Zucchelli: “Credo che i numeri possano raccontare il cammino fatto”

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Come è cambiata l’Onaosi in questi anni ce lo racconta il Presidente Serafino Zucchelli. Una lunga intervista realizzata a tarda sera che racconta non solo come sia cambiato il nostro Paese ma come la necessità di cavalcare il cambiamento possa trovare spazio senza recidere le proprie radici.

“Credo che i numeri possano raccontare il cammino fatto fino ad ora e il traguardo che abbiamo tagliato. Circa 4000 assistiti a domicilio. 750 ospiti (quasi tutti universitari) nel Collegio di Perugia e nei Centri Formativi sparsi in tutto il Paese, 2 a Torino, 1 a Pavia, 1 a Milano, 2 a Padova, 1 a Bologna, 1 a Perugia, 1 a Napoli e 1 a Messina; 3 case vacanze: Prè Saint Didier, Nevegal e Porto Verde + il Centro Vacanze di Montebello (PG) e 205 dipendenti. Passando dai numeri alle attività svolte possiamo citarne alcune: aumento dei fondi per l’assistenza di 2 milioni e 200 mila euro (da 16,5 milioni a 18,7); istituzione di un fondo per contribuenti fragili: 500 mila euro/anno; istituzione di un fondo per figli disabili di sanitari viventi: 300 mila euro/anno; raddoppio del premio di  laurea 2014/2015; aumento del fondo per soggiorni di studi all’estero: da 150 mila a 200 mila euro. Eliminazione del contenzioso giudiziario prodotto da normative incoerenti attraverso la promozione di una legge del Parlamento (decreto Balduzzi del 2012); inaugurazione del secondo centro formativo di Torino e apertura di un nuovo centro formativo a Napoli ed uno a Milano. E’ significativo ricordare che questo forte incremento dell’attività assistenziale è avvenuto senza chiedere un aumento dei contributi ma ricorrendo soltanto ad una politica di rigore e contenimento delle spese e ad un efficace impiego del capitale mobiliare amministrato senza intermediari e secondo regole prudenti e rigide. Lasciamo dopo cinque anni un Ente solido, con un bilancio sano e trasparente e con un patrimonio lievemente incrementato. Preme anche ricordare che le forze professionali che attraverso le loro rappresentanze hanno promosso e sostenuto questa amministrazione nel 2007 spinsero il Parlamento a legiferare sull’Onaosi. Fu aggiunta alla storica tutela degli orfani l’assistenza, nei limiti del bilancio, dei contribuenti in condizioni critiche e fu modificata la governance affidandola alla elezione diretta degli amministratori da parte dei contribuenti”.

E’ cambiato anche il tipo di assistenza nelle strutture dell’Ente?

“Il mutare del contesto politico, economico, sociale e antropologico in cui la Fondazione deve operare ha imposto un adattamento delle strutture e dei comportamenti degli uomini della Fondazione. Dal primitivo ed unico collegio-convitto di Perugia siamo passati alle numerose strutture prima elencate e distribuite su tutto il territorio nazionale. Il collegio-convitto di Perugia ha mantenuto e manterrà la sua connotazione originale. E’ l’unica struttura che ospita anche minori. Tutte le altre strutture, i centri formativi, sono più agili ed esigono un coinvolgimento maggiore degli ospiti. Da sempre l’Onaosi si è preoccupata di offrire non soltanto una buona sistemazione agli ospiti ma anche di assecondarne lo sviluppo intellettuale e professionale con l’opera di esperti educatori. Negli ultimi anni abbiamo inoltre accentuato l’offerta di occasioni di inserimento nella vita sociale delle città in cui vivono (cinema, teatro, musica, sport, ecc) e di approfondimento delle ragioni del rispetto delle regole della convivenza civile e sociale. Abbiamo invitato ospiti illustri a presentare il valore delle istituzioni, della costituzione, della legalità, del superamento, dell’individualismo esasperato ed egocentrico. Ultimi in ordine di tempo sono stati il Procuratore Gratteri, la Presidente della Commissione Antimafia On. Bindi. Don Ciotti ha inaugurato l’anno di studi 2015/2016. Don Ciotti quel giorno ha detto: “Io sono un piccolo uomo ma dedico la mia vita a chi fa più fatica di me e a saldare un po’ di questa Terra con il Cielo”. Crescere Insieme, condivido questa frase che leggo sulla vostra brochure perché l’esistenza di ciascuno di noi trova senso solo nella condivisione”.

Avete restaurato da poco anche la sede di Perugia?

“All’inizio del mandato abbiamo disposto serie perizie antisismiche delle strutture situate nelle regioni più esposte. Partendo da questi risultati che suggerivano l’opportunità di alcuni potenziamenti, abbiamo progettato interventi nei centri formativi di Messina e Perugia. Per quanto riguarda poi il grande collegio unico di Perugia, cuore e simbolo del nostro ente, abbiamo bandito un Concorso di Idee che ci suggerisse il modo migliore di ristrutturarlo per renderlo più bello, moderno e funzionale. La Commissione giudicatrice ha appena finito di esaminare i 72 progetti pervenuti”.

E poi c’è l’accordo con l’Università di York?

“Si abbiamo siglato una convenzione con una delle più prestigiose Università britanniche per permettere a 10 laureati ONAOSI di svolgere un corso post graduate della durata di un anno per l’anno accademico 2016/2017. Possono concorrere al bando 10 laureati che già godono delle prestazioni assistenziali della Fondazione, che non abbiano compiuto 32 anni e che siano già in possesso di un titolo di laurea (triennale, specialistica o magistrale) con votazione non inferiore a 105/110. Da una parte quindi una formazione sempre più specializzata e dall’altra far respirare ai nostri ragazzi un po’ di Europa. L’Inghilterra è un Paese che bene si presta a questo scopo”.

Di nuovo non solo assistenza?

“Sì o meglio assistenza più moderna e adatta ai tempi. Bisogna spendere di più in formazione. dobbiamo spingere e accompagnare i nostri assistiti ed i figli dei contribuenti verso forme di preparazione professionale più impegnativi e adeguati alle necessità di società economicamente avanzate. Vogliamo contribuire ad invertire la tendenza del nostro Paese a spendere meno in istruzione che ha portato ad una forte descolarizzazione negli ultimi dieci anni. Gli altri Paesi del mondo avanzato hanno fatto il contrario. Noi rischiamo di uscire dalla crisi più poveri e meno competitivi”.

Qual è la cosa che non è riuscito a portare a casa e sulla quale vorrebbe ancora insistere?

“Accanto agli obiettivi precedentemente esposti non dimentichiamo le nuove esigenze del nostro corpo sociale. Meno investimenti nel SSN, minori occasioni di carriera, retribuzioni e pensioni ridotte coniugate con l’allungamento della vita e la inevitabile crescita delle patologie cronico degenerative conducono al moltiplicarsi dei casi di non auto sufficienza. Questo è l’arduo banco di prova del nuovo welfare. Ben poco fa lo Stato per questo. Sta ai nostri Enti prevido-assistenziali stabilire sinergie di azioni tra di loro per affrontare il problema”.