Automedicazione Responsabile e nuovi rischi digitali 

I risultati dell”ultimo Rapporto Censis confermano le evidenze emerse nella precedente edizione del 2021 ossia “prevale ampiamente un modello di automedicazione responsabile, poiché i cittadini di solito tendono ad assumere i farmaci senza obbligo di ricetta segnalati da medici di fiducia o farmacisti o con cui hanno una consuetudine di utilizzo che li rassicura sulla loro efficacia e sicurezza”.

I RISULTATI IN PILLOLE

Piccoli disturbi, fenomeno di massa

Al 92,3% degli italiani nell’ultimo anno è capitato di soffrire di almeno un piccolo disturbo. Il 69,4% ne soffre di almeno due, il 49,9% di almeno tre, il 33,9% di almeno quattro. Hanno sofferto di almeno un piccolo disturbo nell’ultimo anno il 95% dei giovani, il 95,6% degli adulti e l’84,7% degli anziani. Poi il 92,5% deiresidenti al Nord Ovest, il 91,6% al Nord Est, il 90,6% al Centro e il 93,7% al Sud e Isole. Il 90,6% degli uomini e il 93,9% delle donne.

Tipologie e frequenza dei piccoli disturbi più diffuse

Nell’ultimo anno è capitato al 53,1% degli italiani di soffrire di mal di schiena, dolori muscolari e articolari, al 42,1% di mal di testa, al 40,8% di raffreddore, tosse, mal di gola, problemi respiratori, al 29,1% di mal dicstomaco, reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi, al 23,9% di problemi intestinali, al 16,7% di mal di denti, al 12,3% di allergie (tab. 2). Il 10,6% ne soffre ogni giorno, il 14,2% di più di una volta a settimana, il 13% una volta a settimana, il 21,3% due o tre volte al mese, il 14,5% una volta al mese, per il 23,5% meno di una volta al mese.  Il 24,8% ne soffre più giorni a settimana e oltre il 70% una o più volte nel corso di un mese.

Ne soffre tutti i giorni il 7,9% dei giovani, il 5,6% degli adulti e il 22,5% degli anziani.

Il 49,7% delle persone con piccoli disturbi ha avuto impatti negativi sulla propria vita. Per il 10,7% molto negativi poiché costretto a riorganizzare la propria quotidianità, per il 39% abbastanza, poiché deve decidere cosa può o non può fare. Il 44,9% riesce comunque a conviverci malgrado il disagio e solo per il 5,4% non hanno alcun effetto.

Le reazioni ai piccoli disturbi e l’efficacia dei farmaci

L’ultima volta che hanno avuto un qualche piccolo disturbo, il 41,9% delle persone si è curato con un farmaco senza obbligo di ricetta che conosce e dicui si fida, il 31,2% rivolgendosi al medico di medicina generale, il 16,8% al.farmacista, il 16,6% con il solo riposo, il 15% utilizzando rimedi naturali e il 7,8% non ha fatto nulla. Riguardo agli effetti del farmaco di automedicazione facendo riferimento all’ultima volta in cui l’intervistato lo ha preso, per il 17,8% è stato decisivo, poiché ha potuto svolgere le attività; per il 63,2% importante, poiché ha contribuito con altri fattori alla sua capacità di svolgere le attività; per il 18,3% poco rilevante, le attività le avrebbe svolte comunque; per lo 0,7% inutile, ha rinunciato comunque alle attività. Per l’81% delle persone il farmaco ha avuto un effetto positivo, così per l’85,8% dei lavoratori.

Chi ha assunto farmaci di automedicazione nell’ultimo anno

Il 77,1% degli italiani con un piccolo disturbo negli ultimi dodici mesi ha fatto ricorso a farmaci di automedicazione acquistabili senza obbligo di ricetta. Lo hanno fatto il 76,6% nel Nord Ovest, il 77,5% nel Nord Est, il 77,2% al Centro e nel Sud e Isole; l’83,1% dei giovani, l’86% degli adulti e il 54,9% degli anziani; il 75,2% degli uomini e il 78,8% delle donne. E poi l’86,6% dei
lavoratori. Il 10% degli intervistati con piccoli disturbi ha assunto farmaci di automedicazione almeno una volta a settimana, il 20,7% più volte in un mese, il 46,4% meno di una volta al mese, il 22,9% non ne ha assunto.

