Manifesto Periti Industriali. Bignami “Documento di grande interesse”

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“L’iniziativa promossa dal CNPI (Consiglio Nazionale Periti Industriali) attraverso l’innovativo metodo convegnistico dell’Open Space Technology è stata sicuramente coraggiosa e proficua”, così il Presidente dell’Ente di previdenza dei Periti Industriali, Valerio Bignami, commentando il “Manifesto per le professioni” che contiene linee, analisi e “visioni del futuro”.

“Coraggiosa perché il metodo dell’OST – spiega Bignami –  applicato al convegno del 27 aprile scorso, ha reso tutti i nostri colleghi partecipanti, protagonisti dell’andamento della giornata e della discussione che si è condotta in ciascuno dei 10 tavoli tematici costituiti. Nessuno poteva prevedere nel dettaglio ciò che sarebbe accaduto o si sarebbe detto nel corso dell’evento, ma la consapevolezza di essere chiamati in prima persona a condividere idee e opinioni in un contesto alla pari su argomenti rilevanti per la nostra categoria, ha certamente reso i confronti intensi, appassionati e produttivi. Il documento finale, presentato a Roma il 7 giugno scorso, è risultato così essere di grande interesse, con rilevanti spunti di riflessione anche per la nostra Cassa”.

“Per le tematiche più vicine al nostro Ente conclude il Presidente dell’Eppi –  quanto riportato nel Manifesto ci stimola a fare ancora meglio. Molte delle proposte avanzate riguardano infatti attività e progetti che abbiamo già messo in campo. Altre non riteniamo siano percorribili per l’impostazione che stiamo dando alla nostre politiche istituzionali, tuttavia ringrazio vivamente il CNPI e tutti i partecipanti per questa dimostrazione di fattiva e utile collaborazione”.

Il Manifesto, sottolineava Bignami, è un documento che contiene dieci proposte per definire quali sono e saranno le priorità e u punti di partenza della riforma che coinvolge l’intera categoria. Per questo nel manifesto si affrontano temi che interessano anche la specializzazione per garantire un unico livello di qualifica professionale, la definizione degli stessi percorsi formativi specialistici per l’accesso alla professione anche attraverso convenzioni tra organismi territoriali e atenei, perché la sfida, ancora una volta, è riuscire a “cavalcare” i nuovi mercati, a rispondere a richieste di professioni sempre più specializzate.

E poi c’è la riforma dell’Ordine professionale con la modifica del titolo ordinistico e di quello professionale, accorpando gli ordini territoriali e ampliando la platea di soggetti iscrivibili alla Cassa di Previdenza.

Il sesto punto affronta il tema della visibilità della “visibilità della professione”, si parla di identità del perito industriale e non poteva mancare la comunicazione, quale, come a chi indirizzarla per far conoscere a imprese, società, istituzioni e studenti quelle che sono le caratteristiche della professione.

E poi c’è il welfare di categoria, gli strumenti in atto e quelli da potenziare, i servizi che non possono solo essere, anche se determinanti, quelli assistenziali. Altrettanto importante è favorire l’allargamento della base di iscritti così come rafforzare il welfare di categoria, potenziando l’assistenza agli iscritti attraverso una serie di strumenti e di servizi a supporto della professione e della salute (RC Auto, tutela legale e assistenza fiscale, POS, fatturazione elettronica, convenzioni sanitarie).

Un manifesto quindi che dall’analisi della categoria passando attraverso il mondo e il sistema che cambia approda ad una nuova idea di professione, sempre più imprenditoriale e proiettata oltre confine.