Def e Sistema Casse

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Continua il nostro viaggio all’interno della Nota di aggiornamento al Def 2018. Dopo i punti di interesse per i professionisti, oggi affrontiamo il Sistema AdEPP, le Casse di previdenza che anche in questo caso sono tirate in ballo soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, sia nell’economia reale del Paese sia sul fronte sviluppo e lavoro.

“Il Governo intende inoltre valorizzare il Partenariato Pubblico-Privato (PPP)”, da qui parte il focus sugli investimenti (che riportiamo interamente) contenuto nella Nota di aggiornamento 2018 che sottolinea anche gli obiettivi che il Governo si è posto.

FOCUS Il rilancio degli investimenti

Il rilancio degli investimenti è una componente importante della politica economica del Governo e uno strumento essenziale per perseguire obiettivi di sviluppo economico sostenibile. Il Governo è convinto che gli investimenti pubblici e privati siano l’ingrediente cruciale della crescita e possano dispiegarsi in forme sinergiche solo se un favorevole ambiente economico e sociale è assicurato dalla azione normativa e dall’attività della PA. Le sinergie sono specialmente necessarie nei settori della Ricerca e Sviluppo, della formazione di capitale umano e delle infrastrutture, che hanno effetti rilevanti e duraturi sulla produzione e la capacità del Paese di creare valore.

A questo scopo, il Governo intende mettere in campo una serie di azioni ad ampio raggio volte a rimodulare la spesa pubblica, consentendo una graduale ricomposizione a favore della spesa in conto capitale. Ciò tenendo conto della natura multifunzionale della spesa pubblica e delle opportunità fornite, all’interno dei moderni sistemi di gestione, da una sistematica spending review, dalle partnership pubblico-private e dalle sinergie che attraverso le proprie strategie industriali, le società partecipate possono generare, pur mantenendo la loro piena autonomia. Queste azioni includono: a) una rivisitazione del quadro normativo, nonché delle procedure amministrative, volta a promuovere, accanto alle attuali responsabilità burocratiche, una capacità autonoma di leadership nella promozione, pianificazione e gestione degli investimenti da parte dalla PA, favorendo le partnership con il settore privato e l’acquisizione di finanziamenti di fondi istituzionali, b) la rimodulazione e il monitoraggio delle risorse finanziarie per gli investimenti, le manutenzioni e la gestione del capitale pubblico, c) la valorizzazione delle competenze tecniche e delle funzioni di progettazione e valutazione economica e finanziaria dei progetti nella PA, d) la creazione di una task force con il compito di centralizzare le informazioni sui progetti in corso attraverso la gestione attiva di una banca dati centralizzata e collegamenti diretti con i terminali di spesa, promuovendo in maniera sistematica il monitoraggio, la valutazione e il coordinamento degli investimenti. La task force avrà anche il compito di promuovere le migliori pratiche per esaminare programmi e progetti in corrispondenza di punti decisivi del loro ciclo di vita, assicurando che essi possano progredire con successo nelle varie fasi di start up e di implementazione.

Riprendendo le esperienze di altri Paesi avanzati, che hanno affrontato con successo problematiche di investimenti pubblici e di gap infrastrutturali simili a quelli italiani, il Governo creerà inoltre un centro di competenze dedicato con il compito di offrire servizi di assistenza tecnica e di assicurare standard di qualità per la preparazione e la valutazione di programmi e progetti da parte delle amministrazioni pubbliche centrali e periferiche. Questa azione permetterà anche di creare nel tempo un insieme di capacità professionali interne alla PA nell’intera gamma di competenze, tipologie e dimensioni della progettazione tecnica ed economica degli investimenti pubblici.

Dal punto di vista finanziario le azioni elencate, che hanno l’obiettivo di migliorare l’efficienza degli investimenti, si affiancheranno, aumentandone l’efficacia, alle misure già in corso, tra cui: i) l’attivazione di un fondo da ripartire per il rilancio degli investimenti infrastrutturali, che dispone di una dotazione complessiva di risorse pari a 150 miliardi da utilizzare entro l’orizzonte temporale di 15 anni; ii) il superamento, a livello di singolo ente del saldo di cui all’ art. 9 della L. n. 243 del 2012, che limitava le capacità di intervento degli enti locali; iii) la riforma del Codice degli appalti, per rendere più snella e trasparente la gestione degli acquisti e delle forniture della PA.

