“Le Casse sono l’unico baluardo di italianità che abbiamo rispetto a fondi esteri e a competitor come la banca francese” così l’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna ribadendo “il tema previdenziale, sembra incredibile, è assolutamente legato all’investire in equity perché la previdenza è per definizione a lungo termine e qualunque spettro temporale andiamo a prendere da 50 anni fa ad oggi, qualunque investimento sopra i 10 anni è sempre meglio farlo in equity rispetto ad altre attività”.
“Le Casse di previdenza – ha sottolineato Castagna – hanno creduto nella capacità di impiegare i soldi che i loro associati consegnavano ad esse per la futura pensione in questo sistema di infrastrutture economiche, sono state, qualche anno fa, in un momento in cui le borse e le banche vivevano momenti di difficoltà, molto coraggiose a investire anche nel sistema, volontariamente, liberamente, e non solo hanno dato uno slancio a questa capacità di produrre ricchezza per il Paese ma anche per se stesse. Un 500% in pochi anni. Hanno dimostrato la possibilità di convogliare un futuro da riconsegnare ai propri iscritti attraverso un servizio per il Paese”.
Un Paese che, per Francesco Canzonieri, Amministratore Delegato di Nextalia, è “fondato sulle Piccole e medie imprese. Penso che ce ne siano più di 160 mila con un fatturato al di sotto dei 50 milioni di euro. E per questa rete di imprese c’è un fondamentale bisogno di avere degli interlocutori che con loro siano in grado di farle crescere. Sicuramente la presenza sul territorio di istituti bancari come quello di Bpm è di fondamentale importanza per dare risposte sul territorio”.
E sul private equity “quello che fa è aiutare l’imprenditore, da coraggio, partendo dal presupposto che l’imprenditore in Italia ha il 100% del proprio patrimonio, o parte di questo, investito nell’azienda, dovendo far fronte a diverse tematiche come l’innovazione tecnologica, la transizione energetica, al cambiamento generazionale, alla crescita organica che sia nazionale ma anche internazionale. E il private equity in tutto questo può aiutarli essendo specializzata nella finanza e nel managment”.
“Siamo nati nel 2021, in quattro anni abbiamo lanciato 6 fondi di private market con una raccolta di 2 miliardi di euro di cui un terzo viene dalle Casse di previdenza. Tu puoi andare a incidere sul Paese, sbloccando dei problemi e creare ricchezza”.
“Voglio lanciare una lancia a favore del private equity – ha sottolineato Alberto Dalmasso Co-Founder & CEO – Satispay -. Satispay nei suoi 12 anni ha fatto operazioni per poco più mezzo miliardo di euro e 150 milioni di euro sono già i capitali restituiti ai nostri primi investitori, quindi è un asset class ancora non troppo guardata. Sappiamo che gli italiani, secondo popolo dopo il Giappone, per il risparmio privato hanno solo il 9% investito in azioni e praticamente il nulla in venture capital ed è l’economia dell’oggi”.
“Siamo comunque in una fase positiva, c’è un po’ di eco sistema, nascono molte più start up che riescono rapidamente a creare il loro mercato e credo che nei prossimi 10 anni sia un asset class sicuramente su cui investire e dare supporto a questo Paese. Purtroppo Satispay è l’unico Unicorno che abbiamo in questo Paese ma vi garantisco che il fatto di essere riusciti a raccogliere centinaia di milioni, di avere una valutazione di circa 1 miliardo ci ha consentito di portare in Italia anche dalla Silicon Valley i talenti che stanno formando migliaia di altre persone, portando competenze che prima qui non c’erano. Ci vorrebbero 100 altri Unicorni”.
Per riascoltare tutti gli interventi della prima tavola rotonda cliccare su https://www.youtube.com/watch?v=SCN08z447Hs