Risoluzione su relazione BCE 2023

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Negli ultimi dieci anni. Dall’epoca della Grande Recessione del 2008, l’area dell’euro ha sperimentato un’inflazione molto moderata e ha faticato a raggiungere l’obiettivo di inflazione autoproposto del 2%. La Banca Centrale Europea (BCE) ha cercato di stimolare l’economia europea iniettando ingenti quantità di liquidità nei mercati, utilizzando politiche di “quantitative easing” con tassi d’interesse bassi o addirittura negativi e programmi di acquisto di attività. Tuttavia, i risultati sono stati dubbi, con una crescita della produttività e dell’innovazione stagnante intorno all’1%, mentre altre economie avanzate hanno ottenuto risultati migliori.

Queste politiche hanno portato all’accumulo di crescenti quantità di debito da parte di famiglie, imprese e governi. I tassi di interesse bassi hanno consentito a paesi fortemente indebitati di evitare riforme necessarie o di ridurre i deficit pubblici, ma senza conseguire risultati significativi. La limitata applicazione del Patto di Stabilità e Crescita non ha aiutato. Il debito pubblico rimane molto alto, i prezzi delle case sono aumentati rapidamente e molte aziende in difficoltà rimangono vita rallentando l’economia, mentre i tassi d’interesse non hanno giovato ai risparmi delle persone.

In un contesto economico e finanziario contraddistinto da grande liquidità, stabilità geopolitica, un commercio globale relativamente aperto e di “business as usual”, i responsabili delle politiche hanno lanciato programmi fiscali e monetari espansivi, incluso il giusto contrasto al cambiamento climatico. Tuttavia, l’equilibrio tra domanda e offerta è stato interrotto da eventi come la pandemia di Covid-19 e le crisi energetiche, causando un aumento dei prezzi e dell’inflazione a doppia cifra.

Nonostante il suo mandato principale sia la stabilità dei prezzi, la BCE ha a lungo sostenuto che l’inflazione era “transitoria” e ha evitato di combatterla, mentre altre banche centrali iniziavano ad aumentare i tassi d’interesse. Questa politica ha causato danni, con industrie che tagliano gli investimenti nell’UE, spostando le loro attività in altre aree commerciali o trasferendo i costi dell’inflazione ai consumatori.

La BCE ha smesso il “quantitative easing” nell’estate del 2022, ma i tassi d’interesse sono ancora inferiori al tasso di inflazione. In un mondo sempre più frammentato e orientato verso il protezionismo, con una transizione verde e digitale in corso e con effetti di seconda fase dell’inflazione in vista, l’Europa sta rivalutando l’importanza della stabilità dei prezzi nella politica della BCE. La BCE è indipendente da influenze politiche, ma deve rispettare il suo mandato per mantenere la sua legittimità pubblica.

Il presidente della BCE, Lagarde, ha dichiarato la sua determinazione a combattere l’inflazione, ma ha anche indicato che i modelli del passato potrebbero non essere adatti per il futuro. Si sta quindi valutando la necessità di rivedere i modelli e l’obiettivo di inflazione del 2% a medio termine. Altri argomenti di interesse includono l’introduzione di un euro digitale, le regole di governance economica proposte per le finanze pubbliche e la regolamentazione delle industrie finanziarie non tradizionali come il settore bancario o il cripto.

In sintesi, vengono trattati temi come l’inflazione, le politiche della BCE e la necessità di rivedere i modelli e gli obiettivi di politica monetaria in un ambiente economico e geopolitico in evoluzione.

 

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