Meglio prima chiedere

Tra coloro che hanno assunto farmaci di automedicazione senza obbligo di ricetta, all’86,6% è capitato di chiedere consiglio al medico o al farmacista. Il 22,1% lo ha fatto la prima volta che ha assunto il farmaco, il 64,5% anche in seguito. Hanno chiesto consiglio a medico o farmacista l’83,4% nel Nord Ovest, l’86,7% nel Nord Est, l’89,6% nel Centro e l’87,5% nel Sud e Isole. Di questi il 43,2% ha chiesto un parere solo al medico di medicina generale e il 34,1% solo al farmacista, il 21,2% a entrambi. L’86,6% delle persone quando prende un farmaco di automedicazione, poi, si rivolge al medico se dopo qualche giorno il disturbo .

Foglietto illustrativo e scadenza

Il 92,8% degli italiani legge il foglietto illustrativo dei farmaci diautomedicazione. Riguardo a quel che del foglietto illustrativo coglie maggiormente l’attenzione di chi deve prendere un farmaco di automedicazione, dai dati emerge che per il 55% sono le controindicazioni, per il 48,4% i possibili effetti indesiderati, per il 42,7% le indicazioni, per il 40% le avvertenze e le precauzioni, per il 38,8% la posologia, per il 32,7% l’interazione con altri farmaci, per il 29,9% la conservazione del farmaco e per il 21,6% la composizione del farmaco. Da notare poi che l’86,4% degli italiani controlla le date di scadenza dei farmaci.

Le principali fonti informative

Al 98% degli italiani intervistati capita di cercare informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione. Il 48,2% presso il medico di medicina generale, il 47,9% dal farmacista, il 24,1% da internet (ad esempio su Google), il 23,2% dai medici specialisti, il 16,8% da parenti e amici, il 5,3% da televisione e/o radio, il 4,2% dalla stampa, il 4,1% dai social e il 3,5% da esperti che seguono sui social. Il 44% ricorre a una sola fonte, il 29,8% a due fonti, il 15,8% a tre fonti, l’8,4% a quattro o più fonti. Il 53,9%.degli italiani utilizza almeno due fonti di informazione (il 64% tra i giovani). Ruolo primario nell’orientare le decisioni sui farmaci di automedicazione sono per 38,3% il medico, per il 17,9% il farmacista, per il 16,1% medici specialisti, per il 6% amici, colleghi parenti e il 5,8% internet.

Senso critico contro le fake news

Al 37,9% degli italiani è capitato di trovare su internet o sui social una notizia o una informazione relativa alla salute che poi si è rivelata falsa. È capitato al 22,5% di chi ha al più la licenza media, al 39,4% dei diplomati e al 43,1% dei laureati; al 49,7% dei giovani, al 40,7% degli adulti e al 24,6% tra gli anziani. L’82,2% degli italiani ritiene occorra senso critico di fronte alle informazioni su sanità e salute che sono social e internet.

Quel che rassicura gli italiani nell’automedicazione

L’85,2% prende un farmaco di automedicazione con tranquillità perché conta sul consiglio del medico o del farmacista. L’81,9% perché sono sempre farmaci che conosce bene, in commercio da tanto tempo. L’81,2% perché assume farmaci di automedicazione già sperimentati con risultati positivi. In ogni caso, il 74,1% non prende mai farmaci nuovi senza indicazioni dal medico o dal farmacista. Il 51,3% degli italiani per abitudine porta sempre con sé un qualche farmaco di automedicazione (senza obbligo di ricetta).

