Monti: “L’Italia ha intrapreso un percorso di guerra durissimo”

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Questa la dichiarazione del Presidente del Consiglio durante l’assemblea annuale dell’ABI, l’Associazione bancaria italiana, spiegando che gli effetti delle manovresi sentiranno solo nel 2013. Per il presidente Monti, si tratta di “una guerra contro i diffusi pregiudizi sull’Italia, contro la diffusa e un po’ cinica sottovalutazione di noi stessi che si è affermata a una superficiale esaltazione. Una guerra contro gli effetti iniziali di scelte passate”.

“L’Italia – ha continuato Monti – è un paese che è tra i più pronti alla condivisione di pezzi di sovranità con altri, ma credo che avendo avuto una storia di dominazione coloniale diversa, il paese è riluttante a una cessione di sovranità su base secca”.

La strada, però è ancora lunga anche per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che, senza usare mezzi termini, ha tuonato dal palco: “L’economia italiana è ancora in  recessione e nella media di quest’anno il Pil diminuirebbe di poco meno  di due punti percentuali. Colpa dell’aumento del costo e del deterioramento della  disponibilità di credito indotti dalla crisi del debito sovrano”. E per  questo “l’Italia deve proseguire nell’azione intrapresa sul duplice  fronte della finanza pubblica e delle riforme strutturali”. 

Il presidente del Consiglio è quindi tornato a parlare della “fase drammatica” che  sta attraversando il Paese sottolineando che “la drammaticità non  dovrebbe uscire troppo rapidamente dalla nostra memoria”. E in questo  senso ha voluto rimarcare il suo pensiero: “Esercizi profondi di  concertazione in passato” con le parti sociali “hanno generato i mali  contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti  non trovano facilmente lavoro”.

Parole che hanno scatenato la reazione immediata  del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Credo che non sappia di cosa sta parlando. Vorrei ricordargli che l’ultima concertazione nel nostro Paese è quella del 1993. Un accordo che salvò il Paese dalla bancarotta, con una riforma delle pensioni equa, al contrario di quella fatta dal suo Governo”.

Ma non solo.  “Le lezioni di democrazia sono sempre utili – ha ricordato la Camusso -. Le rappresentanze sociali sono elette e misurate sulla base del consenso. Prendere lezioni di democrazia da chi è cooptato e non si è misurato col voto è un pò imbarazzante per il futuro democratico del Paese. Farlo nella platea delle banche e degli interessi bancari nella crisi meriterebbe una riflessione”.