“Siamo cresciuti insieme, ci siamo confrontati tra Presidenti ma anche tra Direttori generali, responsabili uffici legali, finanziari. AdEPP ha questa caratteristica. 19 Casse, 19 teste, 19 voti, 19 quote uguali”. Così il Presidente dell’AdEPP, Alberto Oliveti, a conclusione della presentazione del XIV Report annuale dell’Associazione lanciando un ulteriore cammino possibile.
“Credo che dovremo aprirci alla Previdenza complementare, alla sanità integrativa e sul fronte investimenti essere noi stessi il benchmark delle nostre attività. Andare a metterci in sintonia per poter trovare delle modalità per rispettare quelle che sono le metriche, le dinamiche, le prassi, le evidenze del mondo dell’investimento finanziario. Sono convinto che abbiamo le professionalità, le capacità e la volontà per farlo insieme. Questo rappresenterebbe un’economia di scala straordinaria. Avere la possibilità di ridurre gli esami, le valutazioni, i confronti, avendo modalità comuni, ci rafforzerebbe tantissimo”.
E sull’equità intergenerazionale per Oliveti “funziona, al di là delle leggi, se c’è l’interesse, la convenienza a starci. Ed è questo che noi dobbiamo mettere in campo garantendo la tenuta del Sistema. E questo è un compito che l’AdEPP può avere, rafforzando la propria struttura in modo che possa portare avanti le linee strategiche che abbiamo impostato insieme”.
“Penso che i prossimi Stati Generali che faremo in maggio, saranno la nostra esternazione di attività, un momento particolare per raccontare quella che è la nostra visione avanzata, il prossimo step nel quale confrontare la bontà delle nostre azioni”.
Azioni che, in trenta anni, hanno portato tutto il Sistema Casse a raggiungere obiettivi che sia il mondo Politico sia quello finanziario/economico/bancario riconoscono ed apprezzano.
Lo dicono i dati che lo stesso Presidente Oliveti ha presentato alla numerosa platea intervenuta.
“Abbiamo scongiurato il decesso che qualcuno anticipava – ha detto Oliveti – e siamo ancora qui con i numeri che oggi presentiamo. Un Patrimonio in continua ascesa, un welfare sempre più integrato, investimenti in linea con i cambiamenti in atto e con la responsabilità che ci viene chiesta, un’attenzione a quelle fasce di iscritti che più hanno bisogno del nostro sostegno. Il futuro ci presenta possibili problemi che dovremo essere capaci di affrontare e credo che al di là della demografia, degli scenari economico-finanziari, la partita ce la giochiamo soprattutto sulla nostra capacità di adattamento al cambiamento tecnologico”.
Capacità già dimostrata in quello che è stato il passaggio fondamentale delle Casse da pubbliche a privatizzate soprattutto sul fronte investimenti. “Abbiamo cercato di diversificare – ricorda Oliveti – passando gradualmente da una componente immobiliare importante, dove si toccava in alcuni casi il 92%, ad una più coerente. Ho l’impressione che l’AdEPP abbia aiutato in questo percorso con gli obiettivi che ci siamo dati, con il WISE (welfare, investimenti, servizi, Europa), con il dialogo continuo tra presidenti”.
E sull’emanando Decreto investimenti, in uscita come annunciato dal Ministro del lavoro, Marina Calderone, “Vedremo se sarà meno impositivo, come delineato nel passato con limiti, vincoli, divieti, se sarà più declinato rispettando l’autonomia, la peculiarità di ogni singola Cassa, esponenziale della professione sottostante, se coglierà le caratteristiche demografiche e economiche, se ci saranno maglia larghe o strette. Il passaggio successivo è molto chiaro: ogni Cassa sulla base di questi criteri farà il proprio regolamento e lo manderà all’approvazione dei Ministeri”.
“Per quanto ci riguarda, gli investimenti li stiamo studiando a fondo, in maniera coordinata pur nella peculiarità di ogni singola Cassa”.
E i dati parlano chiaro. Undici Casse di previdenza privatizzate aderenti ad Adepp hanno investito nel capitale della Banca d’Italia 1,95 miliardi a partire dal 2016 che le ha portate a detenere il 26% delle quote del capitale della Banca centrale.
E se anche sul fronte investimenti sull’ “economia reale” le Casse ci sono, come richiesto da tutti i Governi che si sono succeduti, queste sono ancora in attesa della più volte annunciata riduzione della tassazione dal 26% al 20%.
“Ci dicono che lo faranno, ci sono Ordini del giorno che lo chiedono, fatemi essere pratico, fino a che non vedo non credo. Purtroppo la situazione del Paese non so se possa portare a fare una cosa che sarebbe giusto fare. Noi non possiamo smettere di chiederla così come resta una nostra priorità l’eliminazione della doppia tassazione alla quale siamo sottoposti. Noi non possiamo pagare due volte la fiscalità su un sistema di protezione sociale. Addirittura paghiamo la fiscalità sull’assistenza che dovrebbe essere a carico dello Stato. Noi continueremo a dire che vogliamo essere trattati all’europea dove nessun Ente subisce un regime di tassazione come il nostro”.