Audizione Commissione Lavoro. Le proposte AdEPP

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Si è tenuta, ieri, l’audizione dell’AdEPP presso la Commissione Lavoro del Senato. Tema del confronto la“Conversione del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”.  “Pur comprendendo la finalità di sostegno a chi è in difficoltà della misura cosiddetta “saldo e stralcio” – ha detto il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti – ridurre a chi vi aderisce la contribuzione previdenziale equivale ad una prestazione previdenziale ridotta, non solo nel quantum, ma anche negli anni”.

Nel documento (in allegato) presentato dall’Associazione durante l’audizione si legge, infatti,”Si ricorda che gli enti previdenziali privati di cui al d.lgs. 509/1994 e al d.lgs. 103/96 non beneficiano di alcun trasferimento e/o finanziamento pubblico e non godono di alcuna garanzia da parte dello Stato, per quanto attiene a un’eventuale situazione di disavanzo, essendo, anzi, previsto il ricorso alla liquidazione coatta amministrativa laddove sia impossibile ripristinare l’originario equilibrio economico-finanziario. Pertanto norme che introducono sanatorie o cancellazione dei crediti delle casse producono un danno importante, sia per le casse che avranno così minori entrate, sia per i singoli che, in base ai nostri regolamenti, non potranno utilizzare quegli anni “cancellati” né per la misura né per il diritto. Pertanto occorre, in caso si voglia introdurre riforme anche per i liberi professionisti, sempre rinviare ai regolamenti delle singole Casse, aventi oggi sistemi e regole specifiche”.

E il Presidente Oliveti ha “colto l’occasione” per presentare da una parte il Sistema che rappresenta (20 Casse di previdenza e assistenza, 1milione e 600mila professionisti, oltre 85miliardi di patrimonio, 500milioni di prestazioni di welfare a fronte di 500milioni di uscite fiscali) e dall’altra le “Proposte di carattere generale con un impatto sul sistema delle casse di previdenza obbligatoria e sull’intera platea dei liberi professionisti”.

Oltre il “saldo e stralcio”, ecco i temi sottolineati dal Presidente AdEPP

Norme in materia di previdenza:

I Governi negli ultimi anni stanno introducendo diverse norme in materia di previdenza volte ad introdurre per il regime pubblico strumenti e percorsi di flessibilità in uscita (cumulo, anticipo pensione, quota cento, riscatto dei contributi, et). In merito le Casse hanno autonomia regolamentare nell’ambito dell’autosufficienza finanziaria e al contempo devono rispettare il vincolo della sostenibilità a 50 anni, tenendo conto dell’andamento demografico professionale delle proprie platee di riferimento. Inoltre, “agli enti stessi non sono consentiti finanziamenti pubblici diretti o indiretti, con esclusione di quelli connessi con gli sgravi e la fiscalizzazione degli oneri sociali” (d.lgs.509/1994). Pertanto, in merito, non si possono imporre riforme in materia di previdenza ex lege dall’esterno, ma al massimo prevedere e autorizzare che le singole Casse possano introdurre strumenti di flessibilità pensionistica attraverso i propri regolamenti, così da tener conto quindi dei propri bilanci tecnici

 

Normativa di riferimento: semplificazione giuridica delle Casse anche al fine di poter operare in maniera attiva nel “Sistema Paese”, nell’economia reale e soprattutto nel sostegno dei professionisti e delle professioni. 

 

Controlli: un unico soggetto di vigilanza e controllo che eserciti corretti poteri di vigilanza, dato che i controlli sulle Casse sono eccessivi e si sovrappongono.

 

“Spending Review”: Anticipare i termini – fissati al 2020 – per la completa esclusione delle Casse di previdenza dei liberi professionisti dall’applicazione della normativa vigente in materia di contenimento della spesa pubblica, trattandosi di soggetti privati che devono destinare la maggiore efficienza ai propri iscritti. 

 

Patrimonio ed Investimenti: Il patrimonio delle Casse al 2016 era oltre i 75 miliardi mentre nel 2018 supera gli 85 mld. Poichè le Casse non possono ricevere finanziamenti pubblici – come previsto per legge – è giusto che utilizzino al meglio il proprio patrimonio anche per sostenere i settori di riferimento e conseguire un adeguato rendimento. Le Casse adottano scelte di investimento prudenziali e innovative in quanto adottano sistemi di programmazione e investimento in linea con le tecniche internazionali.

 

Tassazione: Tutte le Casse hanno dimostrato il rispetto del vincolo della sostenibilità finanziaria a 50 anni superando il cosiddetto “stress test Fornero”. Al fine di garantire la sostenibilità finanziaria delle Casse e consentire ad esse di svolgere una funzione di welfare più ampia, dovrebbe essere ripensato il modello di tassazione armonizzandolo con quello applicato negli altri Paesi membri dell’UE. Occorre ridurre quindi la tassazione sui rendimenti dei contributi investiti oggi al 26%.