Professionisti discriminati. AdEPP non molla

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Continuano le interlocuzioni serrate tra il Presidente dell’Associazione degli Enti di Previdenza Privati, Alberto Oliveti, e la Ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. La norma che ha escluso i professionisti iscritti alle Casse di previdenza, medici compresi, dal sostegno al reddito quantificato in 600 euro per il mese di marzo e prorogabile ad aprile non è proprio piaciuta al Presidente Oliveti che l’ha definita “una grave discriminazione  per i lavoratori autonomi iscritti alle Casse”.

Ma non solo. “Al Governo avevamo chiesto – denuncia il Presidente dell’AdEPP e dell’Enpam – di poter impiegare una parte delle nostre riserve che eccedono i requisiti di legge per aiutare gli iscritti in questo momento di necessità”.

Oggi le prime risposte sembrano arrivare. La Ministra Catalfo ha, infatti, inviato una lettera nella quale chiede che le Casse di previdenza forniscano il dettaglio del numero di iscritti distinti per fasce di reddito perché la somma che è esentasse sarà erogata solo al di sotto di un certo guadagno ancora da definire.

“Un primo passo importante – commenta a Il Sole 24 Ore il Presidente dell’AdEPP Oliveti – perché elimina una discriminazione che non ha nessuna logica e giustificazione. Per l’erogazione si pensa di usare il canale già utilizzato per il contributo di maternità, dove le Casse anticipano la somma che poi viene restituita dallo Stato; in questo modo si rispetta la legge che vieta il trasferimento diretto o indiretto dello Stato verso gli Enti di previdenza dei professionisti”.

“Chiediamo che ci venga permesso di allentare l’eccessiva riserva che abbiamo – continua Oliveti – perché è adesso che i nostri iscritti hanno bisogno di aiuto e noi abbiamo le risorse per darglielo ma non le possiamo toccare”.

Una richiesta che l’AdEPP aveva già sottoposto sia alla Ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, sia al Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. In una lettera datata 11 marzo  si sottolineava, infatti, che “per fare fronte allo stato di emergenza e contribuire adeguatamente e tempestivamente a risolvere le problematiche sollevate dagli iscritti sarebbe necessario derogare alla normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente, ovvero richiedere ai Ministeri vigilanti (che sappiamo impegnati su molteplici fronti) di procedere all’approvazione di eventuali modifiche regolamentari in tempi brevissimi, anche al fine di non generare possibili contenziosi tra gli Enti e gli organismi di controllo, nonché tra l’Ente e i propri iscritti”.

Inoltre “al fine di favorire un adeguato riconoscimento di contributi assistenziali in favore dei propri iscritti si chiede che gli interventi di cui all’art 16 del DL 9/2020 siano estesi anche ai professionisti iscritti alle rispettive Casse di Previdenza e che gli enti associati possano riconoscere interventi assistenziali in favore degli iscritti connessi allo stato di emergenza in essere, anche in deroga ad eventuali limitazioni o requisiti previsti nei rispettivi regolamenti e a quanto previsto dall’art. 3 comma 2 del Dlgs 509/1994, provvedendo alle relative modifiche regolamentari, dandone comunicazione ai Ministeri Vigilanti e fermo restando il limite del rispetto della Riserva Legale di cui all’art.1 c. 4 lett. c) del Dlgs 509/1994, nonché la verifica di sostenibilità prevista dalla normativa vigente”.

Di fatto, nel Decreto “Cura Italia” non c’è ombra di quanto richiesto dall’AdEPP se non la possibilità per i professionisti iscritti alle Casse di ottenere un bonus da 600 euro per l’acquisto di servizi di baby sitting “subordinatamente alla comunicazione da parte delle rispettive Casse previdenziali del numero di beneficiari” e l’accesso al Fondo  per il “reddito di ultima istanza”. La somma stanziata è di 300 milioni di euro per tutto il 2020, da dividere tra tutti i dipendenti e gli autonomi rimasti esclusi dalle altre misure.

Ma come dicevamo l’AdEPP non molla, e oggi il Presidente Oliveti porta a casa un primo spiraglio. All’AdEPP la Ministra Catalfo ha chiesto di conoscere quali sono le iniziative che le Casse intendono mettere in campo.

Il Sistema Casse, infatti, va avanti nella comunicazione costante con i propri iscritti e nella messa in campo di azioni di sostegno. Perché una cosa è certa da tempo: il welfare assistenziale e strategico degli Enti è un unicum in tutta Europa, lo è nella prassi quotidiana, lo è sempre stato di fronte a calamità naturali, lo è oggi nell’emergenza Coronavirus.