Lo studio. Le professioni più richieste nel futuro

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In pole position ci sono quelle più  “digitali” o cha hanno a che fare con le analisi dei dati ma una buona fetta di mercato è riservata anche ai “green jobs”. Un mercato del lavoro contrassegnato da professionisti iper-qualificati e competenze molto verticali. E’ quanto emerge da un ebook realizzato da Alteredu (piattaforma che offre corsi online certificati) .

“Sarà un mercato del lavoro contrassegnato da professionisti iper-qualificati e competenze molto verticali quello che si prospetta nel breve-medio termine – si legge nell’articolo  pubblicato su Il Sole 24 Ore, a firma Gianni Rusconi –  Un mercato in cui i nuovi occupati dovranno saper stare al passo con i tempi dettati dall’avanzare di tecnologie come l’intelligenza artificiale e dell’automazione industriale, che contribuirà a generare su scala globale decine di milioni di nuovi posti di lavoro mandando contemporaneamente in pensione alcune professioni ormai obsolete”.

“L’analisi è partita da una proiezione, derivante dai dati sul fabbisogno e le previsioni occupazionali nel periodo 2019 – 2023 contenuti nell’annuale rapporto Excelsior confezionato da Unioncamere e Anpal – spiega il quotidiano di Confindustria – in cui si evidenza come da qui al 2022 saranno richiesti 2,5 milioni di nuovi occupati, fra dipendenti e autonomi, e come oltre il 70% di questa forza lavoro dovrà possedere competenze elevate per ricoprire mansioni specialistiche e tecniche.

“Nel dettaglio, le imprese digitali cercheranno tra i 210mila e 267mila lavoratori con competenze matematiche e informatiche per i lavori digitali, e quindi esperti nell’analisi dei dati (data scientist) e nel campo della sicurezza informatica e dell’intelligenza artificiale. Quanto ai cosiddetti “green jobs”, ovvero tutte quelle attività che ricadono nell’ambito dell’economia circolare, variano da 480mila a 600mila unità i lavoratori che saranno ricercati dalle imprese per orientare i propri processi produttivi”.

Che cosa emerge dallo studio?

Oltre a doversi formare e aggiornarsi sulle ultime tendenze del mercato del lavoro, i futuri professionisti dovranno anche prestare attenzione all’acquisizione di alcune competenze “soft”, come personal branding, curiosità, networking ed empatia. Secondo l’analisi di Alteredu, la domanda di professionalità sarà guidata principalmente dalla rivoluzione digitale e l’eco-sostenibilità, fattori sicuramente influenzati dalla situazione di emergenza legata alla pandemia di Covid.

Nei prossimi anni verranno potenziate anche le professioni più tradizionali, quindi anche loro saranno “costrette” a fare un passo avanti nella conoscenza. Il private banker, ad esempio, diventerà una delle professioni più ricercate nel mondo finanziario entro il 2023, o una professione come un addetto alla protezione dei dati (Data Protection Officer, profilo nato recentemente a seguito del lancio della legislazione europea GDPR per proteggere i dati personali) dovrà sviluppare nuove competenze per poter lavorare al meglio in un’azienda.

Lo stesso vale per i gestori di social media e digitali e per i business developer. Le professioni strettamente legate alla tecnologia sono chiaramente il numero uno nella lista dei desideri: attualmente gli sviluppatori di software sono le figure più ricercate, mentre la pandemia ha sviluppato la domanda di manager in campo socio-sanitario, infermieri professionisti e assistenti domiciliari per la cura della persona.

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