L’evoluzione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea dopo il 2027 sarà con ogni probabilità guidata da nuove priorità e strategie, volte a rendere il bilancio europeo più performante, inclusivo e flessibile. Nel corso di un workshop organizzato dal Centro studi del Parlamento europeo il 7 novembre 2024, si è discusso dei possibili obiettivi del prossimo QFP tra i quali: il consolidamento delle politiche di “mainstreaming” (trasversali) nell’UE, la creazione di programmi basati sulla performance, il rafforzamento dell’importanza dei beni pubblici europei nel QFP, la gestione efficiente del debito e la flessibilità nel bilancio.
Un ulteriore tema, non secondario, è quello della quota di risorse da destinare all’imminente allargamento dell’UE con adattamenti significativi del bilancio pluriennale.
Mainstreaming e priorità trasversali
Il “mainstreaming”, ossia l’integrazione di obiettivi trasversali trasformativi delle prassi e politiche, quali il clima, la parità di genere, la biodiversità, nelle diverse politiche di settore, secondo gli esperti che hanno partecipato al workshop continuerà a essere un pilastro anche nel QFP post-2027. Pur riconoscendo l’efficacia generale delle politiche climatiche, gli altri ambiti hanno visto progressi più incerti, spesso a causa della difficoltà di definire indicatori chiari e misurabili. Con l’integrazione di nuovi obiettivi, come la competitività e la dimensione sociale, l’UE dovrà affrontare la sfida di bilanciare priorità potenzialmente contrastanti, con un ruolo cruciale per il Parlamento europeo nel monitoraggio e nell’analisi di queste politiche.
Bilancio basato sulla performance
L’orientamento verso un bilancio basato sulla performance, delineato dalla futura Commissione, intende spostare l’attenzione dalla gestione dei fondi al raggiungimento di risultati misurabili (come avviene con il RRF nei PNRR). Ciò comporta la definizione accurata di indicatori in linea con gli obiettivi di spesa, e richiede un sistema IT integrato per la raccolta dati, automatizzazione dei report e verifica affidabile (come avviene nel sistema “REGIS” dello strumento di ripresa e resilienza). Saranno essenziali formazione continua e l’utilizzo dell’IA per garantire efficienza di questo sistema di misurazione della performance di bilancio. In questo scenario, il Parlamento potrebbe istituire un Ufficio per il bilancio che, supportato da un database di indicatori, rafforzi il controllo sulle performance e le entrate esterne dell’UE.
Beni pubblici europei e nuove entrate
Nel QFP 2028-2034, i beni pubblici europei (EPG) dovranno assumere un ruolo centrale, comportando un possibile raddoppio del bilancio. Per far fronte a queste esigenze, saranno necessarie risorse proprie (own resources) aggiuntive, con proposte di imposte e quote su reddito e consumi. L’UE potrebbe introdurre anche un sistema di debito europeo come quarta fonte di finanziamento, pur mantenendo un controllo democratico sui costi tramite un limite di indebitamento stabilito.
Flessibilità del bilancio
In un contesto europeo caratterizzato da sfide globali e incertezze, sarà fondamentale una maggiore flessibilità nella gestione del bilancio. Tra le proposte degli esperti ed esperte intervenuti nell’evento del PE, emergono: i. la semplificazione dell’architettura del QFP, ii. un nuovo strumento di flessibilità non tematica, iii. una componente nazionale di flessibilità e iv. un meccanismo anticiclico. Un aumento della capacità di prestito ‘in-budget’ potrebbe garantire la rapidità dell’allocazione di risorse per progetti strategici.
Gestione del debito dell’UE
Con un debito che potrebbe raggiungere i 995 miliardi di euro entro il 2028, la gestione dei pagamenti di interessi e capitale rappresenterà una priorità. Parte di questo debito sarà destinata a prestiti a Stati membri e Ucraina, con un rischio di credito in caso di difficoltà finanziarie di quest’ultima. Le decisioni sul trattamento del debito di Next Generation EU (NGEU) influenzeranno le spese future, richiedendo un accordo per evitare che questi oneri limitino altri programmi dell’UE.
Allargamento dell’Unione europea
L’integrazione di nuovi Stati membri comporterà un aumento dei costi annuali stimato tra 15,7 e 26 miliardi di euro. Il sostegno ai Balcani occidentali, con la possibile estensione a Moldavia e Georgia, richiede un approccio condizionato per i governi centrali e flessibile per la società civile. Un’eventuale adesione dell’Ucraina solleverebbe problematiche nella politica agricola comune, richiedendo risorse aggiuntive o una distribuzione diversa dei fondi.
Per ulteriori infornazioni consultare il rapporto.