Il Pacchetto d’Autunno dell’UE: Analisi e Prospettive per la Competitività a Lungo Termine

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Il 21 novembre la Commissione ha rilasciato il cosiddetto “pacchetto d’autunno”. Ne fanno parte le raccomandazioni del Consiglio sulla politica economica dell’area euro per il 2024 e il 2025 e la Comunicazione della Commissione sull’Analisi annuale della crescita sostenibile 2024 (Annual Sustainable Growth Survey).

Quest’ultima, in particolare, mette in evidenza l’agenda politica socioeconomica dell’UE, tenendo conto dell’evoluzione del panorama macroeconomico, sociale e geopolitico.

Sebbene l’economia abbia subito un rallentamento nel 2023 – rispetto al forte rimbalzo post Covid registrato nel 2022 – e i rischi e le incertezze rimangano elevati, anche a causa della situazione in Medio Oriente, il tasso di occupazione nell’UE è a un massimo storico e la disoccupazione ha raggiunto livelli minimi mai visti, anche se con differenze significative tra Stati membri e tra regioni. Permangono sfide strutturali, tuttavia, secondo la Commissione i recenti successi dimostrano l’importanza delle decisioni comuni dell’UE per l’economia del futuro.

Nel Rapporto si richiama la dichiarazione di Granada con la quale l’UE si è impegnata a rafforzare la propria competitività a lungo termine e a costruire una base economica resiliente affrontando le sfide strutturali. Oltre a perseguire la sua politica commerciale aperta ed equa, a investire nei partenariati e a difendersi dalle pratiche sleali (ad esempio dalla Cina), l’UE dovrà assicurarsi catene di approvvigionamento resilienti e diversificate per rafforzare la propria sicurezza economica, in particolare, per quanto riguarda le materie prime critiche, i componenti tecnologici e le attrezzature. Per migliorare ulteriormente il vantaggio competitivo dell’UE, inoltre, è fondamentale garantire lo sviluppo delle competenze e delle abilità necessarie per la transizione verde e digitale, gestire il cambiamento demografico, aumentare gli investimenti e promuovere l’innovazione.

Un secondo elemento di rilievo è il progredire dell’UE nell’abbandono dei combustibili fossili. Sulla base degli impegni assunti nell’ambito del Green Deal europeo, l’Europa sta spingendo per la decarbonizzazione di industrie, energia, edifici e trasporti e ha accelerato in modo significativo la transizione verso l’energia pulita.

Le risorse dell’Unione al contempo promuovono la transizione verde e digitale, le competenze e l’occupazione per rafforzare la competitività dell’UE a livello nazionale e regionale, soprattutto, attraverso l’attuazione dei Piani di ripresa e resilienza da parte degli Stati membri. In proposito, il ciclo 2024 del Semestre europeo farà il punto sull’attuazione in corso dei PNRR e dei programmi della politica di coesione, esaminando come si completano a vicenda in termini di finanziamenti e risultati politici.

 

Le quattro dimensioni della sostenibilità competitiva nel Rapporto

La stabilità macroeconomica è la prima della quattro dimensione della sostenibilità competitiva. Secondo le previsioni d’autunno, l’economia dell’UE crescerà di un modesto 0,6% nel 2023, per poi registrare una ripresa dell’1,3% nel 2024 e dell’1,7% nel 2025. L’inflazione dovrebbe continuare a diminuire, raggiungendo il 2,4% nel 2025 nell’UE. Questo, assieme a salari più elevati e a un mercato del lavoro ancora forte, contribuiranno a una graduale ripresa del potere d’acquisto delle famiglie. I rischi legati al debito elevato e alla divergenza dei prezzi rimangono rilevanti. Se da un lato il contesto inflazionistico ha facilitato una più rapida riduzione dell’alto debito, dall’altro lato, le condizioni di finanziamento più rigide potrebbero, secondo la Commissione, portare a un aumento delle tensioni legate al debito elevato, sia nel settore privato che in quello pubblico. Ciò riguarderebbe in particolare gli Stati membri in cui il servizio del debito richiede ampi rimborsi del debito o in cui il settore privato deve far fronte a forti aumenti dei pagamenti degli interessi. La relazione sul meccanismo di allerta contiene l’analisi della Commissione sull’evoluzione degli squilibri e dei rischi emergenti. La prossima primavera, saranno condotte analisi approfondite per dodici Stati membri Cipro, Francia, Germania, Grecia, Spagna, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia si tratterà di un effetto degli squilibri o squilibri eccessivi individuati la scorsa primavera, mentre per la Slovacchia l’esame approfondito sarà condotto sul rischio di nuovi squilibri emergenti.

