Ministro Giovannini: “Serve un’ottica di equilibrio tra il ruolo pubblico delle Casse e quello privatistico”

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La prima uscita pubblica del neo Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha rincuorato il cuore degli Enti di previdenza privatizzati che hanno portato a casa un importante riconoscimento: “la loro autonomia gestionale, organizzativa ed amministrativa non è in discussione”. Cosa ovvia, sancita da leggi dello Stato, ma che, soprattutto negli ultimi anni, è stata più volte lesa.  Giovedì, durante il “Forum in previdenza 2013” organizzato dalla Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei dottori commercialisti, l’autonomia delle Casse, la loro funzione pubblica legata esclusivamente all’erogazione delle pensioni nonché l’uso distorto del loro inserimento nell’elenco Istat è stato ben messo in evidenza dai rappresentanti “istituzionali” intervenuti. Ministro, nonché ex presidente dell’Istat, in testa che ha voluto anche sottolineare come, dopo la sostenibilità “brillantemente raggiunta” oggi si ponga il problema dell’adeguatezza che va di pari passo all’equità.

Di adeguatezza, d’altronde, aveva più volte parlato il presidente dell’Adepp, Andrea Camporese, che, dopo aver sottolineato come dalle dichiarazioni dell’ex presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, “Si aspetti, visto la carica che ricopre oggi, la soluzione ad una serie di problemi , primo fra tutti, appunto, l’uso distorto del famoso elenco Istat, ha ribadito: “Dopo il grande sforzo di crescita della sostenibilità oggi l’adeguatezza deve essere al centro dei nostri pensieri. I conti sono un valore ma devono corrispondere a chance per l’accesso nel mondo del lavoro. La Previdenza è incastonata nel cuore del Paese. Occuparci del destino dei giovani professionisti è un dovere. Dobbiamo però intervenire su un tema che è fondamentale perché è strettamente legato al rilancio del lavoro oltre che mettere fine ad un’ingiustizia inaccettabile ossia la doppia tassazione del sistema previdenziale delle professioni, caso unico in Europa. Un professionista francese o tedesco, a differenza di quello italiano, è tassato zero». «È un errore – spiega Camporese – perché queste risorse potrebbero essere investite in un fondo intercategoriale, a tutela delle future pensioni, e in un welfare allargato ed integrato delle professioni. Una strategia che andrebbe a generare un rientro per lo Stato nel medio-lungo periodo.”.

In accordo, anche se con qualche distinguo, i neo eletti presidenti della Commissione lavoro della Camera e del Senato, Cesare Damiano e Maurizio Sacconi. Mentre il senatore Sacconi sottolinea come “Puntare all’adeguatezza del sistema  non è possibile solo attraverso idonei versamenti, ma è necessario anche evitare l’erosione di quanto accantonato o l’elusione; penso che l’abolizione della doppia tassazione sia perseguibile”, il collega Damiano aggiunge: “La questione della “doppia tassazione” cui è soggetta la previdenza privata  è un tema su cui bisogna intervenire ma non si può promettere la luna o cose che non si possono fare. Anche perché ci sono priorità stringenti come quello di rifinanziare la Cassa integrazione in deroga o proteggere gli esodati. Non potremmo mai arrivare ad equipararci al sistema francese o tedesco.  E’ importante  unire le forze e avviare delle riforme, un testo già esiste dalla scorsa legislatura ed è stato elaborato in maniera bipartisan, si può partire da quello».

Un tavolo, quindi, comune dove discutere, ma, come sottolinea Camporese ” si tenga conto dei bisogni di una categoria che è ben lontana dall’essere una casta. Oggi un giovane professionista guadagna in media 500 euro. I professionisti soffrono come soffre il resto del Paese. Capisco che la Cig e gli esodati siano una priorità, ma credo che anche i nostri iscritti, ossia oltre  due milioni di cittadini lo siano. Bisogna invertire la rotta, subito. Lo stiamo facendo in Europa, dove il prossimo 15 maggio parteciperemo al tavolo tecnico sull’Action Plan, un piano di azione che punta a considerare il libero professionista come un valore per il sistema Paese e quindi degno di sostegno e di aiuti. Da tempo sostengo che un lavoratore, oggi, debba essere assistito nell’arco dell’intera vita lavorativa se vogliamo porci il problema dell’adeguatezza delle future pensioni. Sono contento che il Ministro Giovannini tra i 3 punti evidenziati nel suo discorso abbia citato e collegato equità ed adeguatezza. Un concetto ma anche un’idea di Paese che sosteniamo da tempo, lo abbiamo dimostrato assumendoci la responsabilità di  mettere in atto le misure per garantire sostenibilità finanziaria a 50 anni e quindi  l’equità tra le generazioni. Una visione che fino a ieri ci ha fatto sentire soli, oggi ci fa sperare in un domani diverso. Abbiamo sempre chiesto tavoli di confronto improntati sul rispetto e sull’autonomia, siamo pronti a partecipare a quello auspicato dai presidenti Damiano e Sacconi. Aspettiamo la data  e l’ora”.