Global Health Summit e il Documento di Roma

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Con l’approvazione della “Dichiarazione di Roma” si è concluso il Global Health Summit, l’evento co-organizzato dall’Italia, durante l’anno della Presidenza di turno del G20, e dalla Commissione europea.

Alla pandemia è stata dedicata una parte fondamentale del documento e la vaccinazione su scala globale è indicata come “massima priorità”, in quanto condizione imprescindibile per porre fine alla crisi pandemica.

“Solo tutti insieme potremo sconfiggere il COVID-19 – ha detto la Commissaria europea Ursula von der Leyen – L’obiettivo è mettere sotto controllo la pandemia ovunque, assicurare che i vaccini vengano dati a tutti, ovunque attraverso le esportazioni ma anche condividendo la capacità di produzione”. Ed è per questo che la Presidente della Commissione europea ha anche annunciato “100 milioni di dosi ai Paesi a basso medio reddito entro il 2021” e che l’Unione europea presenterà al Wto una proposta basata su una “terza via” che prevede, insieme a nuove misure contro le restrizioni all’export, anche nuove norme per le licenze sui brevetti in tempi di crisi”.

Sospensione dei brevetti auspicata e chiesta inizialmente da India, Sud Africa e molti altri paesi in via di sviluppo in sede di Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ora sostenuta anche da gli Stati Uniti con l’obiettivo di  dare impulso alla produzione dei vaccini e consentire così una distribuzione più equa delle dosi nel mondo

Anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dedicato una parte del suo intervento ai brevetti dichiarando “Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”.

“L’Unione europea ha esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini in 90 Paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli Stati devono fare lo stesso. Dobbiamo revocare i divieti generali di esportazione soprattutto verso i Paesi più poveri – ha sottolineato Draghi – La crisi globale non è finita. Dobbiamo agire in fretta, altrimenti questi costi umani, economici e sociali rischiano di salire ancora in modo significativo”.

“Nella veste di presidenza del G20 – ha concluso il Presidente del consiglio – vogliamo guidare la spinta globale a progettare migliori risposte globali alle crisi sanitarie attuali e future”.

Vaccini. Gli impegni presi

I leader del G20 si sono impegnati a promuovere una condivisione delle licenze, della tecnologia e del know-how solo su base volontaria

L’unione Europea donerà milioni di dosi ai paesi in via di sviluppo tramite il programma Covax: in particolare Francia e Germania ne promettono 30 milioni ciascuna e l’Italia 15. Ad esse si aggiunge una donazione di 300 milioni di euro di sostegni finanziari per aiutare quegli stati a produrre vaccini in proprio anche col contributo di aziende farmaceutiche italiane.

Anche il Fondo monetario internazionale ha annunciato lo stanziamento di 50 miliardi di dollari per combattere la pandemia.

Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso 3 miliardi di dollari in aiuti per i prossimi 3 anni. Ha inoltre affermato che Pechino continuerà a fornire al mondo sieri anti Covid dopo i 300 milioni già donati a diversi Paesi.

Finora l’Italia ha donato 86 milioni di euro a Covax e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati. “L’Italia aumenterà questo almeno di 300 milioni di euro”.

Pfizer Moderna e Johnson & Johnson, hanno annunciato la messa a disposizione di 3,5 miliardi di dosi di vaccino per i paesi poveri per il biennio 2021-2022. Non si tratta di donazioni ma della vendita a prezzo di costo agli stati a basso reddito e a prezzo ridotto a quelli a medio reddito. Nel dettaglio, Pfizer metterà a disposizione 2 miliardi di dosi, di cui 1,3 per il solo 2021, Moderna fino a 995 milioni e Johnosn & Johnson fino a 500 milioni.

Gli esperti

“La probabile traiettoria per il SarsCoV2 è di diventare endemica con dei focolai stagionali a causa della diminuzione dell’immunità naturale, della copertura globale insufficiente dei vaccini e/o dell’emergere di nuove varianti non controllate dai vaccini attuali. Nuove ondate epidemiche sono possibili soprattutto nei Paesi con bassa copertura vaccinale”. È quanto hanno dichiarato, nel loro rapporto presentato durante il summit,  i 26 scienziati che fanno parte del gruppo di studio istituito da Draghi e dalla Commissaria von der Leyen, co-presieduto da Peter Piot, special adviser della presidente von der Leyen, e dal presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.

“Un’equità globale nell’accesso alle risorse – hanno sottolineato gli esperti – è sia un imperativo morale che un’esigenza critica per il controllo della pandemia che  non si fermerà senza un accesso universale alle risorse”.

