Camporese: “I nostri costi sono pagati dagli iscritti non dallo Stato”

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così replica il presidente dell’Adepp e dell’Inpgi all’articolo pubblicato da Italia Oggi nel quale si affermava che… le Casse costano 33,5 milioni di euro occupandosi di 1,3 milioni di professionisti. A confronto l’Inps ha speso meno di un decimo occupandosi di 20 milioni di soggetti.Cifre che fanno capire bene il perchè il Ministro del lavoro Elsa Fornero continua ad insistere sulla necessità di studiare percorsi per unificare le casse…  “Autonomia significa democrazia, si può discutere se sia un costo adeguato, non che debba esistere”.  – replica Camporese – “Paragonare il volume delle spese degli organi sociali di 20 Enti previdenziali privatizzati ad uno, l’Inps,  risulta fuorviante e improponibile. L’Inps lavora in base a precise norme di legge che deve solo applicare, noi ci riferiamo agli iscritti, che sono i nostri elettori, in base a leggi di privatizzazione che affidano proprio alla Cassa l’autonomia decisionale in termini amministrativi e previdenziali. Tutti i nostri costi sono pagati dagli iscritti e non dallo Stato, come avviene all’Inps, compresi quelli delle decine di designati dai ministeri vigilanti che siedono nei Cda e nei collegi dei sindaci. Il Ministro Fornero ha più volte, anche recentemente, segnalato la necessità di porre attenzione ai costi di gestione, questo non significa cancellare norme e democrazia. Sul fatto che i costi sostenuti siano adeguati ai servizi resi non temiamo approfondimenti e verifiche, quelle stesse verifiche che i ministeri vigilanti hanno esercitato sulle nostre delibere nell’arco degli anni. Si può sempre migliorare, modernizzare, non si può strumentalizzare. Il tema dell’accorpamento appare periodicamente come un fiume carsico che viene in superficie. Le diverse categorie per decenni, anche quando gli Enti erano pubblici, hanno costruito modelli previdenziali aderenti a storie e caratteristiche diverse. Per questo il legislatore ad un certo punto ha deciso che era opportuno privatizzare. E poi, siamo proprio sicuri che i costi amministrativi del pubblico siano così virtuosi? In sostanza noi non ci stiamo ad essere periodicamente il capro espiatorio estrapolandoci da un sistema Paese che presenta ben altre inefficienze. Quello che posso augurare all’Inps è di avere una sostenibilità economica sul lungo periodo anche lontanamente paragonabile a quella che presentiamo noi oggi”.

E il Presidente dell’Adepp spiega come: “Le economie di scala esistono e vanno valutate. Il perimetro delle Casse tecniche lo sta facendo, per esempio in termini informatici e non solo, in assemblea Adepp se ne è discusso e questa esperienza andrà messa a fattor comune.  Anche il tema dell’assistenza, sempre separato dalla previdenza, rappresenta una grande sfida del futuro sulla quale dovremo mettere in campo politiche attive. Nessuno dei presidenti si è mai sottratto ad una discussione sull’innovazione efficiente che riduca le spese, altro paio di maniche è pensare che tutto questo sia dirimente rispetto alla sostenibilità dei sistemi pensionistici. La sostenibilità non si fa comprimendo a prescindere costi che rappresentano lo zero virgola delle masse gestite, si fa con responsabilità e democrazia. Ogni anno lo Stato ripiana i conti dell’Inps in termini di ammortizzatori sociali per svariate decine di miliardi di euro. Milioni di professionisti l’ammortizzazione sociale non l’hanno mai avuta, quello che hanno è stato costruito senza chiedere nulla alla collettività. Mi pare che tutto questo meriti rispetto. Abbiamo sempre promosso il dialogo con Governo e Parlamento, su questa strada continueremo. Certo imporci norme scritte per la pubblica amministrazione, come quelle della spending rewiew, non significa spingere sul versante dell’efficienza, ma semplicemente introdurre elementi di difficoltà gestionale in un ambito totalmente imparagonabile per masse e costi”.

Ed infine sui presunti rapporti tesi con il Ministro Fornero Camporese sottolinea: “Durante l’incontro avvenuto lo scorso luglio il ruolo dell’Adepp è stato totalmente riconosciuto dal Ministro. Ho avuto modo di illustrare ampiamente i temi di sistema a nome dei Presidenti e di interloquire con la massima trasparenza con il Ministro. Quindi non esiste un problema di riconoscimento di ruolo istituzionale, come non è esistito con i precedenti Ministri. Non c’è nessuna tregua armata, ma la necessità, richiamata dallo stesso Ministro, di dialogare e trovare le politiche di contrasto alla grave crisi che attraversa anche i professionisti italiani. Le aperture della professoressa Fornero sui temi dell’acceso alle professioni, e sulla puntuale verifica della sostenibilità dei sistemi, che si concretizzeranno in tavoli di confronto specifici, depongono a favore di un nuovo percorso di responsabilità condivisa”.