Pilastro sociale europeo. Il target Italia

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Occupazione al 73%, 60% di adulti in attività formative ogni anno e oltre 3 milioni in meno di poveri, sono questi i target prioritari che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il 2030 in attuazione dell’Action Plan del Pilastro europeo dei diritti sociali.
Nel documento “State of play on the national targets for 2030“, appena pubblicato dalla Commissione europea, sono richiamati gli obiettivi prioritari fissati per l’Unione al Vertice sociale di Porto di maggio 2021 in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà.
I target sono stati approvati la scorsa settimana dal Consiglio EPSCO; in quella occasione, Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha ribadito che al Vertice sociale di Porto “tutti i leader e i partner dell’UE hanno convenuto che fosse giunto il momento di realizzare un’Europa sociale forte” e ha aggiunto “la Commissione ha pertanto fissato 3 obiettivi ambiziosi ma realistici per l’UE per mantenere elevato il livello di occupazione, integrare l’apprendimento permanente nella nostra economia sociale di mercato e ridurre la povertà, compresa la povertà infantile. Gli impegni assunti ora dai singoli Stati membri dimostrano la loro volontà di conseguire tali obiettivi” concludendo “Ora inizia il lavoro più arduo.”
A Porto, lo scorso anno, i leader dell’Unione europea avevano segnalato “l’importanza di seguire da vicino, anche al livello più alto, i progressi realizzati verso l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali nonché gli obiettivi prioritari dell’UE per il 2030”, ossia: 78% di occupazione, 60% di adulti che partecipano ad attività formative ogni anno, riduzione di 15 milioni di poveri in Europa.
Per il nostro Paese si tratta di aumentare il tasso di occupazione di 12 punti percentuali in 8 anni, facendo diminuire il gap occupazionale uomo-donna di oltre 10 punti percentuali, di accrescere la percentuale dei partecipanti a iniziative formative di oltre 25 punti percentuali e di ridurre di almeno 3,2 milioni il numero di persone a rischio povertà.
Secondo Schmit sono già evidenti dei progressi se si considera che, come si legge nel documento sullo stato di avanzamento dei lavori per gli obiettivi nazionali al 2030, “Tutti gli Stati membri  hanno ormai individuato e presentato alla Commissione i rispettivi obiettivi nazionali, definitivi o preliminari (cfr. tabella in allegato). Sulla base degli obiettivi presentati e grazie agli sforzi congiunti degli Stati membri, il raggiungimento degli obiettivi prioritari dell’UE per il 2030 su occupazione, competenze e riduzione della povertà appare raggiungibile”. Infatti, se si considerano gli obiettivi prioritari di ciascuno Stato membro, nel 2030 il tasso di occupazione nell’UE dovrebbe essere pari al 78,5% (ossia mezzo punto percentuale in più rispetto al target fissato dall’UE). Ugualmente, il numero di persone a rischio povertà dovrebbe ridursi di 15,6 milioni nell’UE (rispetto ai 15 milioni fissati dai target UE per il 2030). Al contrario, sempre in base agli impegni presi da ciascun Paese, la percentuale di adulti in formazione ogni anno non dovrebbe superare il 57,6% quindi circa 2,5 p.p. al di sotto di quel 60% che l’UE ritiene necessario per perseguire gli obiettivi dell’Italia Digitale.
Un risultato positivo che “è frutto di un intenso processo di consultazione a vari livelli, anche attraverso discussioni multilaterali tenutesi in seno ai due comitati occupazione (EMCO) e politiche sociali (SPC)” che hanno consentito di seguire passo passo i progressi compiuti”. La Commissione intende “proseguire il dialogo con gli Stati membri e il monitoraggio degli obiettivi nazionali e dell’UE”  integrandoli nelle attività di sorveglianza multilaterale svolte dai due comitati EMCO e SPC. In questo modo sarà possibile identificare per tempo “le sfide e le difficoltà riscontrate per il raggiungimento degli obiettivi nazionali” in ciascuno Stato membro e apportare i possibili correttivi ai fini del conseguimento dei target prioritari a livello europeo entro il 2030.