Ed ecco apparire un  punto di interesse per il Sistema Casse. “Per ridare slancio agli appalti pubblici e superare le incertezze interpretative che sono emerse – si legge nella nota –  si rende necessario modificare il Codice dei contratti pubblici. Il principio sarà quello di semplificare le procedure e, in tal modo, promuovere una maggiore trasparenza dell’amministrazione. La semplificazione riguarderà anche la fase di programmazione relativa alle delibere CIPE, con un collegamento più stretto con il lavoro progettuale delle stazioni appaltanti”.

Sul fronte Sviluppo, il Governo conia alcune parole d’ordine: fiscalità, semplificazione amministrativa, tutela delle imprese in crisi e del Made in Italy , promozione dell’internazionalizzazione delle imprese italiane, rafforzamento del venture capital e del Piano ‘Impresa 4.0’,  promozione dell’innovazione tecnologica.

“La creazione di un contesto imprenditoriale migliore e più favorevole agli investimenti – si sottolinea nel documento – richiederà inoltre azioni per facilitare l’accesso al credito e la protezione degli investitori di minoranza, oltre a rendere meno costosa la gestione delle insolvenze. Un’attenzione particolare verrà posta al potenziamento degli strumenti di agevolazione degli investimenti in venture capital. Ciò richiederà l’impiego di una quota dei risparmi assicurativi verso PMI ad alto potenziale, anche con l’ausilio di una piattaforma pubblica che favorisca forme di aggregazione tra fondi pensione e casse di previdenza. Il Governo renderà anche più semplice l’utilizzo dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) con destinazione delle risorse verso le start up e le imprese non quotate”.

Va ricordato che durante il primo incontro tra l’AdEPP e il Sottosegretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega alla previdenza, Claudio Durigon, gli investimenti in economia reale sono stati sicuramente al centro del dibattito durante il quale il Sottosegretario ha lanciato la proposta di elevare “dal 5% all’8%” la soglia di defiscalizzazione degli investimenti delle Casse di previdenza in settori che possano accrescere l’economia reale del Paese.

Una opportunità ben accolta dall’AdEPP che attraverso il suo presidente Alberto Oliveti rilancia con la proposta di “consentire anche ai liberi professionisti (e non solo alle imprese) di usufruire delle opportunità di ‘Industria 4.0′, ossia di poter accedere a bandi ed agevolazioni pubbliche per lo sviluppo dell’attività lavorativa”.

“E’ un modo per ridurre la tassazione che grava sui nostri Enti (quella sui rendimenti finanziari è del 26) – aveva sottolineato Oliveti alla fine dell’incontro – e per dare più servizi di welfare ai nostri iscritti. Durigon ha definito “trave portante” il sostegno che noi diamo in termini assistenziali ai professionisti, ma si è anche trovato d’accordo sulla linea che portiamo avanti di valutare gli investimenti per pagare le pensioni, nonché per dare appoggio alle categorie professionali dei nostri associati, anche in termini di creazione di ulteriori opportunità di lavoro”.

Ed ancora. “Il sistema delle Casse previdenziali già investe in titoli di debito dello Stato in misura importante, potremmo pensare ad ulteriori operazioni a sostegno del Paese, in caso fossero confermate le affermazioni del vicepremier Matteo Salvini riguardanti i Cir (Conti individuali di risparmio), in analogia con quanto fatto per i Pir (Piani individuali di risparmio), ossia mediante l’azzeramento della tassazione sul ‘capital gain’ (il rendimento)”.

“La mia Cassa – ha dichiarato il Presidente Oliveti all’Ansa riferendosi all’Enpam, quella dei medici e degli odontoiatri – investe più di un miliardo di euro in titoli di Stato italiani. Potremmo valutare il potenziamento di questa modalità d’investimento”.

Def e Nota di aggiornamento a parte, il confronto tra Governo e Sistema AdEPP continua.