“Giornalisti, parlate delle cause del cambiamento climatico, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore”.
Iniziava così l’appello del luglio 2023 firmato da 100 scienziati e studiosi italiani (tra gli altri, Antonello Pasini, Nicola Armaroli, Stefano Caserini, Enrico Giovannini, Luca Mercalli, Telmo Pievani e il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi) ai giornalisti per chiedere una corretta e completa informazione relativa alla crisi climatica e alle sue conseguenze.
I disastri indotti dal riscaldamento globale, la grave pandemia ancora non del tutto debellata, i rischi per la salute legati all’inquinamento, le tensioni per i livelli occupazionali derivanti dalla crescente automazione, la presa di coscienza delle forti disuguaglianze esistenti all’interno dei Paesi industrializzati e non, le guerre (anche commerciali) tra le super-potenze sono tutti fattori che interrogano e preoccupano buona parte della comunità mondiale sulla tenuta complessiva dell’attuale modello di sviluppo.
Oggi ci troviamo di fronte a cambiamenti radicali che necessiterebbero di una guida strategica più lungimirante e responsabile e, invece, continuiamo ad assistere all’espandersi e intrecciarsi di alcune questioni rilevanti e assai critiche: climatica per l’appunto, economica, sociale e quella dell’informazione.
Ed ecco che, a prescindere dal luogo in cui viviamo, dalla nostra età, dal nostro lavoro, dalla nostra estrazione sociale, crisi climatica e crisi ambientale sono i temi “green” più trattati dalla stampa italiana nel 2024 con oltre 1 milione di citazioni complessive apparse su web, carta stampata, radio e tv. Seguono “economia circolare” (881mila apparizioni), “biodiversità” (667mila), “risorse” (intese come risorse idriche, agricoltura, parchi che totalizzano 639mila citazioni) e “energia” (con poco più di 630mila citazioni).
A sostenerlo è il Rapporto Eco Media 2024, giunto alla sua undicesima edizione, promosso da Pentapolis Institute ETS e dal web magazine Eco in Città, curato insieme a Volocom, e presentato nei giorni scorsi a Roma nella sede del Parlamento Europeo intitolata a ‘David Sassoli’ nell’ambito degli Stati Generali dell’Informazione Ambientale.
Nel periodo di analisi (1 gennaio – 31 dicembre 2024) la tematica “crisi” prevale su tutti i palinsesti, ad eccezione di quello radio, nel quale è il tema della “biodiversità” a ottenere il maggior numero di citazioni. Una notazione importante riguarda il palinsesto web che mostra un interesse maggiore per i temi economici legati all’ambiente rispetto alla tematica energia, fra le prime tre posizioni nei palinsesti stampa, radio e TV. Sulla carta stampata e all’interno del palinsesto televisivo sono le fonti locali a diffondere in misura maggiore l’informazione ambientale, mentre osservando il palinsesto radio si nota la prevalenza di radio nazionali.
Serve un cambio di paradigma: una sostenibilità e un’ecologia del desiderio, non solo del dovere – si legge nell’abstract del Report – Abbiamo l’esigenza di messaggi positivi ma anche di passionalità nei modi di trasferire la conoscenza: in questo, il “fenomeno
Greta” degli anni passati ha aiutato a cambiare un po’ anche le regole della comunicazione. Nostro compito, a vari livelli, sarà quello di amplificare un messaggio chiaro e corretto che sappia connettere i vari aspetti e tenga conto della complessità dell’ecosistema, soprattutto enfatizzi il concetto che la sostenibilità non è un di cui o un settore dell’agire umano, anche in termini giornalistici, ma la rotta da seguire in ciascuna nostra azione, in qualsiasi campo.
Per scaricare e leggere lo studio cliccare su file:///C:/Users/Poala%20Venanzi/Downloads/Rapporto%20Eco%20Media%202024%20(1).pdf