimo secolo rappresentano un tempo breve nella storia globale, ma segnato da eventi che, intrecciandosi tra loro, hanno ridefinito profondamente il mondo che conosciamo. Cambiamenti climatici, evoluzioni demografiche, rivoluzioni digitali e tensioni geopolitiche hanno trasformato l’economia, il lavoro e la nostra stessa percezione del futuro.
I modelli del passato non bastano più: servono nuove chiavi di lettura e nuove forme di resilienza. In un contesto in cui ogni scelta locale assume una portata globale, la capacità di capire e governare il cambiamento diventa la vera misura del progresso.
Questo scenario in continua evoluzione è al centro del Forum in Previdenza 2025, un’occasione per riflettere insieme su come la rapidità delle trasformazioni sociali e demografiche imponga di ripensare priorità, strategie e strumenti. Stiamo vivendo una rivoluzione silenziosa: il calo della natalità, l’invecchiamento della popolazione e l’allungamento dell’aspettativa di vita stanno modificando bisogni, stili di vita e sistemi di welfare, generando nuove pressioni e nuove responsabilità.
Abbiamo compreso che la sostenibilità non si misura solo nei conti, ma nella capacità di un sistema di essere vicino alle persone; che la previdenza è anche un valore culturale; e che il legame tra generazioni è il fondamento di ogni società che voglia guardare avanti con fiducia. Nessuna riforma può essere efficace senza un dialogo costruttivo tra Istituzioni, Casse di Previdenza e professionisti, giovani e senior.
Oggi, di fronte a sfide globali che ridefiniscono il lavoro, la demografia e la finanza, dobbiamo tornare a “guardare lontano”, costruendo strumenti previdenziali flessibili, capaci di accompagnare carriere sempre più discontinue, investendo sull’educazione previdenziale, perché la consapevolezza è la prima forma di tutela e, infine, mettere la persona, l’iscritto, la sua famiglia al centro, non come numero in un sistema, ma come storia, progetto, futuro. “Dialoghi per guardare lontano” quindi non è solo il titolo di un incontro: è un metodo, un invito, una visione. Dialogare significa ascoltare, confrontarsi, costruire insieme. Guardare lontano significa non fermarsi all’oggi, ma immaginare il domani con coraggio e realismo.
In questo quadro, la Cassa dei Dottori Commercialisti non può limitarsi a osservare le trasformazioni: deve anticiparle, interpretarle e assicurarne la sostenibilità, tutelando il benessere della categoria e il futuro previdenziale degli iscritti. La stabilità di domani dipende dalle scelte di oggi, soprattutto per i giovani che avviano la loro professione in un contesto competitivo, digitalizzato e demograficamente fragile. Il cambiamento, se governato, può diventare una risorsa preziosa. Ogni trasformazione sociale, economica o tecnologica apre nuove possibilità per innovare, rafforzare il sistema e costruire un futuro più solido e più giusto. Leggere il presente, anticipare le tendenze e accompagnare gli iscritti in tutte le fasi della vita professionale è il compito che ci assumiamo con responsabilità.
I prossimi anni richiederanno scelte coraggiose e una visione di lungo periodo. La Cassa Dottori Commercialisti è pronta a esercitare questo ruolo, forte di un impegno che unisce tradizione e innovazione. Stiamo investendo nel dialogo con le università e con le nuove generazioni, perché la formazione e la conoscenza sono la prima forma di tutela in un mondo in trasformazione.
Guardiamo al futuro con determinazione e fiducia: le sfide sono molte, ma altrettante sono le opportunità. Accompagnare gli iscritti, proteggere la professione e rafforzare la coesione intergenerazionale significa costruire oggi le condizioni per un domani più sicuro, più equo e davvero sostenibile.







