Neo laureati e mercato del lavoro. Il Rapporto AlmaLaurea 2023

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E’ stato presentato nei giorni scorsi, a Palermo, il nuovo studio targato AlmaLaurea. Dall’indagine risulta che gli studenti degli atenei italiani si laureano con voti più alti e arrivano sempre più giovani al titolo; sono, inoltre, più coinvolti in attività che connettono università e mondo del lavoro. Salgono i tassi di occupazione, ma le retribuzioni reali dei laureati scontano le difficoltà del contesto geopolitico.

Si evidenziano le criticità del caro-affitti. Riprende la mobilità dei laureati per motivi di lavoro.

Il mercato del lavoro accoglie i laureati…

Nel 2022 migliora ancora la capacità di assorbimento del mercato del lavoro, rispetto non solo al 2021, ma anche a quanto osservato negli anni precedenti la pandemia. Così si registrano i più alti livelli occupazionali dell’ultimo decennio, tra i laureati sia di primo sia di secondo livello, e ancora sia tra i neolaureati sia tra chi ha conseguito il titolo da più tempo; fanno eccezione solo i laureati di secondo livello a cinque anni dal titolo, il cui tasso di occupazione nel 2022 è comunque molto elevato e in progressivo aumento.

Il tasso di occupazione a un anno dal titolo risulta pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello (+0,9% e +2,5% sul 2021).
A cinque anni il tasso di occupazione è pari al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello (+2,5% e +0,2% sul 2021).

… ma genere e territorio fanno ancora la differenza

L’analisi di genere mostra che, a parità di ogni altra condizione, a un anno dal titolo gli uomini hanno l’11,7% di probabilità in più di essere occupati rispetto alle donne.
Anche in termini di ripartizione geografica di residenza si confermano significative differenze. Quanti risiedono al Nord presentano una maggiore probabilità di essere occupati (+32,1%) rispetto a quanti risiedono nel Mezzogiorno. Inoltre, chi si sposta per motivi di studio ha il 6,0% in più di probabilità di essere occupato rispetto a chi studia nella stessa provincia di residenza.

Altri elementi con una relazione positiva con la probabilità di occupazione a un anno dal titolo sono:
le esperienze di studio all’estero, sia che si tratti di esperienze riconosciute dal proprio corso di studio (+12,3% di probabilità di essere occupato) sia di iniziative personali (+25,8%), le iniziative realizzate dagli atenei a supporto della transizione università-lavoro (+8,0%), i tirocini curriculari (+4,3%).

Tipologia dell’attività lavorativa: forme contrattuali e smart working
Tra gli occupati a un anno dal titolo, i contratti a tempo indeterminato sono aumentati (+4,6 punti percentuali per i laureati di primo livello e +3,9 punti per quelli di secondo livello, rispetto al 2021) mentre si sono ridotti sia i contratti a tempo determinato (-4,0% e -2,3%) sia le attività in proprio (-0,4% e -1,4%).

Anche a cinque anni dal conseguimento del titolo i contratti a tempo indeterminato risultano in aumento,soprattutto tra i laureati di primo livello (+3,7 punti percentuali; +0,5 per quelli di secondo livello) e coinvolgono oltre la metà degli occupati (68,2% tra i laureati di primo livello e 51,1% tra quelli di secondo livello).

La rilevazione AlmaLaurea sul 2022 mostra come lo smart working, e più in generale il lavoro da remoto, coinvolga il 17,0% dei laureati di primo livello e il 27,6% di quelli di secondo livello occupati a un anno dal titolo. Nonostante le quote siano in calo rispetto a quanto osservato nel 2021 (-2,7% e -3,9%), a seguito di un graduale ritorno alla normalità dopo la fase emergenziale, questa modalità di lavoro è comunque più diffusa rispetto a quanto osservato prima dello scoppio della pandemia.

Retribuzione
Nel 2022 le retribuzioni mensili nette sono risultate in crescita in termini nominali. Tuttavia, il quadro cambia in modo sostanziale se si tiene conto del potere d’acquisto mutato dagli elevati livelli di inflazione, conseguenza della perdurante instabilità geopolitica.

Nel 2022, a un anno dal titolo, la retribuzione mensile netta è, in media, pari a 1.332 euro per i laureati di primo livello e a 1.366 euro per i laureati di secondo livello. In termini reali tali valori sono in calo nell’ultimo anno del 4,1% per i laureati di primo livello e del 5,1% per quelli di secondo livello.

A cinque anni dal titolo la retribuzione mensile netta è pari a 1.635 euro per i laureati di primo livello e a 1.697 euro per quelli di secondo livello, con una riduzione delle retribuzioni reali rispetto al 2021 del 2,4% e del 3,3%.

Le tradizionali differenze di genere, già evidenziate per il tasso di occupazione, si confermano significative anche sulla retribuzione: a parità di condizioni, a un anno dalla laurea gli uomini percepiscono in media 70 euro netti in più al mese.

Si rilevano differenziali retributivi anche in termini territoriali: rispetto a chi è occupato nel
Mezzogiorno, chi lavora al Nord percepisce in media 101 euro mensili netti in più, mentre chi lavora al Centro 53 euro in più. Ma è soprattutto tra i laureati che lavorano all’estero che il vantaggio retributivo si accentua sensibilmente: oltre 600 euro netti mensili in più rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno.

Efficacia della laurea
Nel 2022, si rileva che a un anno dalla laurea il titolo è “molto efficace o efficace” per il 59,3% degli occupati di primo livello e per il 68,7% di quelli di secondo livello. Rispetto all’indagine del 2021, i livelli di efficacia risultano in lieve calo per i laureati di primo livello (-0,6 punti percentuali), mentre tra i laureati di secondo livello il calo è più accentuato (-2,6 punti). A cinque anni tali quote si attestano, rispettivamente, al 67,6% e al 72,7% degli occupati di primo e secondo livello. Rispetto all’analoga rilevazione del 2021, i livelli di efficacia risultano in aumento di 1,3 punti percentuali tra gli occupati di primo livello e di 0,6 punti percentuali tra quelli di secondo livello.

Mobilità per motivi di lavoro.
Si conferma la maggiore mobilità lungo la direttrice Sud-Nord

Dal confronto tra la ripartizione geografica di residenza e quella di lavoro, emerge che nel 2022, complessivamente, la mobilità per motivi di lavoro riguarda il 15,8% dei laureati di primo livello e il 27,0% di quelli di secondo livello occupati a un anno dal conseguimento del titolo. La mobilità per lavoro riguarda soprattutto i residenti nel Mezzogiorno (33,3% per i laureati di primo livello e 47,5% per quelli di secondo livello), mentre è decisamente più contenuta per i residenti al Nord (4,5% e 6,1%, rispettivamente).

Dopo le limitazioni degli spostamenti legate alla diffusione della pandemia da Covid-19, nel 2022 si osserva un aumento della mobilità per ragioni lavorative. Tale incremento è più consistente per i residenti nel Mezzogiorno (nell’ultimo anno oltre 2 punti percentuali), per gli uomini e per quanti provengono da contesti familiari più favoriti.

RAPPORTO 2023 COMPLETO AI LINK
https://www.almalaurea.it/i-dati/le-nostre-indagini/profilo-dei-laureati
https://www.almalaurea.it/i-dati/le-nostre-indagini/condizione-occupazionale-laureati

A CORREDO
● SINTESI DEL RAPPORTO 2023
● FOCUS SULLA MOBILITÀ TERRITORIALE
● INFOGRAFICHE