Gli enti di previdenza dei professionisti guardano con attenzione a una possibile revisione dei parametri con cui viene valutata la loro sostenibilità di lungo periodo. “Più che insistere con regole statiche, da proiettarsi su bilanci tecnici a 50 anni, sarebbe meglio valutare le Casse sotto il profilo della solvibilità, cioè sulla loro effettiva capacità di far fronte ai picchi prevedibili di spesa pensionistica”, ha commentato il presidente dell’AdEPP Alberto Oliveti, a margine di un’audizione dell’Enpam avvenuta oggi presso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti di previdenza e assistenza.
“I tempi hanno dimostrato come previsioni che vadano al di là di 10-15 anni siano un po’ aleatorie, e del resto l’orizzonte temporale originario stabilito al momento della privatizzazione era appunto di 15 anni”, ha detto Oliveti, facendo eco al presidente della Bicamerale Alberto Bagnai.
Il vertice della Cassa dei medici e degli odontoiatri ha auspicato che l’equilibrio degli enti venga valutato in modo dinamico ed entro un orizzonte temporale ragionevole. Di converso, l’applicazione di parametri anacronistici, oltre al rischio di comportare sacrifici eccessivi per le giovani generazioni, possono paralizzare risorse che le Casse potrebbero invece impiegare per sostenere i professionisti e il Paese.







