Dal welfare day al welfare della Cassa del notariato

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di Antonio Caputo

Vice Presidente della
Cassa Nazionale del Notariato 
Com’è noto il Notaio  è  un’istituzione dello Stato che presta un pubblico servizio prima come dovere e forse con qualche diritto malinteso come privilegio.
L’incontro che ci occupa è lodevolmente organizzato dalla compagnia di assicurazione-mutua RBM a cui la Cassa Nazionale del Notariato ha affidato (a seguito di esperimento di pubblica gara con evidenza europea) uno dei suoi servizi assistenziali nei confronti dei propri iscritti (notai pensionati, notai in esercizio, rispettivi familiari nonché gli stessi dipendenti dell’Ente e loro familiari).
La nostra esperienza di erogazione del servizio polizza sanitaria viene da lontano: da sempre la Cassa NN ha a cuore (essa stessa è il cuore del notariato) un welfare a 360 gradi.
Iniziando dall’assegno d’integrazione del repertorio (indice della quantità di lavoro di ciascuno di noi) in favore dei notai che devono assistere sedi disagiate, passando all’aiuto in favore dei giovani notai, che devono aprire uno studio adeguato e costoso per svolgere il pubblico servizio, la Cassa NN  giunge  ad erogare, tra le  altre forme assistenziali, anche  la polizza sanitaria, oramai da tempo.
Ovviamente nel tempo presente, di crisi anche per i notai (del che vedasi calo repertoriale  registrato in dati ufficiali  della Cassa NN tra il 2007 e 2015,  che sfiora il 50% a livello nazionale), non è stato semplice mantenere l’equilibrio tra le entrate contributive e le prestazioni previdenziali (obbligatorie per legge e per statuto) e, a maggior ragione, le prestazioni assistenziali (facoltative per statuto).
In tale contesto, già pesante, siamo riusciti a far fronte alle dette esigenze “sentite da sempre” attraverso un aumento (autotassazione essendo a carico del professionista e non in aggiunta alla parcella che paga il cliente)  della percentuale di contribuzione alla Cassa su parametri repertoriali stabiliti dal Ministero della Giustizia per ciascun tipo di atto e in proporzione al suo valore.
Ovviamente abbiamo fatto e stiamo facendo “i salti mortali ” con sacrifici personali, nel  silenzio o, peggio, con  travisamento della stampa e degli altri organi di comunicazione che privilegiano errati quanto superficiali luoghi comuni.
Ciò detto è bene sottolineare  l’importanza di un welfare inteso come tutto tondo, rivolto non solo agli “attivi” ma anche a coloro che sono cessati dal servizio, ai coniugi superstiti, ai familiari inabili, ed ai familiari conviventi.
Certamente se lo  Stato riconoscesse una fiscalità più equa nei confronti dei  Enti  Previdenziali dei Liberi professionisti, c.d. Enti privati ma con una missione pubblica (v.art. 38 Costituzione) e di primo pilastro, ma  penalizzati con doppia imposizione, potremmo investire di più nel welfare e, quindi, nella
sanità.
Occuparsi della sanità alleggerisce lo Stato,  essendo la sanità un compito gravoso e costoso che pesantemente incide sul deficit pubblico.
Il notariato svolge spesso compiti noti e non noti nel convincimento di un dovere, quasi militare, sentendosi corpo dello Stato.
E però, a volte, pare che lo Stato crei i “marines ” per rendere facili le “sue” cose difficili e poi,  e poi invia l’esercito o l’aviazione a dargli contro o peggio autorizza di sparargli alle spalle.
Ma questa è un’altra storia, qui noi dobbiamo, militarmente, attenerci al welfare sanitario.