Forum dei Commercialisti. Camporese: “Sguardo attento sulla tassazione e sul welfare”

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“Si presenta inarrestabile la nuova competizione, è stata decisa la possibilità di operare in Stati diversi riducendo al minimo le barriere burocratiche tramite l’emissione della tessera professionale europea: in sostanza arroccarsi non serve a nulla, ma porsi almeno due domande è un obbligo, non corporativo”, così il Presidente dell’Adepp, Andrea Camporese,  su Il Sole 24 ore presentando il forum organizzato dalla Cassa dei Commercialisti.

Camporese, infatti, nel suo intervento parte dall’Europa e scrive…”A Bruxelles si va formando lo schema competitivo delle professioni nel mercato unico europeo, in quella sede si discute di qualifiche professionali, di accesso ai fondi, di investimenti di lungo periodo, di riconoscimento transnazionale dei titoli di studio. Se aggiungiamo l’influenza forte delle nuove tecnologie sulla natura stessa delle professioni, le enormi problematiche legate ai differenti sistemi di tassazione della previdenza e la necessità di definire un nuovo e comune ambito di welfare, il quadro è sufficientemente chiaro per meritare una osservazione molto attenta da parte del Governo, dei Ministeri, degli Enti previdenziali privati”.

E poi rilancia ponendo le domande. “La prima. Può esistere una competizione virtuosa se le condizioni di partenza, in termini di tassazione generale e previdenziale, rimangono enormemente diverse? La risposta è assolutamente no, con tutto ciò che comporta in termini di distorsione del mercato e di danni a carico dei professionisti italiani. La seconda domanda riguarda la tutela del servizio ai cittadini. E’ possibile garantire una prestazione professionale certa, nel rispetto di normative e regolamenti, in presenza di una concorrenza aggressiva e senza regole forti condivise? Ancora una volta non si tratta di difendere a prescindere i redditi di cittadini professionisti, che comunque hanno raggiunto titoli di studio e superato esami di Stato, ma di capire qual è la posta in palio”.

E a Camporese fa eco il Presidente della Cassa dei dottori commercialisti, Renzo Guffanti, che rilancia: “Nella complicata coniugazione di un futuro previdenziale per molti incerto ed un passato ancor oggi garantito e generoso, qual è la previdenza che ci aspetta? Noi partiamo da un attivo patrimoniale di 5,8 miliardi, nel 2014 i rendimenti hanno fruttato 215/220 milioni mentre per le pensioni abbiamo pagato 235/240 milioni, quindi i nostri rendimenti corrispondono al 91% delle pensioni che versiamo. Quasi tutte le entrate quindi vengono acquisite a nuova riserva. In merito agli iscritti, invece, da 62mila passiamo a 64mila, i professionisti neoiscritti sono circa 2.500 e non tutti sono neo laureati ma c’è anche chi è uscito dal mondo del lavoro dipendente e grazie all’abilitazione ha scelto di intraprendere la libera professione. Un fenomeno che ha stupito anche noi perché, dato il calo dei tirocinanti, avevamo preventivato anche un calo degli iscritti. Da questi 2.500 vanno però sottratti circa 300 professionisti che nell’arco dell’anno si sono cancellati dall’albo o hanno chiuso la partita Iva e per i quali è venuto meno l’obbligo di iscriversi alla Cassa. Cresce il numero di donne che sceglie di diventare dottore commercialista, se anni fa il rapporto era di 30 donne ogni 100 iscritti, tra le nuove leve le donne superano in numero i colleghi maschi. Un fenomeno curioso è relativo ai redditi, sia quelli degli uomini, sia quelli delle donne vanno crescendo, data però la differenza che ancora esiste tra i due generi (mediamente gli uomini guadagnano il 30% in più) a livello medio il reddito è rimasto praticamente invariato”.