La crescita è donna

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Le Regioni scendono in campo e mettono al centro dei finanziamenti l’imprenditorialità femminile. E i dati AdePP sottolineano il gender pay gap. Le donne ancora guadagnano molto meno dei colleghi maschi

Promuovere l’occupazione attraverso il buon utilizzo di incentivi per il lavoro autonomo e l’imprenditorialità al femminile. L’Amministrazione regionale calabra non ha dubbi e stanzia 8milioni di euro per l’attuazione di interventi mirati alle nuove imprese. Il finanziamento a fondo perduto servirà per coprire le start up, la costituzione quindi di nuove società nonché la redazione dei piani di fattibilità. Il tutto senza tralasciar i costi per gli allacciamenti ed impianti, macchinari ed attrezzature, licenze, brevetti, software e via via…l’elenco è lungo.

Sempre a fondo perduto sono i finanziamenti del Trentino per promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, con particolare attenzione alla creazione d’impresa, a modelli imprenditoriali innovativi, nonché alla qualificazione professionale delle donne imprenditrici, per favorire una partecipazione sempre più attiva delle donne al mercato del lavoro. Possono accedere alle agevolazioni le libere professioniste/lavoratrici autonome e studi associati a maggioranza femminile in possesso di partita IVA, le imprenditrici, nel caso di piccole imprese con partecipazione a maggioranza femminile, che operano nei settori del turismo, dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dei servizi, ed infine le società di capitali e società cooperative dove però almeno i 2/3 del capitale deve essere detenuto da donne e almeno i 2/3 degli organi di amministrazione devono essere composto da donne

Esempi di buone pratiche che devono poter incidere e risolvere il problema rilevato dal centro studi AdePP che è sicuramente strutturale. I dati sui redditi infatti finora raccolti non sono confortanti. Ad esempio sul fronte giornalistico, nella gestione separata, si registra un gender pay gap che sfiora il 21%, aumenta tra i consulenti del lavoro (32,5%) e tra i notai (35%).