Giampaolino: “Attenti al corto circuito tra rigore e crescita”

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Così il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, durante l’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato riunite sul Def approvato da palazzo Chigi e all’esame del Parlamento. Giampaolino, infatti,  spiega che il Documento di economia e finanza è «impegnato a definire il profilo di avvicinamento al pareggio di bilancio in un arco di tempo molto breve. La ristrettezza dei margini temporali, imposti dalle intese europee complica infatti la realizzabilità di una strategia di politica economica nella quale si compongano le esigenze di riequilibrio del bilancio con quelle della ripresa economica, affidata alle riforme strutturali». Secondo il presidente della Corte dei Conti, nel periodo di riferimento del Def, la politica di bilancio «deve confrontarsi con un abbassamento, in parte inatteso, delle prospettive di crescita anche a livello internazionale».

Prendendo a riferimento il 2013,  l’effetto recessivo indotto dagli interventi correttivi, per il presidente,   «dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di correzione netta  attribuiti alla manovra di riequilibrio».

Cosa fare?  Giampaolino non ha dubbi bisogna «riconsiderare drasticamente alcune organizzazioni della pubblica amministrazione, a partire da quelle dell’ordine pubblico e della sicurezza per arrivare a più elevati standard di efficienza».