L’intelligenza artificiale (IA) è passata da tecnologia di nicchia a uno strumento mainstream in vari settori, preannunciando cambiamenti significativi nelle modalità di progettazione, erogazione e gestione dei servizi.
L’integrazione dell’IA nel campo della protezione sociale può portare a una maggiore efficienza e tempestività, a una migliore fornitura di servizi agli individui e a una migliore gestione delle risorse. Tuttavia, nonostante la sua diffusa adozione, permane una comprensione nebulosa delle implicazioni specifiche dell’Atto europeo sull’IA sui sistemi di sicurezza sociale.
Questa ambiguità richiede un dialogo strutturato per acquisire una comprensione più chiara dell’impatto della legge sull’IA e per esaminare i percorsi strategici per l’innovazione tra le organizzazioni che forniscono protezione sociale in tutta l’UE. L’obiettivo del webinar era quello di fornire chiarezza e approfondimenti strategici sull’integrazione dell’IA nei sistemi di protezione sociale. Si trattava di discutere sulle sfide pressanti poste dai quadri normativi, esplorare le opportunità di innovazione e cooperazione ed evidenziare le potenziali difficoltà nell’implementazione di sistemi di IA efficaci affinché l’IA possa contribuire positivamente agli obiettivi attuali e alle esigenze future dei sistemi di welfare nell’UE.
Il webinar è stato aperto dall’intervento di Martin Ulbrich (funzionario della DG CONNECT che ha collaborato alla predisposizione del Libro bianco sull’IA e dell’AI Act), il quale ha presentato i contenuti della AI Act e le sue implicazioni per le politiche nazionali nonché la priorità dell’implementazione dell’IA guidata dall’esperienza dell’utente.
È seguito il primo panel “Pratiche promettenti di applicazione dell’IA per la protezione sociale”, in cui si è discusso delle migliori pratiche e dei casi di studio dei Paesi dell’UE, nonché dell’esplorazione dei piani di implementazione e degli esempi realizzati all’interno delle organizzazioni di protezione sociale. In particolare, Vincenzo Di Nicola dell’INPS ha illustrato la rapida digitalizzazione innescata nell’Istituto dalla pandemia COVID-19.
Nel corso della pandemia, infatti, l’INPS si è trovata ad affrontare un’impennata significativa di comunicazioni elettroniche soggette a verifica individuale che sono raddoppiate rispetto ai 3 milioni nel 2019 (nel 2023 erano 6 milioni). Ed è riuscita a farlo senza aumentare il personale grazie all’introduzione nel 2021 di un sistema di intelligenza artificiale che utilizza tecnologie avanzate come GPT-2 e BERT di Google per analizzare, classificare e indirizzare le e-mail ai reparti competenti. Questo sistema alimentato dall’AI migliora notevolmente i tempi di reazione e riduce lo stress del personale, liberandolo da compiti ripetitivi. L’uso creativo dell’IA in INPS ha consentito all’amministrazione di ricevere un premio dall’UNESCO.
Assieme agli altri due esperti che hanno partecipato alla tavola rotonda, Di Nicola ha suggerito che l’UE potrebbe stabilire principi fondamentali per le architetture di sicurezza sociale guidate dall’IA, come ad es. garantire la supervisione umana, mantenere un equilibrio tra il giudizio umano e le capacità dell’IA e incorporare i valori europei. Tuttavia, non dovrebbe dettare tutti i dettagli tecnici di attuazione; sottolineando l’importanza di promuovere la discussione e di garantire che le applicazioni dell’IA nei servizi pubblici siano in linea con i valori europei, al fine di facilitare l’integrazione efficiente ed etica dell’IA. Sebbene l’UE abbia poca autorità in materia di protezione sociale, gli esperti hanno evidenziato il ruolo importante dell’UE nel facilitare questi dibattiti e nel garantire che gli Stati membri seguano i principi etici.
Il secondo panel ha affrontato il tema di “cosa si può fare a livello europeo per sostenere ulteriormente le soluzioni innovative di IA applicate alla protezione sociale” e ha offerto l’occasione per interrogarsi sul quadro normativo e sulle sue lacune. Sono state inoltre discusse le opportunità di ulteriore collaborazione transfrontaliera.
I partecipanti hanno discusso, dapprima, la raccomandazione del Consiglio sull’accesso alla protezione sociale, rilevando le lacune nell’accesso e il potenziale degli strumenti digitali, compresa l’IA, per migliorare l’erogazione e l’accessibilità dei programmi di protezione sociale. Sottolineano l’importanza delle soluzioni digitali per migliorare la comprensione e la partecipazione dei cittadini alla protezione sociale.
La Commissione europea è stata esortata a esplorare vari strumenti digitali e casi d’uso dell’intelligenza artificiale per la protezione sociale, a migliorare la trasparenza e a concentrarsi sull’aumento della partecipazione dei cittadini. La raccomandazione del Consiglio mira specificamente a colmare le lacune nell’accesso dei lavoratori non standard e dei lavoratori autonomi e include anche disposizioni specifiche per migliorare la trasparenza, sebbene questa dimensione sia stata spesso trascurata nelle relazioni di attuazione degli Stati membri.