“Le Casse di previdenza sono un’eccellenza, voglio dirlo, perché a volte ve ne è una visione distorta. Sono un elemento fondamentale per la crescita e la salvaguardia delle pensioni dei liberi professionisti. E’ normale che la gestione delle Casse e del loro patrimonio sia stato fondamentale in questi anni, noi siamo l’organo di controllo e cerchiamo di collaborare con le istanze che giornalmente ci pongono”. Così il Sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon, dal palco degli stati Generali.
“Le Casse – ha sottolineato Durigon – ci sono sempre state e hanno sempre avuto un ruolo determinante. Ora dobbiamo avere un’idea di espandere le azioni che le Casse devono fare perché non basta più il primo pilastro, questo va cercato di potenziarlo con il secondo pilatro. L’innalzamento dell’età dei professionisti nel mondo del lavoro è un elemento sempre più importante e ingombrante, abbiamo norme che non facilitano l’uscita dal mercato del lavoro, l’intelligenza artificiale che impatta sul sistema e quindi anche le Casse devono ampliare il loro welfare. Abbiamo carenze di personale. Non siamo un Paese appetibile per i giovani, anche per i professionisti. Ne abbiamo formati 350.000 che sono andati a lavorare fuori dall’Italia. Per me è un obbrobrio, anche se fortunatamente alcuni ritornano. Noi dobbiamo dare risposte ai giovani e invertire questa tendenza”.
“Sugli investimenti lo metto all’ultimo perché ci tengo. Voglio ricordare che le Casse nascono per dare un servizio ai lavoratori iscritti ossi un futuro pensionistico e questo deve essere sempre al centro della loro attività”.
“Io credo che i temi principali siano due: da un lato l’aumento dell’esposizione ai mercati azionari. Dentro i fondi pensione, l’equity è appena il 6%: questo significa che togliamo l’opportunità ai futuri pensionati di avere una partecipazione all’aumento di valore e, quindi, pensioni più capienti” ha detto Matteo Del Fante, ad di Poste. Se ci fosse più esposizione del rischio ci sarebbero più risorse al momento della pensione e dall’altro ci sarebbero più risorse per far crescere quelle aziende che sono dentro quegli investimenti. Riduci il peso sulla finanza pubblica su quello che è il primo pilastro e piano piano ti crei un secondo pilastro più performante”.
”Le dinamiche dei mercati di questo Paese hanno molto a che fare con gli investimenti delle Casse e dei Fondi pensione. In un momento in cui buona parte anche dei titoli quotati hanno avuto una mutazione e pagano dei dividendi molto interessanti. Ci sono aziende in settori più o meno regolati e quindi con meno rischi che pagano dividendi che sono il doppio del rendimento che uno può ottenere nel mercato azionario dando a quelle aziende benzina e ci guadagni. C’è poi il tema di far rimanere maggiori risorse nel Paese. Con questi due trend potremmo migliorare sicuramente l’economia italiana”.
E continuando a parlare di interazione tra l’investimento in economia reale e le Casse, i fondi, per Maurizio Tamagnini, Fondatore e Amministratore Delegato di FSI “Le grandi Casse ci hanno dato un grandissimo supporto, con le altre stiamo lavorando nei modi e nei tempi nelle condizione giusti per conoscerci meglio, il nostro obiettivo, ora, è portare i fondi esteri ad investire in Italia e, come secondo obiettivo, portare le aziende italiane che sono grandi per l’Italia, medie per l’Europa, piccole per il mondo, spina centrale per il nostro Paese, a diventare almeno medie per il mondo e molto grandi per l’Italia.
“Siamo concentrati su due settori dove il Paese si gioca il futuro, quelli della grande produttività perciò la salute, l’heath, la farmaceutica, poi tutto quello che ha a che fare con la tecnologia, finanziaria e della trasformazione digitale. Questo porta a cooperare le Casse, le fondazioni, con operatori come noi e farne un moltiplicatore. Ricordo che 5 anni fa i grandi protagonisti erano le Fondazioni, oggi è importante che le Casse che hanno moltiplicato per 5, per 6 negli ultimi anni, agiscano in cooperazione tra pubblico e privato ma con metodi di mercato assolutamente privatistici per preservare il loro capitale”.
Un ruolo che per Maria Laura Garofalo, patron del gruppo GHC, “E’ fondamentale a supporto dei fabbisogni sanitari assistenziali, in crescita esponenziale e che già oggi non trovano risposta adeguata attraverso il solo sistema sanitario pubblico. Il nostro sistema ci accomuna alle Casse di previdenza in quanto Enti privati che svolgono una funzione di diritto pubblico. Non sono assimilati agli Enti della pubblica amministrazione, assoggettati ad una normativa in un certo senso ibrida, che unisce norme di diritto pubblico a norme di diritto privato, talvolta anche penalizzanti”.
“Le Casse erogando anche prestazioni economiche a favore dei loro iscritti, alleggeriscono significativamente la pressione sulle casse della pubblica amministrazione e lo stesse dicasi per le strutture private accreditate che peraltro devono erogare le loro prestazioni assistenziali nell’ambito di un tetto di fatturato che viene loro attribuito dalle Regioni di competenza. Nessuna prestazione assistenziale erogata al di sopra di questo budget può essere remunerata, né dal sistema né dal paziente. E quindi siamo costretti a volte ad erogarla gratuitamente pena l’omissione di soccorso. E questo una struttura accreditata costi allo Stato meno di un ospedale pubblico”.
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