Pensioni. La Corte dei Conti e la Riforma Fornero

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La Riforma Fornero? Quasi impossibile una revisione. Ad ipotizzare uno stop a quantiprospettano una revisione corposa se non l’abolizione delle legge Fornero questa volta è la Corte dei Conti.

“L’ insieme delle evidenze oggi disponibili  – si legge nella relazione annuale sul coordinamento della finanza pubblica presentato alla Camera giovedì scorso – e soprattutto le proiezioni di lungo periodo spingono a ritenere che sono stretti se non del tutto esauriti, gli spazi per ulteriori attenuazioni degli effetti correttivi della legge Fornero, a meno di un ripensamento complessivo del sistema previdenziale”.

E la Corte dei Conti si spinge oltre affermando che “specie in campo previdenziale, le politiche pubbliche dell’oggi influiscono sulla spesa di domani” e che “è cruciale non creare debito pensionistico aggiuntivo”.

La gestione di tutto il Sistema, quindi, per la Corte dei Conti va valutata con estrema attenzione tenendo ben conto di un altro fattore importante che andrà ad incidere su tutto il Bilancio dello Stato che  “sarà fortemente condizionato dall’invecchiamento della popolazione e dalle modifiche della struttura demografica. Un fenomeno che potrebbe avere effetti sulla spesa per la protezione sociale, previdenza-assistenza-sanità, più acuti di quanto finora atteso”.

E i numeri parlano chiaro. Lo scorso anno la spesa per prestazioni sociali è cresciuta dell’1,7%. Sono cresciute dell’1,2% le prestazioni pensionistiche, del 3,4% le altre prestazioni sociali.

La riforma Fornero “è stata brusca, ma è la virulenza della crisi sovrana che l’ha imposta – sottolinea la Corte dei Conti – la minore incidenza della spesa in rapporto al Pil derivante dagli interventi di riforma a partire dal 2004 ammonta cumulativamente a 60 punti percentuali fino al 2050, un effetto che è da ascrivere in misura importante proprio alla riforma Fornero”.

Ed ancora. “Nel settore pensionistico il nostro Paese ha realizzato negli ultimi lustri un aggiustamento rimarchevole. Ogni elemento di possibile flessibilizzazione dell’attuale sistema dovrebbe contemplare compensazioni in grado di salvaguardare la sostenibilità finanziaria di lungo periodo”.

Da qui il suggerimento della Corte dei Conti di mettere in campo “azioni in grado di favorire un aumento del tasso di natalità, di stimolare la partecipazione al mercato del lavoro, di rafforzare la dotazione di infrastrutture materiali e immateriali”.