Il valore sociale da potenziare

Il 68,3% degli italiani ritiene che occorra stimolare le persone a gestire in autonomia i piccoli malesseri con farmaci senza ricetta e a rivolgersi al Servizio sanitario solo in caso di sintomi gravi o patologie o la prima volta che gli capita un disturbo, per non intasarlo. Per il 70% occorre preparare e supportare i cittadini con informazioni ed educazione sanitaria a gestire da soli le piccole patologie e l’uso dei farmaci senza ricetta.

Utilizzatori dell’IA per informazioni sull’automedicazione

Il 49,6% degli italiani ricorre a chatbot dell’IA come ChatGpt, Grok, Gemini, per cercare informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione: al 13,2% capita regolarmente e al 36,4% di tanto in tanto. Ricorre qualche volta all’IA poi il 71,2% dei giovani, il 63,7% degli adulti e il 10%xdegli anziani; il 30,2% di chi ha al più la licenza media, il 50,2% dei diplomatice il 58,3% dei laureati. Lo utilizzano regolarmente il 22,3% dei giovani, il 16,9% degli adulti e lo 0,5% degli anziani; il 7,9% di chi ha al più la licenza media, il 10,2% dei diplomati e il 20,4% dei laureati.

Fiducia condizionata alle informazioni dell’IA

Il 70,5% degli italiani che utilizzano l’IA per informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione dichiara di avere fiducia: il 9,2% molta e ilc61,3% abbastanza, il 29,5% non ha fiducia e, in specifico, il 24,9% poca fiducia e il 4,6% per niente (tab. 5). Da notare che chi più utilizza l’IA più si fida poiché è il 91,9% degli utilizzatori intensi ad avere alta fiducia nelle sue
informazioni, e il 62,7% degli utilizzatori saltuari.

Utilizzatori di IA che non ne verificano le informazioni con medico e farmacista

Il 94,2% degli utilizzatori dell’IA sceglie di approfondire il contenuto delle sue informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione. Il 42,7% degli utilizzatori controverifica le informazioni dell’IA su farmaci di automedicazione con medici o farmacista e il 20,3% con social, reti informali e anche medici e farmacisti. Il 37% invece o non le approfondisce oppure lo fa solo sul digitale e le reti informali, mai con medici o farmacisti. Di questi, il 17,3% controverifica le informazioni IA solo su social e internet, restando in una bolla digitale. In sintesi, il 63% degli utilizzatori dell’IA ne verifica le informazioni con medico o farmacista, al
37% non capita mai di farlo.

Più a rischio i tecnoentusiasti

Il 40,9% di coloro che hanno alta fiducia nell’IA non controverifica le sue informazioni su piccoli disturbi e farmaci di automedicazione con medico o farmacista, mentre è il 27,5% a non farlo tra chi ha bassa fiducia nell’IA. I tecnoentusiasti sono a più alto rischio di finire fuori del perimetrocdell’automedicazione responsabile, poiché approcciano l’IA come fosse un
oracolo.

L’urgenza della promozione di una informazione di qualità certificata

Il 77,6% degli italiani reputa essenziale siano garantite alle persone informazioni certificate, di qualità, su piccoli malesseri e sui farmaci senza obbligo di ricetta (fig. 12). E il 65,8% vorrebbe app, siti ufficiali certificati per consulti a distanza proprio per le piccole patologie e i farmaci di automedicazione senza obbligo di ricetta.

IA e sanità nel futuro

Il 44,8% degli italiani pensa che l’IA in futuro sarà sempre più affidabile sui temi della salute, il 30% non ne è convinto e il 25,2% non ha opinioni precise.cPiù convinti della più alta affidabilità futura dell’IA il 49,9% dei giovani, il 45,9% degli adulti e il 39,2% degli anziani (fig. 13). Il 75,9% degli italiani resta convinto che le competenze, le intuizioni e le esperienze di un medico saranno sempre superiori all’IA (fig. 14). Il 77,9% degli italiani pensa checmai le tecnologie potranno sostituire il rapporto umano con medici, infermieri.