Oliveti: “Gli investimenti delle Casse portano ai loro iscritti un 3 per cento netto”

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I contributi versati alle Casse di previdenza dei professionisti hanno reso in media il 3,7% lordo. Il dato è stato illustrato durante la presentazione del rapporto AdEPP sugli investimenti degli Enti di previdenza privati. Nel corso del 2016 infatti le Casse sono passate da 75,5 miliardi di euro di patrimonio a 80 miliardi. L’incremento è dovuto in parte al saldo positivo tra contributi e prestazioni e per il resto è attribuibile alla buona gestione degli investimenti.

“In un Paese dove il sistema pensionistico è sotto pressione, gli investimenti delle Casse private portano ai loro iscritti un 3 per cento netto – dice il presidente dell’AdEPP Alberto Oliveti –. Se fossimo residenti altrove in Europa non avremmo dovuto pagare mezzo miliardo di imposte e il risultato avrebbe potuto sfiorare il 3,7 per cento”.

L’introduzione innovativa della detassazione integrale sui Pir istituzionali ha portato allo stesso tempo all’abbandono dei crediti d’imposta concessi alle Casse nel 2015 e nel 2016. Quest’anno quindi, nelle more della piena applicazione operativa di questo positivo strumento di incentivazione all’investimento in economia reale, le tasse per gli Enti di previdenza privati saranno maggiori rispetto all’anno precedente di almeno 30 milioni di euro, cioè quanto prima veniva risparmiato in virtù dell’applicazione del credito d’imposta.

“Registriamo una volatilità legislativa che ci rende difficile prendere decisioni di investimento basate sull’evoluzione della specifica normativa promossa dalle istituzioni – osserva Oliveti – .Vengono emanati dei provvedimenti che nell’immediato rischiano di produrre effetti opposti a quelli auspicati”.

La detassazione degli investimenti in economia reale prevista dalla legge di bilancio per il 2017 sulla scia dei Pir si applica  agli Enti di previdenza che investano fino al 5% delle proprie risorse all’interno di un perimetro stabilito e che detengano questi investimenti per almeno cinque anni. L’obiettivo era di incentivare l’iniezione di risorse nelle imprese e di garantire loro una stabilità di lungo periodo. Ma il rapporto AdEPP mostra che le Casse hanno superato questa soglia (solo nelle azioni di area euro hanno investito il 6,75% del capitale complessivo). Secondo l’interpretazione attuale, quindi, non potrebbero avere alcuna detassazione perché le operazioni sono state fatte prima dell’entrata in vigore della legge.

“Appare paradossale che se decidessimo di vendere 5,4 miliardi di azioni, ricomprandole  successivamente avremmo diritto all’agevolazione piena, pur avendo agito nel senso opposto all’obiettivo del legislatore”, osserva il presidente dell’AdEPP.

Guardando più in generale la composizione del portafoglio complessivo delle Casse dei professionisti, il rapporto AdEPP evidenzia che la quota di immobiliare continua a scendere (toccando il 23,8% a fine 2016), mentre salgono gli investimenti azionari (che sfiorano il 16%). Resta sostanzialmente stabile la componente obbligazionaria (35%).

Da notare che la maggioranza delle risorse degli enti dei professionisti è allocata in Italia (59%).

Roma 23 novembre 2017