Crisi abitativa in Europa, un problema diffuso e non solo tra i meno abbienti

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Negli ultimi 15 anni, i costi degli affitti nell’Unione europea sono aumentati del 18%, mentre i prezzi delle case hanno registrato un’impennata del 48%. Trovare un’abitazione a costi accessibili sta diventando sempre più difficile, specialmente nei centri urbani; inoltre, a fronte del continuo processo di urbanizzazione, l’UE deve intervenire per evitare un’ulteriore contrazione del mercato delle abitazioni.

La crisi abitativa non riguarda solo chi fatica ad acquistare una casa, ma si estende a tutta la popolazione. Il crescente costo della vita ha portato a un aumento della povertà abitativa, con circa 1,3 milioni di persone senza fissa dimora. Inoltre, il 9% dei cittadini dell’UE non riesce a riscaldare adeguatamente la propria abitazione, e il 15% vive in case con problemi strutturali come tetti danneggiati, umidità o muffa. Circa il 17% degli europei risiede in abitazioni sovraffollate, mentre il 34% circa occupa case eccessivamente grandi rispetto alle effettive necessità.

Nel 2023, il 10% della popolazione dell’UE ha destinato fino al 40% del proprio reddito disponibile a costi abitativi, con le percentuali più alte registrate in Grecia (34,2%), Danimarca (25,4%) e Germania (24,5%). Al contrario, Malta presenta la quota più bassa di reddito destinato a coprire i costi dell’abitazione (9%). Molto significativamente, il 9% delle famiglie europee ha accumulato ritardi nel pagamento di mutui, affitti o bollette.

Sebbene l’accessibilità abitativa sia storicamente una competenza degli Stati membri, la crescente emergenza ha spinto l’Unione europea ad assumere un ruolo più attivo. Nel 2024, la Commissione europea ha nominato per la prima volta un Commissario per l’Edilizia abitativa, Dan Jørgensen, e a febbraio 2025 ha istituito una task force dedicata per coordinare le iniziative in materia.

Già nel 2021, il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione per riconoscere il diritto fondamentale a un’abitazione adeguata. Successivamente, è stata istituita a fine 2024 la Commissione speciale per l’edilizia abitativa (Commissione HOUS) con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete. Intervenendo davanti alla Commissione HOUS a fine febbraio 2025, il Commissario Jørgensen ha sottolineato il ruolo chiave dell’UE nel supportare le autorità locali con misure per aumentare l’offerta di alloggi, semplificare la normativa e incentivare l’uso di nuove tecnologie e materiali innovativi.

Sul fronte finanziario, l’UE ha già stanziato 21,3 miliardi di euro dal Fondo per la ripresa e la resilienza (RRF) per investimenti e riforme nel settore abitativo e sta spingendo per un raddoppio dei fondi di coesione destinati all’edilizia accessibile.

Intervenendo sulla crisi abitativa, il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Commissario per la Coesione e le riforme, Raffaele Fitto, ha ribadito che la politica di coesione svolge un ruolo essenziale. Attualmente, sono stati allocati 7,5 miliardi di euro per il settore abitativo, cifra destinata a salire a 10,5 miliardi con il co-finanziamento nazionale. Fitto ha chiesto di rafforzare ulteriormente tali investimenti e ha avviato un dialogo con i ministri nazionali per spingere a un raddoppio dei fondi. La politica di coesione si sta adattando a rispondere alle esigenze specifiche delle diverse regioni europee, riconoscendo che le problematiche abitative variano tra le aree rurali, le isole e le città densamente popolate. Oltre alla costruzione di nuove abitazioni, le risorse europee della coesione stanno contribuendo all’efficientamento energetico degli edifici, con l’86% dei fondi destinato a questo obiettivo.

Diversi progetti finanziati dall’UE dimostrano come le politiche di coesione possono avere un impatto concreto. A Madrid sono stati acquistati 422 alloggi sociali destinati a famiglie marginalizzate, con un programma di integrazione che prevede supporto per l’istruzione e l’occupazione. In Svezia, a Skellefteå, sono stati costruiti 750 alloggi sociali efficienti dal punto di vista energetico, di cui il 50% destinato a studenti per favorire la transizione verde. A Porto in , Portogallo, un’iniziativa da 8 milioni di euro ha migliorato le abitazioni pubbliche installando isolamento termico e pannelli solari, riducendo i consumi energetici del 47%. In Lituania, a Panevėžys, un ex dormitorio è stato trasformato in 71 unità abitative sociali, con nuovi spazi verdi e infrastrutture per migliorare la qualità della vita. A Lovanio, in Belgio, con un investimento di 3 milioni di euro è stato ristrutturato un complesso di 120 appartamenti, migliorandone la sostenibilità e l’accessibilità. Infine, in Ungheria, nel distretto di Hősök tere/György-telep, un progetto da 1,7 milioni di euro ha trasformato 48 appartamenti inabitabili in alloggi moderni e connessi ai servizi pubblici.

I finanziamenti europei per l’edilizia sociale e l’efficienza energetica stanno contribuendo a migliorare la qualità della vita di migliaia di cittadini europei, riducendo i costi abitativi e promuovendo soluzioni sostenibili. Con l’aumento della popolazione urbana e la necessità di garantire alloggi dignitosi a prezzi accessibili, l’UE si trova di fronte alla sfida di rafforzare il proprio impegno e adattare le politiche di coesione alle esigenze del futuro.