Lavoro e previdenza al centro del dibattito in Europa. Camporese: “L’Italia risponda”

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“O noi governiamo il cambiamento o saremo travolti” – apre così il presidente dell’Inpgi,  Andrea  Camporese, uno dei sei incontri itineranti che l’Istituto sta facendo in tutt’Italia. I temi affrontati vanno dall’adeguatezza delle prestazioni al futuro delle prestazioni stesse, dal lavoro anzi dalla mancanza di lavoro che sta includendo da tempo anche la professione giornalistica, dall’Europa alle Regioni per accedere a quei fondi che potrebbero dare un respiro di sollievo ad una categoria travolta dalla crisi dell’editoria.

“L’adeguatezza delle future prestazioni è un problema che attraversa l’intera Europa tranne la Germania che è riuscita a sostenere i salari e convincere i giovani ad iscriversi alla previdenza di secondo pilastro, a diffondere una nuova cultura su un tema che da noi è ancora dei pochi. L’Europa è  disposta a finanziare l’eccellenza, la capacità di essere nel mercato,  100 milioni di euro che arriveranno in Italia e che verranno smistati alle Regioni. Saremo capace di intercettarli? “

E se da una parte si pone il problema di riuscire ad entrare e quindi usufruire dei fondi europei, dall’altra la professione si deve interrogare sui cambiamenti  che hanno e stanno subentrando nel giornalismo. Nonostante il settore dell’editoria sia in forte crisi, intercettare nuovi mercati, nuove possibilità, grazie anche alla rete, di lavoro è possibile. Impensabile recuperare tutti quei mille posti di lavoro che si sono persi solo 2013, ma rimettersi in gioco, aderire ai nuovi spazi che la stessa Unione europea aprirà grazie al libero “mercato delle idee” e alla tessera professionale, ripensare la propria professione in un’ottica non più di lavoro dipendente ma di autoimprenditorialità, può essere una soluzione. Almeno uno spiraglio.

D’altronde come ha sottolineato nel suo intervento a Milano, la direttrice generale dell’Inpgi, Mimma Iorio, “Crisi in cinese, ha due accezioni: la prima significa pericolo, la seconda opportunità. A noi decidere quale delle due fare nostra. Se prendiamo la prima non possiamo non gettare uno sguardo preoccupato sul calo dei redditi dei nuovi iscritti. Le retribuzioni medie nella gestione principale dagli oltre 24mila euro annui del 2009 sono scesi nel 2012 a 18.656 euro.  Un calo ancora più netto si registra tra i liberi professionisti iscritti nella gestione separata; dai 13mila euro del 2009, non arrivano ai 9mila del 2012”.

E sempre per dare i numeri, a fronte di un 3% in più di nuovi iscritti, le uscite per le prestazioni hanno registrato un segno più preoccupante ossia +23% negli ultimi 4 anni.