Gli scienziati hanno anche puntato l’attenzione su quanto le malattie più contagiose siano causate da patogeni trasmessi da animali e quanto deforestazione, erosione della biodiversità e altri processi di distruzione dell’ambiente siano all’origine di molte emergenze sanitarie, comprese le epidemie. Il nesso tra crisi sanitarie e ambientali, secondo il rapporto presentato al vertice, è “indiscutibile”.

Nel rapporto, si sottolinea anche la necessità di un’informazione precoce ed affidabile sulle pandemie nelle loro fasi iniziali e di creare nuovi meccanismi che assicurano non solo lo scambio dei dati – anche attraverso la creazione di apposite banche dati – ma anche una costante vigilanza sulle condizioni sanitarie nei vari Paesi e regioni.

La “Dichiarazione di Roma”. I punti salienti secondo il Presidente del Consiglio

“Potremmo dire – ha sottolineato Draghi nel suo intervento conclusivo – che essa costituisce una solida base per rafforzare la nostra risposta a questa emergenza e alle crisi future. Cos’è questa dichiarazione? E’ un insieme di principi che ci mettono in condizione di essere meglio preparati di fronte ad una futura pandemia.

in primo luogo, dobbiamo rafforzare il ruolo delle istituzioni multilaterali.

dobbiamo fornire all’OMS finanziamenti sostenibili e prevedibili e fare in modo che operi in maniera più efficace.

come abbiamo appreso durante questa crisi, un forte guida internazionale è fondamentale per garantire l’esistenza di un efficace sistema di allerta precoce e perché i governi possano condividere rapidamente le loro migliori pratiche per prevenire, contenere e gestire una pandemia.

Le istituzioni finanziarie internazionali devono fornire ai paesi a basso reddito il sostegno necessario affinché questa crisi sanitaria non si trasformi in un’ondata di crisi del debito sovrano.
In particolare, ora dobbiamo mettere il Fondo Monetario Internazionale nella condizione di fornire una protezione efficace ai paesi più poveri del mondo.

La Dichiarazione di Roma sottolinea giustamente l’importanza di perseguire un approccio “One Health” – e qui arrivo alla questione del clima – per preservare la sicurezza umana, animale e ambientale.
Questa è la priorità fondamentale della Presidenza italiana del G20.

Il gruppo di esperti scientifici (Scientific Expert Panel) ha affermato che la maggior parte delle malattie infettive sono causate da agenti patogeni derivati dagli animali.
La loro comparsa è in gran parte causata dalla deforestazione, dallo sfruttamento della fauna selvatica e da altre attività umane.
Un’efficace azione di salvaguardia ambientale può aiutare a difendere il benessere degli animali e, in ultima analisi, mitigare il rischio di nuove minacce per la salute.

Nel perseguire una strategia comune per prevenire future pandemie, dobbiamo mantenere il nostro impegno a limitare i danni ambientali e ad affrontare la crisi climatica.
Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile forniscono una serie di passi utili per raggiungere questo obiettivo generale, a partire dalla conferenza COP26 che -come ho detto prima – l’Italia presiede insieme al Regno Unito.

La cooperazione internazionale non deve essere limitata al settore pubblico.
Il commercio globale è altrettanto importante e molto è stato detto in merito.

La pandemia ci ha mostrato come la collaborazione tra le aziende sia fondamentale per promuovere l’innovazione e aumentare la produzione di beni medici essenziali.

I vaccini anti Covid-19 sono il prodotto di complesse catene di fornitura, che si estendono attraverso molti paesi, ognuno dei quali contribuisce con le proprie capacità e competenze industriali.

La Dichiarazione di Roma difende giustamente il ruolo del sistema di scambi multilaterali e in particolare il ruolo centrale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Dobbiamo preservare il commercio transfrontaliero ed eliminare barriere commerciali ingiustificate e divieti generali di esportazione.
Questo è essenziale se vogliamo reagire efficacemente agli shock.

Infine, la Dichiarazione sottolinea il ruolo della conoscenza per superare le crisi sanitarie attuali e future.

Dobbiamo continuare a investire nella scienza e fornire incentivi alle società private affinché facciano lo stesso.

Inoltre, dobbiamo garantire che le informazioni siano condivise rapidamente e apertamente, mantenendo al contempo un’adeguata protezione della proprietà intellettuale.

La collaborazione scientifica internazionale è stata uno dei fattori alla base del rapido sviluppo dei vaccini anti Covid-19.

Abbiamo bisogno di una migliore condivisione dei dati e di un maggiore trasferimento di conoscenza per consentire una distribuzione capillare ed equa dei frutti dell’innovazione.