Quota 100. Per i media si farà

603

E’ ancora la manovra e la “Quota 100” a tenere banco sui media nazionali. Su quest’ultima apre Il Sole 24 Ore che scrive “Se l’accordo Roma-Bruxelles sul 2,04% di deficit sarà confermato, la riforma delle pensioni “quota 100” potrà dirsi oramai definitiva. L’anno prossimo la spesa in più per finanziare le nuove anzianità con requisiti minimi a 62 anni e 38 di contributi si fermerà a 4,7 miliardi, per poi salire a 8 nel 2020 e 7 nel 2021, secondo quanto si sarebbe definito nella mediazione finale tra governo e Commissione europea. La platea di beneficiari dovrebbe ridursi (si parla ora di 300-350mila lavoratori) con un’adesione non superiore all’85% degli aventi diritto, sempre secondo le previsioni governative, che non collimano con quelle dell’Inps. E la crescita della spesa dovrebbe essere graduata da sistema di posticipi e disincentivi che accompagneranno la nuova misura, sperimentale per tre anni con la prospettiva, per ora solo dichiarata, di introdurre un requisito unico di anticipo a prescindere dall’età a 41 anni entro la fine della legislatura”.

Il Corriere della Sera in una lunga intervista riporta sul tema le dichiarazioni del Sottosegretario al Ministero del lavoro, Claudio Durigon “Quota 100” partirà subito e senza penalizzazioni – ci tiene a dire il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Lega). Detto questo, bisogna anche spiegare le modifiche a questa proposta con le quali il governo punta ad evitare che la commissione europea apra una procedura d’infrazione contro l’Italia per debito eccessivo. E qui Durigon anticipa la prima novità: “Per “quota 100”, nel 2019, basteranno circa 4,7 miliardi di euro, cioè due in meno di quanto abbiamo stanziato nel disegno di legge di Bilancio. Inoltre, mandiamo a Bruxelles un messaggio importante”.

“Con la trattativa con la Commissione europea incanalata sul binario giusto, il governo ora potrà procedere più speditamente sulle sue due riforme bandiera: la riforma Quota 100 delle pensioni e il Reddito di cittadinanza”, così Il Messaggero che scrive ancora “. Il superamento della legge Fornero vedrà la luce come un emendamento nella manovra. Le regole di Quota 100, dunque, entreranno in vigore dal prossimo primo gennaio. Il meccanismo ormai è definito. Chi ha maturato, entro il 31 dicembre del 2018, il doppio requisito di un’età anagrafica di 62 anni e 38 anni di contributi, potrà lasciare il lavoro in anticipo nel 2019”.

“Quota 100: Misura sperimentale per 3 anni e assegno non cumulabile, ecco come funzionerà” titola l’Huffingtonpost che spiega “I lavoratori privati potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi dal primo aprile se si sono raggiunti i requisiti entro il 31 dicembre 2018. I lavoratori pubblici che hanno raggiunto i requisiti entro il 31 marzo 2019 potranno uscire dal lavoro entro il 1 ottobre in modo che sia garantita la continuità e il buon andamento dell’azione amministrativa. I pubblici che maturano i requisiti dopo il 1 aprile conseguiranno il diritto alla pensione dopo sei mesi. La pensione con quota 100 non è cumulabile con il lavoro dipendente o autonomo se non nel limite di 5.000 euro annui da lavoro autonomo occasionale”.