Covip. Presentata a Roma la Relazione su Fondi e Casse

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E’ stata presentata , nei giorni scorsi, a Roma  la Relazione annuale Covip 2018 (in allegato)

Un focus su Fondi pensioni e sulle Casse di Previdenza che delinea anche possibili linee di intervento. Di seguito la parte riguardante le Casse

LE CASSE PROFESSIONALI

Dal 2011, proprio in forza dell’esperienza maturata nel contiguo settore dei fondi pensione, la COVIP vigila anche sugli investimenti delle casse professionali, in un assetto regolamentare che, pur ampio e articolato – ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia spetta la verifica della complessiva stabilità degli enti – ha accumulato pesanti ritardi sia nel confronto con il settore dei fondi pensione sia, più in generale, nel confronto internazionale.

Occorre portare rapidamente a completamento l’iter di adozione del Regolamento interministeriale di cui al Decreto legge 98/2011, che doveva essere emanato entro sei mesi dall’entrata in vigore della normativa citata. Siamo nel 2019 e tale iter non si è ancora concluso. Nel frattempo, il patrimonio gestito dalle casse è aumentato di oltre il 50 per cento (da 55 a 85 miliardi di euro) e la complessità delle modalità di investimento è notevolmente cresciuta.

Le casse continuano ad essere, dunque, gli unici investitori istituzionali privi di una regolamentazione unitaria in materia, regolamentazione che, viceversa, è di livello primario e secondario nei fondi pensione ed in costante evoluzione.

L’auspicata emanazione del Regolamento in questione fornirebbe una cornice normativa, da un lato, oggettivamente necessaria, dall’altro, sufficientemente flessibile da consentire ai singoli enti l’adozione di scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle rispettive specificità.

Il quadro normativo volto a disciplinare la gestione delle casse professionali, oltre ad essere incompleto, risulta per altri aspetti datato, essendo il complesso della normativa primaria sostanzialmente risalente alla metà degli anni novanta. In particolare, potrebbe risultare utile valutare l’opportunità di un intervento di manutenzione evolutiva per quanto attiene alla disciplina del rapporto tra le Amministrazioni vigilanti e le casse.

Occorre dunque anche un aggiornamento della normativa primaria per assicurare procedure di intervento con appropriata gradualità, volte a superare eventuali inefficienze riscontrate e prevenire situazioni gestionali che richiedano provvedimenti straordinari di più ampia portata.

 Alla fine del 2017, le attività complessivamente detenute dalle casse ammontano, a valori di mercato, a 85,3 miliardi di euro (+6,6%). Dal 2011 al 2017 tali attività sono cresciute complessivamente da 55,7 a 85,3 miliardi di euro, con un incremento del 53,2%.

A fronte di una sostenuta dinamica di crescita nell’aggregato, permangono differenze, anche ampie, nelle attività delle casse: circa il 73% dell’attivo è di pertinenza dei 5 enti di dimensioni maggiori, i primi 3 raggruppano circa il 54% del totale.

Al 2017 solo in 2 casse le prestazioni superano i contributi; in tutti gli altri casi la differenza è positiva, con un’ampiezza variabile tra i singoli enti.

Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 31,2 miliardi di euro (corrispondenti al 36,6% del totale).

La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate dagli enti) si attestano a 19,4 miliardi di euro (corrispondenti al 22,7% del totale). Nel quinquennio 2013-2017 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 7 punti percentuali. Va peraltro osservato che in 6 casi la componente immobiliare supera il 30% delle attività e in uno di questi l’incidenza è ancora superiore al 50%.

Gli investimenti nell’economia italiana, ossia in immobili e in titoli domestici, ammontano a 34,4 miliardi di euro, pari al 40,3% delle attività totali, mentre gli investimenti non domestici si attestano a 37 miliardi di euro, corrispondenti al 43,3% delle attività totali. La residua quota del 16,4% delle attività totali è costituita essenzialmente da liquidità e da crediti contributivi.

Sugli assetti regolamentari delle casse in materia di investimento pesa l’assenza di un quadro normativo cogente e unitario, causandone una varietà più ampia di quella che la peculiarità delle singole casse può giustificare. Anche i documenti che a vario titolo trattano il tema degli investimenti risultano notevolmente articolati quanto a struttura e contenuti, talvolta senza il necessario coordinamento.

Anche gli assetti organizzativi delle casse in materia di investimenti risultano variamente articolati, pure in funzione della accentuata diversità della dimensione delle attività detenute e della complessità della politica di investimento perseguita. In relazione a tali assetti, che in taluni casi hanno anche evidenziato elementi di fragilità, l’attività della COVIP ha stimolato un percorso di progressivo rafforzamento

La COVIP ha svolto in questi anni le funzioni di controllo sugli investimenti delle casse strutturando la propria attività a partire dalla predisposizione di un organico sistema di segnalazioni, volto ad acquisire dati classificati a valori di bilancio e a valori di mercato in modo coerente ed omogeneo, oltre che informazioni di carattere qualitativo.

Prendendo a riferimento l’esperienza già da tempo maturata nel settore dei fondi pensione, la COVIP ha avviato recentemente un percorso di revisione degli Schemi di segnalazione, al fine di pervenire all’acquisizione di dati disaggregati fino al massimo livello (singolo titolo o strumento finanziario). Ciò, con l’obiettivo di consentire una più completa e organica valutazione dei portafogli, elevare il livello di automazione del sistema e la flessibilità nel suo utilizzo, semplificare e ridurre gli oneri amministrativi, innalzare la qualità dei dati trasmessi grazie all’implementazione di controlli automatici.

La prospettiva del Welfare integrativo

L’evoluzione del quadro di riferimento per fondi pensione e casse professionali, lo sviluppo dei relativi assetti organizzativi e l’irrobustimento dei processi decisionali potranno altresì costituire il presupposto perché tali enti possano rappresentare un effettivo e centrale punto di riferimento nella prospettiva di costruzione di un modello di Welfare più avanzato: un sistema di Welfare integrato nel quale le singole componenti operino in modo non più sovrapposto ma quanto più possibile complementare.

In questa prospettiva, una maggiore sinergia tra settore privato e settore pubblico può contribuire a rendere il sistema complessivamente più efficiente; ciò è di particolare rilievo nell’ambito della sanità integrativa, un settore sempre più cruciale per il Paese ma che, nonostante gli oltre 500 fondi operanti sul mercato, non è ancora adeguatamente regolato né efficacemente vigilato.

E’ essenziale un intervento di razionalizzazione di tale settore, con l’obiettivo di ottimizzare l’impiego delle risorse e di valorizzare i previsti benefici fiscali, anche in una prospettiva di coordinamento e affiancamento del Servizio Sanitario Nazionale.

Questa Autorità continua pertanto a richiamare l’attenzione su questi temi e a suggerire l’utilità di un sistema di vigilanza anch’esso integrato che, attraverso un’azione unitaria su previdenza e sanità integrative, possa contribuire al migliore coordinamento e alle più favorevoli sinergie, sotto l’alta vigilanza dei Ministeri competenti (Lavoro e Salute): una vigilanza a vocazione sociale, in grado di concorrere alla costruzione di un sistema di Welfare più equo, efficiente e inclusivo.