L’Avvocatura guarda all’Europa. Luciano: “Dobbiamo fare sinergia tra Casse”

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Al ritorno da Rimini il Presidente di Cassa forense, Nunzio Luciano, si dice soddisfatto anche perché la tre giorni ha registrato la partecipazione non solo di uomini politici e della finanza ma di oltre mille iscritti. Facciamo con lui un bilancio partendo da un dato che ci ha lasciato perplessi e che esce dalle pagine della ricerca targata Censis: 40% di redditi in meno ma l’occupazione tiene.

Copertura mediatica pressoché totale, dichiarazioni di rappresentanti del Governo  che aprono spiragli nelle diatribe in atto tra Casse e “Politica”, oltre mille iscritti…un bilancio positivo

“Direi un ottimo bilancio. Ci abbiamo lavorato molto e devo dire che i risultati del lavoro si sono visti. Un colloquio a tutto campo dapprima con l’avvocatura poi con il mondo economico/finanziario ed infine con la politica e quindi anche con il Governo. Mi sembra che si siano aperte delle strade, ci sia un maggiore considerazione, una presa d’atto di quanto sia importante il mondo delle Casse per l’economia del Paese anche per il ruolo di supporto che noi ricopriamo nei confronti degli iscritti visto che sosteniamo costi per la loro assistenza sollevando così lo Stato da una serie di compiti a cui sarebbe tenuto. Questo però è solo un punto di partenza. Se qualcuno ha pensato che questo fosse il punto di arrivo perché abbiamo normato la nostra Istituzione con un nuovo regolamento, una nuova disciplina per quanto riguarda l’assistenza che ha una serie di varchi anche per dare vita ad un welfare attivo, si sbaglia. Noi partiamo da questo regolamento che dovremo arricchire con una serie di misure e con una visione diversa non più legata solo all’Italia ma anche all’Europa, perché è all’Europa che dobbiamo guardare per riuscire a cogliere tutta una serie di opportunità che altrimenti non riusciremo a fare . Abbiamo centrato alcuni obiettivi sui quali dobbiamo lavorare per coinvolgere anche le altre Casse, io penso anche all’AdEPP. Progetti che adesso sono di Cassa Forense che presto potrebbero diventare i progetti di tutta l’AdePP , dando atto al presidente Camporese di essere una persona lungimirante in quanto per primo ha guardato all’Europa”.

Dagli articoli pubblicati  esce un’idea di Cassa Forense che non è più di erogatore di previdenza ma di un Ente con un ruolo sociale e politico

“Infatti ho sempre pensato che da queste giornate di conferenza dovesse uscire proprio un progetto di coesione sociale, un piccolo modello che il nostro Ente vuole dare anche al Paese per avvicinare sempre di più i propri iscritti alla Cassa. Il rapporto Censis che avremo a novembre, ne abbiamo presentato un’anteprima, ci consentirà di capire dove l’avvocatura vuole che andiamo. Noi sulla base di queste indicazioni metteremo in campo una serie di iniziative che ci consentiranno di avvicinare i nostri iscritti ad una istituzione importante come è quella di Cassa Forense. Come abbiamo visto da alcuni dati che Censis ci ha fornito il problema è la rappresentanza . L’avvocatura in generale si sente poco rappresentata dalle istituzioni ma non da Cassa Forense. Perché questo? Proprio perché a mio avviso abbiamo girato il territorio, abbiamo ritenuto di dare una serie di indicazioni ma non basta. Sono convinto che se riusciremo ad arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissati , miglioreremo molto anche quel dato seppur già positivo”.

C’è un dato che emerge dalla ricerca Censis: calo dei redditi del 40% ma l’occupazione tiene. Ci spiega questo dato

“Lo abbiamo commentato anche noi  dato durante la conferenza. Certo non è facile spiegarlo però molto probabilmente l’avvocato tende a non avere una logica imprenditoriale per cui anche in un momento di crisi come è questo tende a privilegiare il lavoro dell’ingegno dei suoi collaboratori, dei suoi assistenti, pur soffrendo, parlo degli studi che hanno più figure professionali naturalmente. E questo è un dato importante perché dice che si crede molto nella professione, si ha coscienza della crisi che c’è però non si licenzia, non ci si priva dei lavoratori, si riducono i guadagni e alla fine la struttura sociale tiene. Una cosa che voglio sottolineare è un dato che a me è molto piaciuto e che ho riportato a tanti colleghi, parlando a centinaia e centinaia di persone che sono venute alla conferenza, ossia la numerosa adesione alla conferenza che non era gratuita, che era a bassi costi, e che ha visto oltre mille iscritti partecipare nonostante il particolare momento che viviamo e vivono i colleghi. Inoltre, ho notato che, andando via, molti hanno ringraziato per quello che avevamo fatto, per come si era sviluppata la conferenza, per il nuovo sistema di comunicazione che noi avevamo adottato rispetto a congressi, conferenze fatte in precedenza dal mondo dell’avvocatura ed ho notato entusiasmo. Noi dobbiamo avere la capacità sempre di più di fare le cose con passione perché se le facciamo con passione poi riusciamo inevitabilmente a trasmetterla e questa iniezione di fiducia credo sia assolutamente necessaria per superare questo momento di grande difficoltà”

Il Governo ha annunciato un nuovo regime dei minimi. Che ne pensa?

“Tutto quello che viene dal Governo in favore dei liberi professionisti secondo me va accolto molto favorevolmente così come penso che questa misura possa essere di grande utilità per i giovani. Però è chiaro che le singole misure vanno inserite poi in un contesto più ampio quindi c’è la necessità di prevedere a mio avviso non una singola misura ma un pacchetto di misure che possa essere effettivamente di grande ausilio alle libere professioni. Io penso che come AdEPP  dobbiamo renderci conto che possiamo rappresentare le istanze dei liberi professionisti più di tutti gli altri, degli ordini e degli altri soggetti che operano nelle associazioni all’interno delle libere professioni. Noi, come AdEPP,  possiamo essere gli unici e veri interlocutori a livello centrale con chi amministra e con chi fa le leggi. Voglio ricordare che il confronto con la politica è stato molto importante nell’ultimo giorno, sono convinto che, dopo aver dialogato e rappresentato le istanze degli iscritti e del Sistema,  oggi quando alzo il telefono ho dall’altra parte degli interlocutori che per la prima volta sono coscienti e consapevoli di quello che le Casse fanno per l’economia del Paese e soprattutto per i propri iscritti”.

Lei è nel direttivo AdEPP, come la vede l’ AdEPP di domani

“Io penso che l’AdEPP costruita da Andrea Camporese vada nella direzione giusta,  è anche chiaro però che l’AdEPP deve cambiare. Nell’associazione ci sono tante Casse, ognuna di queste Casse ha una sua autonomia, è necessario ora che si faccia  sinergia anche perché se non saremo in grado di fare sinergia e dare risposte non perché abbiamo timore che qualcuno ce lo imponga ma per dare dimostrazione di efficienza di questo Sistema. Il progetto che stiamo disegnando va in questa direzione, però il progetto deve avere, su questo sarò molto deciso e preciso, dei tempi brevi e ben individuati per la realizzazione di quelli che sono i principi generali e allora noi riusciremo ad aiutare molto il mondo delle libere professioni”.