Equo compenso. L’Antritrsut boccia la norma e Inarcassa risponde

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“Con la liberalizzazione delle tariffe la condizione dei liberi professionisti è certamente peggiorata. Ora è tempo di invertire la rotta ripensando le regole sulla concorrenza dopo aver analizzato le reali dinamiche del nostro mercato. L’equo compenso è solo il primo tassello di una disciplina non più rinviabile, specie se si considerano i redditi degli ingegneri e degli architetti più giovani, a fronte delle medie europee”, ad affermarlo in una nota congiunta i presidenti di Inarcassa (Ente previdenziale degli ingegneri e degli architetti), Giuseppe Santoro, e della Fondazione Inarcassa Egidio Comodo, in risposta alla pronuncia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato .

L’Antitrust aveva, infatti, bocciato le norme sull’equo compenso contenute nel dl fiscale. In una segnalazione ai presidenti delle Camere ed al premier, il Garante aveva, nei giorni scorsi, sottolineato che l’equo compenso “in quanto idoneo a reintrodurre un sistema di tariffe minime, peraltro esteso all’intero settore dei servizi professionali, non risponde ai principi di proporzionalità concorrenziale” e si pone “in stridente controtendenza con i processi di liberalizzazione” che hanno riguardato anche “il settore delle professioni regolamentate”.

“Con la liberalizzazione delle tariffe – sottolineano invece i Presidenti Santoro e Comodo – la condizione dei liberi professionisti è certamente peggiorata. Ora è tempo di invertire la rotta ripensando le regole sulla concorrenza dopo aver analizzato le reali dinamiche del nostro mercato. L’equo compenso è solo il primo tassello di una disciplina non più rinviabile, specie se si considerano i redditi degli ingegneri e degli architetti più giovani, a fronte delle medie europee”.

“E’ una disciplina da migliorare – concludono i presidenti – e l’occasione per farlo sarà la fase attuativa, per giungere ad un equilibrio tra le esigenze di concorrenza e le evidenti distorsioni che la liberalizzazione delle tariffe ha determinato”.