Piano Juncker, tutto rinviato

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I capi di Stato e di Governo, in attesa di capire che forma prenderà il nuovo fondo Efsi, hanno preferito stare fermi ancora per qualche settimana. E anche su altri punti legati agli investimenti non sono arrivate le aperture auspicate dalla Commissione alla vigilia: è accaduto sulla flessibilità, ma anche sui problemi legati alla programmazione dei fondi Ue 2007-2013.

Sul fronte del piano di investimenti, infatti, c’è stato solo un primo giro di pareri e poco più tradendo le aspettative dello stesso Juncker che aveva già fatto i conti con le eventuali entrate .da parte dei paesi membri, per aumentare il plafond di 21 miliardi. Sono, invece, arrivate solo parole e non sono nemmeno state prese decisioni sul funzionamento materiale delle strutture che regoleranno l’Efsi, il veicolo del piano.

Le conclusioni chiedono “l’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti strategici in seno al gruppo Bei al fine di mobilitare 315 miliardi di euro in nuovi investimenti tra il 2015 e il 2017”. Ma non dicono come fare a procedere praticamente. I dettagli saranno meglio elaborati dall’esecutivo nel mese di gennaio e, poi, ridiscussi da un nuovo vertice a febbraio. L’idea è di partire, se tutto andrà bene, entro la metà dell’anno. Dall’inizio del 2015 la Bei potrà cominciare a lavorare sugli investimenti (come peraltro già fa) ma con fondi propri.

“Il Consiglio europeo – si legge – prende atto della posizione favorevole espressa dalla Commissione riguardo a detti contributi di capitale nel quadro della valutazione delle finanze pubbliche ai sensi del patto di stabilità e crescita, necessariamente in linea con la flessibilità insita nelle norme vigenti di detto patto”.

E, sempre sul fronte delle risorse europee, non è arrivata nessuna decisione che possa aiutare a sciogliere il problema della programmazione 2007-2013, in ritardo in diversi paesi. “La Commissione – spiegano le conclusioni – lavorerà a stretto contatto con gli Stati membri interessati per trovare soluzioni al fine di ottimizzare l’uso degli impegni di cui al periodo del 2007-2013 e riconosce che, negli anni a venire, è auspicabile realizzare progetti a lungo termine avvalendosi della flessibilità delle norme vigenti”. Sulle modalità, però, non si dice nulla.