Equo compenso per tutti i professionisti. Sacconi”Sventato tentativo di segmentazione”

481

“Abbiamo fortunatamente sventato tutti i tentativi di segmentazione che, essendo in gioco diritti fondamentali, non hanno ragione di essere – così il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, all’indomani dell’approvazione dell’emendamento  19.0.2001 sull’equo compenso allargato ora a tutti i professionisti– Tutti i professionisti ordinistici e non, regolati e non, tutti i committenti pubblici e privati, dovevano essere compresi perchè l’equo compenso non riguarda solo una doverosa tutela dei professionisti perché vi sia una giusta remunerazione ma riguarda anche i consumatori. Perché è inevitabile che ad una remunerazione vile corrisponda inesorabilmente una altrettanta prestazione vile”.

Il sì è arrivato dalla commissione Bilancio al Senato. La misura è stata riscritta allargando, infatti,  il raggio di azione dai soli avvocati che svolgono prestazioni a vantaggio di banche, assicurazioni e imprese, a tutti i professionisti, anche a quelli non iscritti a un ordine. Non solo. La stessa  Pubblica amministrazione debba garantire il principio dell’equo compenso. Nella notte il via libera al decreto legge fiscale nel suo complesso, provvedimento su cui i senatori hanno votato il mandato al relatore e che è approdato stamattina in Aula a Palazzo Madama dove i lavori conclusivi riprenderanno nel pomeriggio dopo una pausa. Si dà per scontata la richiesta della fiducia da parte dell’esecutivo che potrebbe arrivare oggi stesso o al massimo domani.

“E’ stato il primo passo importante in termine di principio – ha detto Sacconi – sia chiaro che andranno chiarite alcune cose. Bisognerà chiarire rispetto ad un testo che già c’è se si può fare riferimento a tutti i parametri di tutte le professioni non ordinistiche. Inoltre, se si afferma  il principio dell’equo compenso per quanto riguarda le professioni non regolamentate, bisognerà integrare questa norma con un atto interpretativo che dica quali siano i riferimenti per queste. A mio avviso nella norma non possono che essere incluse anche quelle professioni registrate alle Camere di commercio e validate  dal Ministero dello sviluppo economico, in modo tale che ci siano riferimenti certi.

 

“Allo stesso tempo. Io penso che si debba dare piena attuazione alla legge sul lavoro autonomo – ha concluso Sacconi -. Abbiamo disposto alcune deleghe e quelle deleghe vanno attuate. Penso a quelle che riguardano le Casse previdenziali per le professioni regolate, penso alla necessità di aprire un tavolo di confronto, penso alla regolamentazione di quella infelice gestione separata presso l’Inps, che poco da in temine di contribuzione e poco da in termini di prestazioni. Penso alla delega relativa alla funzione sussidiaria  di molte professioni che semplificano alcune azioni pubbliche risolvendo al posto di esse talvolta attività che riguardano certificazione o asseverazione, e penso alla delega sul welfare che è assolutamente necessaria. Io credo che non si tratti solo di fare leggi ma di dare attuazione a quanto stabilito”.