Le Casse di previdenza volano e superano i 124 miliardi di euro

Alla fine del 2024, le attività complessivamente detenute dalle Casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 124,7 miliardi di euro, contro i 114 miliardi dell’anno precedente; a determinare la variazione ha contribuito oltre che il saldo tra contributi incassati e prestazioni erogate l’andamento positivo dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari. Questi alcuni dei dati contenuti nella Relazione annuale della Covip, presentata nei giorni scorsi a Roma.

Un “tesoretto” che ha dato il via ad alcune “proposte”. Mentre il Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, infatti, invita le Casse alla costruzione di una previdenza complementare, il Presidente della Covip  auspica che gli Enti di previdenza privati contribuiscano all’ampliamento dell’Autority.

La proposta del neo presidente Mario Pepe è scritta nero su bianco nelle considerazioni lette e commentate durante il suo intervento.

Attualmente il finanziamento della Covip, ricorda Pepe, “pesa in misura estremamente limitata sul bilancio pubblico”. Una parte significativa delle risorse necessarie al funzionamento dell’Autorita’ deriva dall’applicazione di un’aliquota di entita’ minima (0,5 per mille) sui flussi contributivi destinati ai fondi pensione.

Ma, visto che secondo il Presidente, le competenze dell’Autorità  “sono negli anni aumentate e oggi Covip può contare su un numero di risorse umane ed economiche contenuto e nettamente inferiore rispetto alle esigenze di vigilanza e a quello di altre Autorita’”, Pepe suggerisce di modificare l’aliquota contributiva estendendola anche alle Casse.

L’aliquota, afferma, “dovrebbe essere più correttamente modulata sul dato di stock delle risorse gestite. Considerando che, tra Casse di previdenza e Fondi pensione, le risorse gestite sono pari a circa 370 miliardi, l’impatto economico sugli enti sarebbe del tutto irrisorio”.

Le Casse, inoltre, potrebbero pensare sia ad una “forma di previdenza complementare” sia “ad un modello di sanità integrativa”.

Nella relazione del Presidente, infatti, si legge “Un diverso ordine di osservazioni attiene all’utilità di considerare il sistema della previdenza complementare come una componente di un più ampio e moderno modello di welfare integrato. In tale più avanzato modello, alla previdenza potrebbe validamente affiancarsi la sanità integrativa, verso la quale le persone mostrano crescente attenzione. Per i fondi pensione e per i fondi sanitari che nascono dalla contrattazione collettiva, l’integrazione delle forme di welfare consentirebbe una migliore distribuzione delle risorse messe a disposizione dal mondo produttivo e una razionalizzazione nelle prestazioni erogate”.

Anche il Sottosegretario al lavoro Durigon dal podio invita le Casse previdenziali privatizzate a pensare “a come formare il secondo pilastro perchè questo è diventata una necessità per tutti”.

“Avere una Cassa previdenziale come primo pilastro va bene – ha concluso Durigon – dobbiamo iniziare a pensare come si puo’ formare il secondo pilastro nelle Casse perche’ questo e’ diventato ormai una necessità per tutti”.

Le Casse in numeri secondo la Covip

Alla fine del 2024, le attività complessivamente detenute dalle casse di previdenza ammontano, a valori di mercato, a 124,7 miliardi di euro, contro i 114 miliardi dell’anno precedente; a determinare la variazione ha contribuito soprattutto l’andamento positivo dei mercati finanziari e in particolare di quelli azionari.

Tenendo conto anche delle componenti obbligazionaria e azionaria sottostanti gli OICVM detenuti, la quota più rilevante delle attività è costituita da titoli di debito, pari a 47,5 miliardi di euro, corrispondenti al 38,1% del totale. Gli investimenti in titoli di capitale sono pari a 24,3 miliardi di euro, il 19,5% del totale.

Gli investimenti immobiliari (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari controllate) si attestano nel complesso a 19,7 miliardi di euro, pari al 15,8% del totale.

Gli investimenti nell’economia italiana (titoli di Stato, titoli emessi da soggetti residenti in Italia e immobili) ammontano a 46,5 miliardi di euro, pari al 37,3% delle attività totali.

La componente immobiliare rimane predominante (17,1 miliardi di euro, pari al 13,7% del totale dell’attivo); seguono i titoli di Stato (15,5 miliardi, pari al 12,4% dell’attivo).

Gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane, pari a 9,6 miliardi di euro, restano sostanzialmente stabili rispetto al 2023 (7,7% delle attività); di questi, circa 852 milioni sono titoli di debito e 8,7 miliardi titoli di capitale (che comprendono 1,9 miliardi di quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia).