Covip, investimenti, Casse e il rafforzamento strutturale

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Le Casse di previdenza hanno adottato propri regolamenti in materia di investimenti, si avvalgono di strutture interne preposte agli investimenti e di esperti che valutano ogni singolo investimento, ogni singolo rischio, ogni singolo obiettivo, è quanto emerge dal quadro di sintesi della Covip sugli Enti di previdenza privati. Un focus nel quale il Presidente della Covip, Mario Padula, da una parte chiede che venga approvato urgentemente il Regolamento interministeriale in materia di investimenti in quanto darebbe omogeneità alle Casse, e dall’altra auspica che questo tenga comunque conto di quella flessibilità che “consenta ai singoli enti scelte gestionali autonome e responsabili in ragione delle rispettive specificità”. Quindi omogeneità di regole negli investimenti pur nella specificità.

Investimenti che, secondo dati pubblicati sullo stesso report, crescono, con una importante quota derivante dalla redditività nonostante i rendimenti siano tassati al 26% al pari degli investitori speculativi. Così come sono tassate le prestazioni finanziate dagli stessi rendimenti, dando vita a quella doppia tassazione  che pone l’Italia tra le eccezioni rispetto al resto d’Europa.

E se diamo uno sguardo al patrimonio delle Casse, come sottolinea la stessa Covip, questo, dal 2011 al 2020, è cresciuto “di 45 miliardi, pari in media al 6,8% su base annua” arrivando a 100,7 miliardi di euro. Ed, infatti, il Presidente Padula, nella sua introduzione, ricorda che “In un’ottica di rinnovata progettualità per il Paese e di evoluzione dell’offerta di adeguati strumenti finanziari, le Casse di previdenza possono svolgere un’azione importante, assumendo iniziative che si inquadrino in un progetto di ampio respiro che abbia il baricentro nella promozione della crescita”.

Le Casse hanno ben presente la necessità di crescita del paese, investono già nel sistema Italia, come sottolineano i dati pubblicati, nel rispetto e adempimento però della loro finalità pubblica che, a differenza dei Fondi pensione, deve assicurare previdenza e assistenza primaria ai propri iscritti. Inoltre, le Casse contribuiscono alla fiscalità generale con le tasse che versano sui rendimenti degli investimenti dei contributi accantonati.

Per il Presidente Padula , però,  il Regolamento “favorirebbe il rafforzamento strutturale delle Casse e una più completa definizione di processi lineari e tracciabili, rendendone più efficace l’operatività in un ambito, quello delle scelte di investimento, fortemente sollecitato dalla complessità dei mercati finanziari”.

Un Regolamento che come ricorda lo stesso Padula nella sua relazione ha mosso i suoi primi passi 10 anni fa. Nel frattempo tutto è cambiato, e non solo per la pandemia che ha comunque tracciato un solco. La digitalizzazione, la trasformazione dei mercati del lavoro e delle stesse professioni, del mondo finanziario, italiano/europeo/mondiale, la demografia: mutamenti che le Casse stanno analizzando in ogni aspetto per delineare anche le politiche future di investimento facendo leva anche su quel “rafforzamento strutturale” che, leggendo il rapporto Covip, è già realtà.

Leggiamo cosa scrive il Presidente Covip.

“Tutte le casse di previdenza hanno adottato una propria regolamentazione in materia di investimenti tranne l’ONAOSI, la quale risulta comunque dotata di linee guida sulla gestione del patrimonio mobiliare, definite dall’organo di amministrazione tenendo anche conto delle specifiche esigenze poste dall’erogazione di peculiari prestazioni di carattere assistenziale (finalità esclusiva della stessa)”.

Inoltre, le Casse “dispongono di una struttura interna preposta agli investimenti; 10 di esse dispongono inoltre di una unità organizzativa specificamente dedicata agli investimenti immobiliari. Tutte le casse di previdenza contemplano, nella propria regolamentazione interna in materia di investimenti, uno o più advisor nel novero dei soggetti aventi competenze in tale ambito”.

Ed infine, “8 casse di previdenza si avvalgono di un advisor e 11 di due advisor. Questi soggetti sono tipicamente chiamati a supportare l’organo di amministrazione e le strutture interne delle casse su uno o più dei seguenti profili: definizione dell’asset allocation strategica (AAS) e tattica (AAT), selezione degli strumenti finanziari/gestori, controllo della gestione finanziaria e predisposizione di analisi di tipo asset-liability management (ALM). Su quest’ultimo punto si fa presente che le suddette casse di previdenza, eccettuati due casi, ricorrono a tali analisi per la definizione del proprio portafoglio strategico di riferimento (AAS), rappresentativo degli obiettivi finanziari perseguiti e dei connessi livelli di rischiosità. Va infine aggiunto, per completezza, che alcune di esse risultano avvalersi anche di ulteriori incarichi consulenziali per l’approfondimento di specifici aspetti della gestione finanziaria, quali profili legali, fiscali e, più di recente, profili connessi alle tematiche ESG (Environmental, Social and Governance)”.

Pe leggere alcuni dati o il quadro di sintesi cliccare su https://www.adepp.info/2021/10/covip-il-quadro-di-sintesi-sugli-investimenti-degli-enti-di-previdenza-privata/