Camporese: “Per i professionisti forse il clima sta cambiando”

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“Sui flussi di finanziamento, ho chiesto alla Direzione Generale se le Casse possano essere considerati intermediari sui finanziamenti ai liberi professionisti, come delle banche. ( i fondi Fei e Bei europei servono a finanziamenti diretti anche oltre 150.000 euro per acquisto studi professionali). La risposta è stata positiva”, questa la novità lanciata dal presidente dell’AdEPP, Andrea Camporese, dal palco del convegno tenutosi a Roma nella sala conferenze dell’Enpam, dal titolo “La programmazione comunitaria per interventi e misure a sostegno delle libere professioni: le iniziative delle autorità di gestione” .

“Adesso – ha continuato il presidente Camporese – dobbiamo però chiederci se saremo in grado, noi professionisti, di competere in uno spazio così ampio e difficile?  Ora sta a noi!  E ringrazio i presidenti delle Casse che si informano, chiedono nostro aiuto e consulenza, fanno convegni specifici e stanno lavorando moltissimo per passare quei messaggi necessari per creare ancora più consapevolezza tra i professionisti. Dovremo dare aiuto ai colleghi perchè accedere ai bandi non è cosa semplice, ma dobbiamo farlo perché credo che quel poco di liquidità che oggi c’è nel sistema stia a Bruxelles. Da gennaio partirà un programma di finanziamento centrato sulle necessità e specificità dei liberi professionisti: necessità di microcredito, formazione, protezione di welfare, la spinta della crescita degli  studi professionali è una spinta positiva. Per essere concreti: sempre più bandi regionali  e a livello centrale conterranno parti a noi dedicate”.

Perchè così tanta attenzione dell’Adepp?  Risponde il professore Francesco Verbaro che ricorda come: “Tutto parta dal libro bianco sulle pensioni che ragiona sulla sostenibilità e sull’adeguatezza. Di conseguenza occorre capacità reddituale. In Europa c’è grande attenzione all’active aging , mentre nel sud Europa si tenta di anticipare il più possibile l’ingresso nel lavoro. Nella situazione odierna si ha per anni un reddito inadeguato, che si alza solo dopo i 40 anni, e dato il sistema contributivo, questo provocherà  un tasso di sostituzione pensionistico inadeguato”.

Paola Izzo  di Italia Lavoro nel suo intervento ha annunciato l’ accordo stipulato  con AdePP per individuare i bisogni dei professionisti. “Qual è l’obiettivo del professionista? Chi è il professionista?E’ un imprenditore,  è un datore di lavoro ed è infine  un lavoratore. Nel pensare le misure abbiamo pensato a questi tre aspetti e abbiamo delineato delle misure cogliendo molta sensibilità nelle regioni (in particolare Sicilia e Calabria).

Il dottor Salvatore Pirrone ( Direttore generale del Ministero del Lavoro sulla programmazione per le politiche attive e passive) è intervenuto sull’ andamento del negoziato su Horizon. “I regolamenti sono ancora in fase di adozione  – ha spiegato il dottor Pirrone – ma è già partita tutta l’azione del Governo, delle Regioni e delle parti sociali per creare le regole (accordo di partenariato). Si è definito il quadro di finanziamento ( 31 mld di euro per settenato, 42,5mld col cofinanziamento di fesr più 19,8 mld di fse).  Le Amministrazioni centrali avranno ruolo nelle azioni di sistema, mentre le Regioni interverranno sul territorio.  

La mattinata è poi proseguita con un tavolo di confronto al quale hanno partecipato alcune Amministrazioni regionali presenti e con l’intervento del presidente dell’Ente nazionale per il microcredito, Mario Baccini che ha sottolineato he quando si parla di microcredito si debba parlare  di una misura di governance economica, di lotta all’esclusione sociale e bancaria. ” I Governi che si sono succeduti hanno raccolto l’appello di Hannan nel 2005: usate la mcrofinanza come strumento di lotta all’estrema povertà. La microfinanza è una scelta di campo, una scelta di cultura sociale, che collega il territorio ai bisogni, non per stimolarli, ma per soddisfarli. Perchè i professionisti? Perchè i professionisti non conoscono il microcredito. Noi siamo lo sportello europeo in Italia per il microcredito. Ci rivolgiamo soprattutto ai non bancabili, che non possono presentare una busta paga. Il Governo ci ha chiesto di tutelare i non bancabili. Il microcredito non significa beneficenza, la gente ha bisogno di credito sulla parola, e della dignità di restituire quel credito attraverso un business plan.  Dobbiamo passare da una responsabilità collettività che è venuta meno a una personale, che significa tutelare chi lavora e chi fa professione. Sono disponibile a collaborare col vostro Ente ed abbiamo alcune nostre proposte: – progetti cofinanziati con FSE di monitoraggio e promozione microcredito per autoimprenditorialità. Anche con sportelli informativo.Promuovere capacità regionali per strumenti di microfinanza in Horizon.  PresidenteCamporese, se vogliamo fare squadra con la copertura del Governo, possiamo intervenire sui fondi strutturali. Quindi, presidente, speriamo di aprire presto un tavolo operativo con la tua Associazione. Abbiamo la possibilità di costruire una portaerei intercettando mln di euro trasferendoli non solo alle finanziarie dedicate, ma direttamente ai professionisti”.

Pronta la risposta del presidente Camporese: ” l’apertura di credito che abbiamo ottenuto in Europa ci porta in una competizione che si vince creando una rete di rapporti (Baccini, Isfol, Ministero lavoro) moltiplicando comunicazione e possibilità di  accesso ai bandi. Dimostriamo ancora una volta che le Casse non sono enti inutili o inefficienti, ma strumenti che mettono in campo misure di welfare per i giovani cui non si può semplicemente dire che sono nati nell’anno sbagliato. Il lavoro fatto in questi mesi ci dà delle buone speranze”.

Le conclusione al sottosegretario Jole Santelli. ” Uno Stato che parla di sussidiarietà ma che poi ha difficoltà a realizzarla, un legislatore che spesso scrive delle norme con un obiettivo incomprensibile e inefficace Dobbiamo considerare che stiamo passando da una società e mondo del lavoro statico a uno dinamico. Allora dobbiamo fare misure dinamiche e cosa c’è di più dinamico di un professionista? Ai professionisti, si dice, pensino le Casse. Bene, ma non si puó più solo pensare alle pensioni, ma a tutta la vita del professionista. E voi, dopo le banche, siete i maggiori contribuenti nei titoli italiani. Dobbiamo liberare dai lacci formali inutili il vostro sistema. L’occasione da cogliere è quella del semestre italiano in Europa. Dovranno essere messe a rilievo le differenze tra gli altri Paesi e noi, armonizzare il sistema delle Casse rispetto al sistema delle Casse europee, riconoscere ai liberi professionisti la stessa autonomia delle Pmi, lo Stato deve proteggere chi decide di scommettere su se stessi, soprattutto quando lo Stato non è in grado di creare scommesse di lavoro”.

“Raramente ho sentito – denuncia in chiusura Andrea Camporese –  da un rappresentante governativo parole così chiare. Vogliamo essere parti collaborative e non controparte del Governo. Forse il clima sta davvero cambiando”.