Commercialisti in Tour. Anedda “Guardiamo al futuro”

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“Si parla di previdenza e si pensa immediatamente alle pensioni, salvo forse oggi capire che il welfare e l’assistenza in linea generale può essere veramente un secondo pilastro importante di tutto il sistema previdenziale”, così Walter Anedda, presidente della Cassa Nazionale di Previdenza dei Dottori Commercialisti (Cnpadc), in apertura del convegno “Welfare dei professionsiti” organizzato a Verona all’interno dell’appuntamento annuale  “Previdenza in tour” che ha aggiunto “Abbiamo cercato soluzioni di welfare nuove che aiutassero gli iscritti non solo nel momento del bisogno ma nella loro vita quotidiana”.

“Fino ad oggi – ha spiegato Anedda – si ragiona sul fatto che gli iscritti a qualunque ente di previdenza versano i loro contributi, chiaramente con la speranza di arrivare ad un giorno in cui potranno percepire la pensione. Dopo di che per il resto della loro vita utilizzeranno la pensione per far fronte a quelle che sono le necessità. Il problema è che naturalmente è cambiato tutto. Oggi si vive molto più a lungo, le spese che si sostengono da pensionato possono essere maggiori per quanto riguarda l’aspetto sanitario, assistenziale, domiciliare. Ecco quindi il ragionamento sull’affiancare al trattamento pensionistico anche una serie di servizi assistenziali, che oltretutto la Cassa paga sul mercato molto meno di quanto pagherebbe il pensionato. E qui l’effetto leva è fondamentale. C’è un lavoro comune tra Cnpadc e Cassa forense. Stiamo provando a capire se terzo soggetto possa essere Casagit”.

Fa eco al Presidente Anedda, il direttore di Casagit, Francesco Matteoli, intervenuto alla tavola rotonda.  “Ormai al mondo privato – ha spiegato Matteoli – viene delegata la costruzione di un secondo cosiddetto pilastro, fondamentale e indispensabile da affiancare a quello che ci può dare oggi il Servizio Sanitario Nazionale e tutte le altre coperture di natura pubblica che riguardano lo stato della malattia, in particolare la non autosufficienza, che ritengo sia nel futuro uno dei problemi più grossi e importanti in Italia. E proprio in questa logica  ecco che eventi di questo tipo, che radunano esperti che sanno di che cosa stiamo parlando, possono costruire una cultura su questi temi, che devo dire manca, perché oggi purtroppo la cultura dell’italiano medio è quella di pensare versare in un fondo o in una Cassa dei soldi per poi riprenderli in qualche maniera. Non pensano che invece è un investimento che consentirà in futuro di avere della prestazioni nei momento in cui ne avrà bisogno”.

Il presidente Anedda ha evidenziato che la Cassa dei dottori commercialisti “ha un vantaggio: di avere una popolazione anagraficamente giovane, che ci permette di guardare assolutamente con favore al futuro e, aggiungo, una professione che ha fatto dell’evoluzione uno dei suoi punti di forza. Dico sempre  di evolversi per non dissolversi, cioè la necessità di adattarsi a quelli che sono i mutamenti del mercato, i cambiamenti della società civile” e ha concluso “La previdenza vede al futuro e noi dobbiamo essere in grado di adattarci, altrimenti sarà difficile anticipare questi mutamenti”.