“La crisi? Colpa anche della finanza oscura”

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Sono  le prime batture del presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti,all’apertura dell’88esima giornata mondiale del risparmio. Nellla sua relazione durata quasi 2 ore, Guzzetti attacca chi specula e chi è responsabile della situazione drammatica del nostro Paese, chi dice falsità sul ruolo delle fondazioni bancarie e non risparmia neppure la trasmissione Report per aver detto “falsita con grossolane mistificazioni”. Precisa che “siamo azionisti di minoranza e non abbiamo mai influenzato la politica di acquisizioni della Cassa”.

“Lo scenario economico con cui oggi ci confrontiamo ha ancora tonalità decisamente poco favorevoli. Per la seconda volta nell’arco di pochi anni, il nostro Paese si trova immerso in una grave recessione, destinata a prolungarsi anche a gran parte del 2013. Nell’ultimo dopoguerra e’ la prima volta che due recessioni si susseguono a cosi’ breve distanza nel tempo”, sostiene il presidente dell’Acri che aggiunge: “Ritengo che non dobbiamo pensare che il riavvio di un processo di crescita in Italia, possa venire solo da alcune grandi opzioni politiche decise a livello centrale: innovazione, liberalizzazioni, semplificazioni, infrastrutture, formazione, capitale umano d’eccellenza, ricerca. Solamente se queste scelte decise a livello centrale, riusciranno a raccordarsi con le scelte fatte dalle comunita’ e dalle istituzioni sui territori potranno avere efficacia per la crescita del Paese”.

E arriva la proposta del governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco: “Le banche italiane devono contenere gli organici e i costi del personale ma anche agire sui compensi dei dirigenti e degli amministratori». Visco ha poi  sottolineato come la Banca d’Italia stia esaminando «con attenzione le banche che hanno registrato un aumento e approfondimenti sono in corso sui meccanismi di determinazione delle componenti variabili». Il governatore ricorda poi che quando un manager lascia il gruppo, gli amministratori devono assicurare «l’efficacia» delle norme che impongono come parte dei compensi sia erogata nel tempo e soggetta a «clausole di recupero».

E poi punta il dito contro un’economia che cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate, la crescita frena ulteriormente». Il governatore ha ricordato come «la formazione di risparmio in Italia, a lungo fra le più alte del mondo avanzato, sia in calo da oltre un ventennio». La quota risparmiata del reddito nazionale è ora inferiore alla media Ue, sotto il 17%, circa 4 in meno rispetto alla prima metà dello scorso decennio. Sono soprattutto le famiglie a essere colpite a causa della caduta del loro reddito disponibile negli ultimi 5 anni mentre in Germania e Francia questo è salito, sebbene a ritmo contenuto.

Ed infine è toccato al Mnistro dell’economia, Vittorio Grilli, chiudere la mattinata e rispondere alle richieste di risposte certe . Siamo o non siamo fuori dal tunnel? La luce si intravede o siamo ancora nel buio più completo? “L’impegno del Governo e’ stato quello di rimettere i conti in ordine per ridare certezza agli investitori. La riduzione del debito pubblico  – sottolinea il ministro “oltre che attraverso il pareggio di bilancio che deve realizzarsi anche a livello locale, passa anche attraverso un programma serio di dismissione del patrimonio pubblico con decisioni a brevissimo”. “Per riportare gli investitori in Italia” – sottolinea Grilli “dobbiamo riaccreditarci come un Paese sicuro e corrispondere un rendimento adeguato e questo passa per una riforma del nostro sistema economico. Bisogna ridare fiducia agli investitori”.

“La prima sfida che abbiamo di fronte é quella di stabilizzare l’economia e i mercati per ridurre le ansie e le paure rilanciando il risparmio e la fiducia nel futuro. L’Italia non è la periferia dell’Europa, è il cuore dell’Europa, uno dei 6 paesi fondatori, uno dei quattro paesi principali dell’area euro. Non c’è possibilità di ricostituire la fiducia nell’area dell’euro se non c’è fiducia nell’Italai”.

“Se si fanno le cose per bene e con serieta’, con l’azione profonda di riforma della nostra economia, della pubblica amministrazione, attraverso la riduzione dei confini e dimagrendola attraverso fasi di spending review, se continuiamo ad affrontare con serieta’ il problema dell’evasione fiscale e, in questo senso, rendere il nostro sistema piu’ ampio come base imponibile e piu’ equo, i risultati di questi sforzi si possono vedere. La legge di stabilita – ha concluso Grilli – è un piccolo passo ma se continuano in questo sforzo possiamo iniziare un percorso di riduzione fiscale nella nostra economia”.