Agli Stati Generali dell’Editoria, voluti dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Vito Crimi, si affronterà anche il tema “Inpgi”.
“Sulla questione Inpgi- ha annunciato Crimi – intendo aprire un tavolo separato nell’ambito degli Stati generali sull’editoria, proprio per accelerare le iniziative. Quello che non ho condiviso rispetto all’emendamento della Lega al decretone relativo al salvataggio dell’Inpgi- è stata l’accelerazione fatta solo su un punto. La questione Inpgi va affrontata nel complesso non solo sotto il profilo dell’aumento dei versamenti. Fare questo tramite un emendamento non mi è sembrato correttissimo”.
Il sottosegretario si riferiva all’emendamento, più volte presentato da alcune formazioni politiche, che permetteva all’Istituto di previdenza dei giornalisti l’allargamento della platea degli iscritti e che non ha mai portato a casa il via libera. L’ultimo tentativo quello appunto proposto dalla Lega e inserito nella norma definita “Decretone” che ha ricevuto l’ennesimo “cartellino giallo”.
“Noi siamo ovviamente molto delusi – dichiara la Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni – perché avevamo lavorato nelle settimane scorse per raggiungere un accordo politico sia con le forze di governo sia con tutti i protagonisti del sistema quindi le associazioni dei comunicatori, l’Ordine dei giornalisti. Una volta raggiunto l’accordo sembrava che la questione fosse risolta ma il presidente della Camera ha deciso di dichiarare inammissibile l’emendamento per “estranietà di materia”. Una decisione “particolare” visto che l’emendamento era inserito dentro un decreto che conteneva norme di tipo previdenziale ed è indubbio che la materia trattata dall’emendamento era assolutamente coerente. Non ci arrendiamo, continueremo a lavorare per ottenere rapidamente una norma che consenta all’Istituto di allargare la propria platea di iscritti, di mettere in sicurezza i conti e soprattutto di vedere riconosciuti nella previdenza i cambiamenti profondi che ha attraversato il settore dell’editoria e la professione del giornalista”.
Una battaglia sul riconoscimento della professione che Inpgi fa da tempo per dare tutele a quei colleghi che nonostante svolgano la professione giornalistica non hanno alcun riconoscimento?
“L’Inpgi è da almeno trent’anni che cambia costantemente pelle secondo come cambia la pelle della professione di riferimento – conclude la Presidente Macelloni – .Abbiamo accolto i tele cine operatori, abbiamo accolto i pubblicisti, i fotoreporter, gli uffici stampa. Ogni volta che ci siamo accorti che la professione subiva dei cambiamenti noi li abbiamo recepiti, dando tutte le tutele e garanzie ai colleghi che fanno questo lavoro o sono dentro questo sistema. Oggi dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti perché in ballo ci sono sia le tutele di nuovi professionisti dell’informazione sia l’autonomia dell’Ente che è peraltro sancita da leggi dello Stato. L’Inpgi ha aderito all’AdEPP che rappresenta le Casse di previdenza private, è importante che l’autonomia di una Cassa, e dell’intero Sistema, venga riconosciuta e aiutata”