Tassazione sugli atti. Lo studio del Consiglio del notariato

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Le sentenze della Corte di Cassazione a Sezioni Unite hanno il compito di dirimere contrasti su questioni giuridiche oggetto di precedenti decisioni opposte di singole Sezioni a causa della complessità o della divergente interpretazione delle leggi. Sempre più spesso, però, ci sono conseguenze di tipo fiscale e/o economico legate alla decisione e non direttamente collegate alla questione controversa.

E’ questo il caso della sentenza dalla Suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 25021 depositata in data 7 ottobre 2019 che propende, anche se in rapporto a determinati effetti, per la natura “traslativo-costitutiva” dell’atto di divisione con un inversione interpretativa rispetto alla natura “dichiarativa” affermata per moltissimi anni da dottrina e giurisprudenza maggioritarie.

Un recente studio del Consiglio Nazionale del Notariato a firma dei notai Giampiero Petteruti e Adriano Pischetola si interroga sugli eventuali riflessi della sentenza sulla tassazione degli atti, giungendo a riaffermare con sicurezza che nulla è cambiato e che la sentenza non comporta, sul piano fiscale, alcun stravolgimento dei principi preposti alla sua tassazione, che resta ancorata a quella di cui all’art. 3 della tariffa parte prima allegato ‘A’ al DPR n.131/86 (TUR).”

 Per una lettura integrale dello studio: https://www.notariato.it/sites/default/files/183-%202019-T_0.pdf