Con la scadenza della clausola generale di salvaguardia prevista dal Patto di stabilità e crescita alla fine del 2023, la politica fiscale deve sostenere la politica monetaria nella riduzione dell’inflazione e salvaguardare la sostenibilità fiscale, fornendo al contempo spazio sufficiente per ulteriori investimenti e sostenendo la crescita a lungo termine.

La Commissione ritiene che le misure di emergenza fiscale adottate per rispondere allo shock dei prezzi dell’energia dovrebbero essere chiuse al più presto. Il sostegno alle famiglie vulnerabili, secondo le analisi della Commissione, dovrebbe essere fornito in modo mirato attraverso sistemi di protezione sociale e reti di sicurezza sociale consolidate. Come annunciato negli orientamenti per la politica di bilancio per il 2024, la Commissione proporrà al Consiglio di avviare procedure per disavanzo eccessivo nella primavera del 2024 sulla base dei dati relativi ai risultati del 2023, in linea con le disposizioni giuridiche vigenti.

 

La seconda dimensione della sostenibilità competitiva è quella della ambientale. Le azioni intraprese dall’UE e dai suoi Stati membri hanno contribuito a riportare i prezzi dell’energia ai livelli pre-crisi, mentre gli investimenti in fonti energetiche pulite contribuiscono a stabilizzare l’approvvigionamento futuro. Sebbene l’UE abbia aumentato la resilienza del proprio sistema energetico, le condizioni di mercato sono ancora soggette a incertezza, anche a causa della crisi mediorientale. Dal febbraio 2022, l’UE ha interrotto tutte le importazioni di carbone russo, ha ridotto le importazioni di petrolio russo di circa il 90% e le importazioni totali di gas russo di circa due terzi. I livelli di stoccaggio del gas naturale sono a livelli record in anticipo, al 100% nel novembre 2023. La Commissione rivendica il successo dell’attuazione del quadro UE sulla riduzione della domanda da parte degli Stati membri, in vista dell’inverno, e lo strumento di aggregazione della domanda (AggregateEU) che sta dando risultati concreti.

Gli Stati membri stanno concentrando i loro sforzi sull’attuazione dei capitoli REPowerEU dei programmi di sviluppo rurale, integrati dai fondi della politica di coesione. Finora, 23 Stati membri hanno presentato i loro capitoli REPowerEU, per una dotazione di 54 miliardi di euro. Le misure di REPowerEU comprendono lo snellimento delle procedure di autorizzazione per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e degli impianti di stoccaggio, l’aumento delle misure di efficienza energetica per ridurre la povertà energetica e il sostegno allo sviluppo delle catene di valore delle materie prime e delle tecnologie critiche necessarie per la transizione verde. La Commissione richiama gli Stati membri alla piena e tempestiva attuazione dei piani nazionali aggiornati per l’energia e il clima (NECP). La Commissione pubblicherà le raccomandazioni specifiche degli Stati membri per i loro progetti di NECP nel dicembre 2023 e si aspetta che queste vengano prese pienamente in considerazione nei NECP finali, previsti per giugno 2024.

Il rafforzamento dell’industria net zero dell’UE è essenziale per fornire le tecnologie e i componenti necessari a realizzare il Green Deal europeo e per mantenere la competitività dell’industria europea. La futura competitività dell’industria europea net zero sarà determinata da una fornitura stabile di energia accessibile e sempre più pulita, dalla disponibilità di una forza lavoro altamente qualificata e da adeguati finanziamenti pubblici e privati. Anche la disponibilità di materie prime a prezzi accessibili, la continua apertura commerciale e un ambiente imprenditoriale favorevole sono elementi fondamentali.

 

La terza dimensione della competitività sostenibile è quella della produttività. Sebbene la produttività sia il principale motore della competitività, la crescita media della produttività nell’UE è rimasta stagnante nell’ultimo decennio. La produttività del lavoro per ora lavorata è aumentata solo del 6% dal 2015. L’aumento della produttività dipende dal miglioramento delle condizioni quadro, dall’approfondimento del mercato unico e dal rispetto dello Stato di diritto.

La “Relazione sul mercato unico e la competitività” che sarà pubblicata dalla Commissione a gennaio 2024 servirà come base per un ciclo di governance annuale e per la discussione sul mercato unico e sulla competitività e produttività a lungo termine, come richiesto dal Consiglio europeo. Una trasformazione digitale lenta e disomogenea, in generale, e la carenza di competenze in vari settori rappresentano ostacoli importanti alla crescita della produttività. Per aumentare la produttività sono necessari forti incentivi attraverso il sistema fiscale e previdenziale e un’efficace istruzione e formazione per aumentare l’offerta di lavoro e la disponibilità di una forza lavoro flessibile e qualificata.

