Delega Governo riforma ordini. Commercialisti e Esperti contabili. Via libera dal Cdm

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Il Consiglio dei ministri, dopo lo slittamento di una settimana fa,  ha approvato il disegno di legge di delega al Governo per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di dottore commercialista e di esperto contabile.

Nei giorni scorsi il Presidente della Cassa dei commercialisti, Ferdinando Boccia veva dichiarato che “A 20 anni dal varo del D.Lgs. 139/05 un aggiornamento dell’Ordinamento professionale è nella mission naturale del Consiglio Nazionale che è quello di valorizzare il ruolo dei professionisti, agevolando l’ingresso dei giovani professionisti con effetti positivi anche sulle dinamiche demografiche e previdenziali di riferimento. La Cassa dei Dottori Commercialisti ha già espresso nelle dovute sedi istituzionali le proprie osservazioni al progetto di riforma relativamente alla necessità di disciplinare lo svolgimento dell’attività in forma societaria coerentemente con la propria normativa previdenziale”.

Nella relazione informativa al Ddl si legge: in 18 anni i commercialisti under 40 iscritti all’albo sono diminuiti del 32,3%, mentre gli over 60 sono aumentati, anche per via dell’innalzamento dell’età pensionabile, del 64,3%; l’età media è passata da 47,4 a 52,5 anni. Inoltre, al di là del calo demografico, mentre i dati registrano un sensibile incremento del numero di laureati in economia nell’ultimo decennio (+31,5%), quelli che scelgono di svolgere il tirocinio professionale e successivamente di sostenere l’Esame di Stato per l’accesso alla professione di dottore commercialista e di esperto contabile sono diminuiti in
maniera drastica: -63,5%. In questo contesto, il vigente ordinamento della professione (D.Lgs. n. 139/2005), pur se oggetto di specifici interventi di modifica (decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203; decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59; decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137), si presenta obsoleto e un intervento di riforma appare improcrastinabile.

“Ci teniamo inoltre a ribadire – aveva concluso il Presidente della Cassa – per quanto scontato sia e già da tempo acclarato, che le riserve previdenziali private della Cassa Dottori Commercialisti (attuali e future) sono destinate a finanziarie unicamente la previdenza e l’assistenza dei Dottori Commercialisti e non possono essere sottratte agli stessi per destinarle ad altre finalità”.