Mare’: “Più comunicazione sui criteri “. Camporese: “Non siamo all’anno zero”

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“Le politiche di investimento sostenibile e responsabile degli investitori previdenziali”, questo il titolo della ricerca targata Forum per la finanza sostenibile e Mefop, presentato  a Roma. Un focus che fa eco alla nona edizione del Benchmark Responsible Investment by Pension Funds in Olanda, che punta l’attenzione sui criteri che dovrebbero essere adottati per un investimento sostenibile e responsabile. Quali sono? Ambientali ma anche sociali e di governance. I risultati del report non sono soddisfacenti soprattutto per quanto riguarda la comunicazione che meriterebbe una attenzione maggiore secondo il presidente Mefop, Mauro Marè.

“Lo studio mette, infatti, in evidenza che anche i soggetti previdenziali  che li utilizzano non li comunicano né al pubblico né ai propri iscritti. Quindi c’è molto da fare. Il processo di due centri di credito del Mef sugli investimenti nell’economia italiana  – sostiene ai nostri microfoni Marè – possono certamente essere un’occasione da non perdere sia perchè stimoleranno l’investimento di Casse e  dei Fondi verso l’economia italiana sia  perché potranno essere usati per rinforzare, diffondere ed adottare questi criteri”.

Istituzioni, Casse di previdenza, Fondi, Mefop con i suoi studi e “suggerimenti, cosa possono fare insieme?

“Si può fare molto perché tutti gli investitori che cercano di contribuire a rendere il risparmio previdenziale, sia di primo sia di secondo pilastro, più stabile, più efficiente e soprattutto nel lungo periodo più sicuro possono e devono lavorare insieme. Reputo un punto fondamentale il contributo che tutti gli investitori  istituzionali possono dare come italiani. Primo perché se pensiamo ai processi di privatizzazione degli altri Paesi, la scarsa presenza di investitori istituzionali nel nostro Paese è stato un handicap importante. Due,  in presenza di un mondo  dove  il flusso di risorse dal settore bancario è notevolmente ridotto, la presenza di investitori istituzionali che sottolineo volontariamente si dichiarano disponibili ad investire dove vorranno e secondo le condizioni che vorranno, può essere un elemento fondamentale  per far ripartire la crescita, l’economia italiana e per diffondere maggiormente questi criteri di good governance che sono molto importanti”.

Al dibattito ha partecipato anche il Presidente dell’adEPP, Andrea Camporese.

Presidente, durante il convegno è stato presentato uno studio sulle politiche di investimento sostenibile e responsabile degli investitori previdenziali con un focus  sia sulla Comunicazione sia sulla Trasparenza . In tema di Trasparenza, nello studio si legge…. gli investitori previdenziali dovrebbero fornire informazioni trasparenti in merito ai criteri, alle strategie nonché ai risultati inerenti alle politiche di investimento sostenibile adottate (Legge n.243 del 2004 e D.lgs. n. 252 del 2005). Dall’analisi dei questionari, risulta particolarmente alta la percentuale di Enti che non divulgano la propria politica SRI… ma non solo. Nel report si parla di strategie e politiche di medio-lungo periodo che dovrebbero, in qualche modo, trasformare l’investimento in valore sia per l’investitore stesso sia per la società nel suo complesso.

“L’individuazione di criteri di investimento di natura etico e sostenibile, la capacità dell’industria finanziaria di produrre prodotti che abbiano all’interno valutazioni serie in questo senso, la nostra capacità di crescere culturalmente sia all’interno delle nostre strutture sia verso la  comunicazione esterna, tutto questo deve essere fatto insieme e non ha nulla a che fare con dichiarazioni di principio che a volte possono fare bella figura  ma che non hanno nessun interesse collettivo”.

Sia sulla Trasparenza sia sulla Comunicazione, il Sistema Adepp ha già tracciato un cammino?

Sì, si,  il percorso è  iniziato, va spinto avanti, va validato, in particolare sulla comunicazione abbiamo fatto moltissimo, abbiamo lavorato nei singoli Enti, nell’Adepp, però quando si innesta il tema della comunicazione generale sul tema della finanza etica c’è una specificità molto particolare che necessita di una crescita culturale nostra, dei nostri iscritti e del nostro Sistema. Non siamo certo all’anno zero, possiamo andare avanti