Promuovere un ambiente imprenditoriale equo e favorevole alle PMI è fondamentale per rafforzare il mercato unico. Il pacchetto di misure di sostegno alle PMI comprende una proposta per combattere i ritardi di pagamento. Il pacchetto mira a rendere più eque le transazioni commerciali, a migliorare la liquidità e la resilienza delle PMI e a stimolare la competitività delle imprese dell’UE.  Ma il percorso di crescita dell’UE dipende in larga misura dall’adozione della digitalizzazione. Mentre le tecnologie digitali offrono vantaggi competitivi, servizi migliori e mercati più ampi per le grandi imprese, il livello di digitalizzazione delle PMI rimane disomogeneo tra gli Stati membri e i settori, soprattutto tra le PMI più tradizionali, che non hanno sufficienti risorse economiche e profili specializzati al loro interno.

Infine, per ridurre i divari di produttività nell’UE è necessario concentrarsi anche sulle regioni in cui la produttività è stagnante e che possono beneficiare della complementarità tra il Fondo di rotazione e i fondi della politica di coesione a livello regionale. Le disparità nell’accesso all’istruzione e alla formazione, all’assistenza sanitaria, alla ricerca, all’innovazione, alla mobilità e alle infrastrutture digitali di alta qualità sono ulteriormente accentuate nelle aree rurali e ultraperiferiche.

La quarta dimensione della competitività sostenibile riguarda l’equità. Il mercato del lavoro dell’UE continua a registrare risultati complessivamente buoni nonostante il rallentamento della crescita economica, anche se persistono disparità regionali, con alcuni gruppi di popolazione che ne beneficiano meno. Il tasso di occupazione ha raggiunto il livello record del 75,4% nel secondo trimestre del 2023, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 6,0%, il tasso più basso mai registrato nell’UE. Mentre alcuni Stati membri hanno compiuto progressi significativi, altri hanno registrato tassi di disoccupazione ancora superiori all’11%. Allo stesso tempo, i risultati del mercato del lavoro mostrano forti disparità regionali all’interno degli Stati membri. Gli elevati livelli di carenza di manodopera e di competenze rappresentano un ostacolo importante per la crescita sostenibile, l’innovazione e la competitività e richiedono un’azione mirata.

In questo mercato del lavoro rigido, oltre due terzi dei datori di lavoro non riescono a trovare i talenti di cui hanno bisogno. Le carenze sono comuni nel settore sanitario, nelle discipline STEM (in particolare le TIC), nelle professioni verdi e in alcuni servizi.

Il talento delle donne, dei giovani e degli anziani, delle persone poco qualificate, delle persone con disabilità e di altri gruppi svantaggiati e sottorappresentati è necessario al mercato del lavoro. La Commissione spinge affinché il 20% di popolazione inattiva in età lavorativa, compresi 8 milioni di giovani che non lavorano, non studiano e non seguono una formazione. E’ necessario garantire a tutti le pari opportunità, anche attraverso l’attuazione delle strategie per la parità dell’UE.

Le azioni dovrebbero essere orientate ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro per migliorare l’occupazione e i risultati sociali. Ciò comprende il rafforzamento delle politiche attive del mercato del lavoro, l’accesso a un’istruzione e a un’assistenza per la prima infanzia di qualità e a prezzi accessibili, nonché a un’assistenza a lungo termine, sistemi fiscali e previdenziali che sostengano il lavoro (anche spostando la tassazione dal lavoro agli obiettivi ambientali e climatici), condizioni di lavoro adeguate e possibilità di migrazione legale gestita, garantendo al contempo i diritti del lavoro e di protezione sociale.

La necessità di politiche di protezione sociale e di inclusione adeguate e sostenibili rimane elevata. Alla luce dei cambiamenti demografici e dei mercati del lavoro in rapida evoluzione, sono essenziali sistemi di protezione sociale sostenibili, che garantiscano l’accesso alla protezione sociale e un adeguato sostegno al reddito.

 

Conclusioni

In risposta a un mondo che cambia, l’UE si impegna a rafforzare la propria competitività a lungo termine attraverso una transizione verde e digitale, garantendo al contempo l’equità sociale. Nell’ambito del Semestre europeo, la Commissione continuerà a monitorare da vicino gli impatti sociali ed economici e a proporre raccomandazioni per sbloccare il potenziale di competitività di ciascuno Stato membro, promuovendo l’autonomia strategica aperta e la crescita netta zero e una transizione verde e digitale equa, riducendo al contempo le disparità regionali. A questo proposito, il ciclo 2024 del Semestre europeo si concentrerà specificamente sulla garanzia e sull’espansione delle sinergie e delle complementarietà tra l’attuazione dei programmi di ricerca e sviluppo e i programmi della politica di coesione, individuando al contempo le aree che necessitano di ulteriori investimenti e riforme a livello nazionale e regionale.