Merkel e Monti : “L’Europa protegga i giovani”

625

“Occorre  che nell’Unione europea si presti analoga attenzione per la crescita, soprattutto per il lavoro giovanile” , così il Presidente del consiglio, Mario Monti durante la conferenza stampa tenutasi al termine dell’incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Dai due leader rassicurazioni, convinti entrambi che il tunnel buio sia ormai alla fine e che si possano già intravedere alcuni spiragli anche se…”Con la cancelliera conveniamo che non ci si può rilassare – ha sottolineato Monti – . In questa fase europea, in cui la crisi finanziaria più acuta sembra decisamente superata, non ci si può rilassare, sia dal punto di vista delle politiche interne, dove ognuno deve tendere a essere più competitivo, all’equilibrio e alla crescita, sia dal punto di vista delle politiche europee”.  

“Siamo convinti che non siamo ancora alla fine del cammino per rendere l’Europa competitiva – ha ribadito la cancelliera  Angela  Merkel -. La domanda: come ci vediamo nel futuro? Ecco, deve essere una Ue forte, coesa. Per questo, gli Stati membri devono dare il loro contributo nei vari settori. Creare un vero mercato interno, per infrastrutture, servizi, migliore mobilità delle forze lavorative. C’è il tema dell’innovazione, su cui dobbiamo coordinarci di più”.

“La crisi dell’euro ci ha messo davanti alle nostre debolezze, che dobbiamo eliminare – ha continuato la Merkel -. Creare posti di lavoro, soprattutto per i giovani. Siamo convinti che il governo italiano si concentrerà su questo, la prossima estate ci rivedremo su questi temi. Da parte mia, dico chiaramente che Italia e Germania sono molto legate, il nostro lavoro su crescita e occupazione va avanti, per raggiungere obiettivi specifici, mirati. Non basta dirlo, dobbiamo dare a tutti una possibilità”.

Una possibilità che i giovani aspettano con ansia visto che i dati parlano chiaro. Per l’Istat è  oltre il 30% il tasso di disoccupazione giovanile (che sale al 50% nel Mezzogiorno). Il più alto dell’Eurozona. Le statistiche ufficiali, inoltre, valutano il peso dei lavoratori atipici e irregolari oltre il 30% tra i giovani (e intorno al 15% nella popolazione). Ed anche gli atipici stanno registrando un segno meno. E poi c’è la generazione non: non  lavorano né studiano, e non sono neppure impegnati in attività di formazione e apprendistato. Una generazione che possiamo definire “gli invisibili” e che l’Istat valuta in 2milioni e 200mila, pari al 22%.

Infine, secondo le stime BankItalia, gli under 30 uomini percepiscono in media 898 euro al mese, contro i 750 delle donne. Si va dai 748 euro del sud agli 876 euro del nord. Un laureato guadagna in media 1088 euro. E se diamo uno sguardo ai giovani professionisti, secondo l’ultima ricerca Ires/Cgil la maggior parte opera attraverso una Partita Iva, a regime normale (per il 47,2% del campione) o a regime di contribuzione minima (23,3%). In alcune professioni, però, mentre la quota di lavoratori in Partita Iva a regime di contribuzione minima rimane comunque nella media, la quota delle Partita Iva a regime normale si riduce, in favore di forme di lavoro atipiche, come tra i lavoratori della cultura e dello spettacolo (il 18,4% ha una collaborazione occasionale), i docenti e educatori (l’11,1%% ha una collaborazione occasionale e il 30,6% una collaborazione a progetto), gli interpreti e traduttori (il 16,6% ha una collaborazione occasionale), i lavoratori dell’informazione e editoria (il 22,9% ha una collaborazione occasionale, il 16,0% una collaborazione a progetto, il 13% ha la cessione dei diritti d’autore).

Numeri, cifre, percentuali che fotograno una realtà preoccupante che non è sfuggita nè al nostro Presidente del consiglio nè alla cancelliera tedesca. A breve, secondo quanto dichiarato da entrambi i leader, le proposte e il cammino da percorrere. Insieme.