Liberi professionisti e bandi. Dalla Vicari a Tajani, cosa ne pensa la Politica

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Tralasciando chi si prende l’onore di aver portato a casa il comma 474 oggi 821 per il cambio  numerazione dovuto al passaggio in Senato, riportiamo le dichiarazioni di chi ha fatto proprie, sia a livello europeo sia a livello nazionale, le istanze presentate dai liberi professionisti, ripercorrendo, insieme, i passaggi che hanno portato a quella che il presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, definisce: “l’atto ufficiale che afferma il valore sociale ed economico dei liberi professionisti”.

Per restare in casa, è la sottosegretaria al Ministero dello sviluppo economico, Simona Vicari, a rilasciare la prima dichiarazione istituzionale. “E’ stato confermato il buon lavoro fatto in Senato dal gruppo Area Popolare. Tutte le partite Iva, professionisti, autonomi e free lance, potranno accedere ai fondi europei. E’ prevista, infatti, l’equiparazione dei liberi professionisti alle Pmi, per quanto concerne l’accesso ai Fondi strutturali e relativi Piani Operativi Regionali e Nazionali nella programmazione 2014 – 2020. Il fattore decisivo sarà l’attività economica esercitata e non più la forma giuridica. Il risultato raggiunto rappresenta un successo per il Governo e per il Mise che, con il tavolo competitività delle libere professioni, da me istituito, ha sostenuto con azioni concrete le libere professioni ordinistiche e non che rappresentano il 13% del Pil nazionale”.

Il tavolo di cui parla la Sottosegretaria si riunisce la prima volta il 15 aprile scorso. “In un momento storico in cui la circolazione di beni e servizi risulta accelerata dal processo di rafforzamento di un mercato unico europeo e globalizzato, dall’impatto delle nuove tecnologie, non appare possibile tralasciare – dichiarò l’allora presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese –  qui in Italia, una visione moderna e competitiva delle libere professioni. E’ inoltre necessario che il Gruppo di lavoro coinvolga le altre Amministrazioni centrali interessate ai temi individuati  come la rimozione delle barriere burocratiche che ostacolano l’attività economica dei professionisti ed aumentano gli oneri amministrativi connessi all’attività professionale, la facilitazione all’accesso al credito agevolato e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, all’uso delle ICT. Dobbiamo mettere i nostri iscritti nelle condizioni di poter far fronte alla concorrenza transnazionale tenendo presente che il settore dei servizi rappresenta il 70% del PIL europeo e dunque è indispensabile agevolare la mobilità dei professionisti italiani in Europa e nel Mondo, anche attraverso servizi di promozione e il riconoscimento delle qualifiche mediante procedure più veloci, semplici e chiare”.

Indubbio che il comma appena approvato vada in questa direzione, così come è indubbio che rispecchi quanto più volte dichiarato, anche recentemente durante il convegno organizzato da Adepp il 20 novembre scorso,  dal Vice Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Sua la dichiarazione rilasciata all’Ansa proprio durante il convegno AdEPP:  “Dopo l’inserimento nella legge di stabilità della possibilità anche per i professionisti di usare i fondi regionali europei ora è necessario creare a livello nazionale degli strumenti per una adeguata formazione su come accedere ai fondi. Altrimenti si rischia, come avvenuto in altri casi, che i fondi rimangano inutilizzati”.

“Nel mondo delle professioni è stato fatto un passo in avanti, per questo vigileremo affinché il mondo delle professioni sia sempre più tutelato e protagonista nell’Unione europea. In Italia – aveva ancora sottolineato Tajani –  il Governo ha accolto le sollecitazioni che venivano dal Parlamento che sosteneva la mia proposta di far utilizzare i fondi europei, che arrivano in Italia, anche dai professionisti, come fossero degli imprenditori. Ora bisogna andare avanti in questa direzione, altrimenti rischiamo di aver avviato un percorso che poi non raggiunge l’obiettivo finale. In Europa il mondo delle professioni rappresenta 11 milioni di posti di lavoro e se si vuole uscire dalla crisi noi dobbiamo sostenere chi crea occupazione. Noi dobbiamo mettere tutti i liberi professionisti nelle condizioni di avere meno burocrazia, più accessibilità ai fondi comunitari e una formazione adeguata per partecipare a una competizione che è sempre più globale”.

Parole ed intenti che, facendo un ulteriore passo indietro, ritroviamo nell’interrogazione presentata dal Vice Presidente e discussa durante la sessione a Strasburgo a settembre. “Dobbiamo sostenere questa categoria di lavoratori – scriveva Tajani lo scorso giugno – Bisogna risolvere i problemi che i liberi professionisti incontrano per accedere ai finanziamenti e al credito, eliminando oneri e costi amministrativi inutili. Occorre fare in modo che i liberi professionisti  possano usufruire delle stesse opportunità a disposizione delle piccole e medie imprese, come ad esempio i bandi diretti dell’UE e quelli indiretti delle regioni. Bisogna anche valutare il ruolo delle Casse professionali per garantire finanziamenti agli iscritti. Un Gruppo di alto livello, che avevo creato nel mio ruolo di Commissario europeo per l’industria, ha elaborato nel 2014 una serie di raccomandazioni per sostenere lo sviluppo dei liberi professionisti in Europa, non solo attraverso un migliore accesso al credito, ma anche con più formazione, istruzione e internazionalizzazione. È arrivato il momento di implementare queste raccomandazioni e l’obiettivo dell’interrogazione orale, che ho elaborato con colleghi di vari gruppi politici, è proprio quello di chiedere alla nuova Commissione europea, in che modo essa intende dare seguito agli impegni assunti. Le assicuro, cara Commissaria Bienkowska, che lei potrà contare sul sostegno di una larga maggioranza di questo Parlamento per proposte legislative, iniziative politiche, programmi e finanziamenti a favore di una categoria fondamentale per la ripresa economica e l’occupazione in Europa”.

Non si era fatta attendere la risposta della Commissaria Bienkowka che durante la sessione di Strasburgo dello scorso settembre dichiara: “Vi ringrazio per la possibilità che mi date per dirvi quanto sia importante rafforzare l’attività per le libere professioni. Le libere professioni sono riconosciute per il loro spirito imprenditoriale, , avvocati, architetti, ingegneri, creano le loro attività in quanto imprese indipendenti, investono nel loro know how professionale, assumendo il rischio  e lavorano per il successo economico, sono degli imprenditori perché creano occupazione e prodotti e servizi di alta qualità. Per questa ragione la Commissione europea ha deciso di assumersi un impegno particolare per la promozione della libera professione nel piano 2020 sull’imprenditorialità.E’  importante esaminare le necessità specifiche le loro esigenze in termini di  accesso al mercato e al finanziamento gruppo di lavoro ha presentato delle raccomandazioni che saranno finalizzate entro fine anno”.

E se la partita sui liberi professionisti nel nostro Paese si giocherà nei prossimi mesi quando si riunirà di nuovo il tavolo tecnico di confronto al Mise e quando le Regioni pubblicheranno i prossimi bandi,  in Europa la partita continuerà a giocarsi nel nuovo working group sulle libere professioni annunciato dalla Commissaria Bienkowka. In entrambi i casi l’AdEPP sarà presente come lo è stata in questi ultimi tre anni.