Cassa Forense. Domani è già Europa

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Fare un’intervista a Nunzio Luciano, Presidente della Cassa degli avvocati e Vice presidente vicario dell’AdEPP, è interessante, stimolante, divertente e soprattutto veloce. Il ritmo delle sue risposte è serrato e, a differenza di quanto si possa pensare trovandosi di fronte ad un avvocato, sintetico. Non è la prima volta ma, forse grazie anche al suo nuovo ruolo nell’AdEPP, il Presidente si presta, partendo dai temi legati alla sua professione,  a spaziare su argomenti e temi di “attualità”. Il colloquio non segue una traccia, non ci sono domande scritte. Presentandogli articoli pubblicati la mattina stessa o il giorno prima, lui commenta senza battere ciglio o pensarci troppo su.

Proposta di legge: un equo compenso per gli avvocati.

“Penso che sia una buona idea. E’ un modo anche per far si che la prestazione dell’avvocato soprattutto quando è rivolta nei confronti dei grandi gruppi assicurativi e bancari possa essere retribuita per l’effettivo valore della stessa perché molto spesso, e lo è ancora adesso, viene trattata, pagata, corrisposta a delle cifre irrisorie questo a scapito dell’avvocato e a scapito della prestazione e del servizio. L’idea non è di tornare alle tariffe minime ma di inserire l’istituto dell’equo compenso in favore degli avvocati, appunto, anche perché se dobbiamo premiare il merito questo non può non essere considerato e tutelato,  quanto meno alla stessa stregua  di altre prestazioni, evitando  il rischio di abbassare la qualità della avvocatura mentre dobbiamo alzarla”.

 

Secolo xix. “Cause collettive per limitare le spese legali”

“Io sono sempre favorevole quando si tratta di limitare le spese. Certo in qualità di presidente dell’Ente che ha la sua fonte dalla corresponsione da parte del cliente dei compensi all’avvocato è chiaro che una qualche perplessità non posso non averla. Detto questo è chiaro che dobbiamo stare a mio avviso molto attenti anche perché spesso quelle cause che possono sembrare collettive in realtà collettive non lo sono. Inoltre alcune di queste cause possono sembrare in apparenza semplici ma non lo sono. La ripetitività della prestazione spesso si confronta con  norme processuali complicate e se l’avvocato non è preparato, non ha competenza specifica nel settore che deve affrontate il risultato è negativo per il cliente. L’America che è stata la madre della class action si sta interrogando su questo tema, c’è stato un passo indietro e una norma approvata negli anni passati per limitare o comunque “controllarne” l’efficacia. Sta a noi trovare il giusto equilibrio tra la tutela del cittadino, di chi eroga il servizio, l’avvocato in questo caso, e il corretto costo della prestazione”.

 

Il Sole 24 ore. Sentenza del Consiglio di Stato. Per i Fondi europei lo studio deve avere una struttura d’impresa.

“Avendo la nuova normativa esteso i fondi anche ai liberi professionisti  italiani io ritengo  che bisogna tener conto della realtà che c’è in Italia,  che  è fatta di Piccole e medie imprese e di piccoli e medi studi legali che devono essere anche loro a mio avviso finanziati, che devono  pensare a trovare delle forme di associazione per garantire anche una  migliore prestazione ma non possono avere  chiaramente la struttura tipica di una impresa. Noi parliamo di due tipi di lavoro. Uno che è volto appunto a produrre attività soprattutto intellettuale e l’altro invece a dare beni e servizi.  Si estende quindi alla libera professione la possibilità di poter accedere ai fondi europei tenendo però conto della realtà delle singole nazioni, corretto favorire le aggregazioni ma non si può parlare di struttura di impresa che è qualcosa completamente diversa da uno studio ad esempio legale”.

 

Il Sole 24 ore. Relazione Covip Nelle Casse investimenti ancora sbilanciati sul mattone

“Io sono un privilegiato perchè la mia Cassa ha investito poco sul mattone. Stiamo investendo tra l’altro anche in ambito internazionale, di valore internazionale aggiungo, dovendo necessariamente diversificare il rischio, essendo molto investiti in Italia. Nella tabella riportata nello stesso articolo si evidenzia anche che l’investimento del Sistema Casse in titoli di Stato rappresentano  il 21,2% delle attività totali, la prima in assoluto. Devo però rilevare, quale Vice presidente vicario dell’Adepp, che sicuramente ci possono essere Casse che hanno il patrimonio molto investito nel mattone, alle quali però certamente non gli si può dire da un giorno all’altro di svalutare il patrimonio perché ci sono delle norme che lo impongono. Sicuramente si dovrà farlo, lo dice la normativa, ma bisognerà consentire un lasso di tempo necessario per poter disinvestire al miglior prezzo possibile. In questo momento non mi sembra che sia il caso, si dovrà comunque farlo ma pian piano”.

 

Sempre relazione Covip. Investimenti nell’economia reale del Paese.

“Noi siamo come Casse, come AdEPP, assolutamente sul pezzo. Io come Cassa Forense posso dire di aver fatto importantissimi investimenti nel Sistema Paese,  è notorio a tutti, stiamo vedendo di farne altri, anche aggiungo come Adepp. C’è una grande attenzione da parte di Adepp a studiare anche insieme ai Ministeri la struttura o a trovare la struttura più adatta che ci consenta di fare investimenti. Noi ci stiamo e ci siamo. Certamente, proprio perché si tratta di investire i soldi dei nostri iscritti, di risparmi previdenziali, non possiamo essere trattati come normali investitori speculativi”.

 

Buone pratiche. Legalità, trasparenza, etica, ante e post rischio degli investimenti….le Casse Adepp non sono al punto zero. Dopo i codici approvati dall’Adepp è pensabile un passo successivo, un protocollo d’intesa con i Ministeri?

“Io penso che sia una cosa utile, sicuramente utile. Quello che mi preoccupa è l’uso strumentale che a volte si è fatto di queste informazioni, di tipo privato perché riguardano la sfera del singolo amministratore. Ritengo che per quanto riguarda la possibilità che tutta l’Adepp adotti questi tipi di protocolli  nessuno sarà contrario mi auguro solo che le procedure siano semplici, non complesse, e che non  aggravino il lavoro dei nostri uffici.  Ormai tutti gli  Enti si sono adeguati ad un controllo necessariamente più rigido interno dei propri investimenti quindi c’è una consapevolezza e una attenzione maggiore, cautela, molto spesso la stampa cita solo qualche investimento sbagliato rispetto ai centinaia o migliaia di investimenti che sono molto redditivi e “sicuri”. Io dico sempre che bisogna andare a verificare le situazioni  anomale però dobbiamo anche abbandonare la mentalità italica di vedere solo le cose negative e non quelle positive.  Una attenzione minima io la dedicherei anche a queste buone pratiche”.

 

Nel frattempo i media hanno pubblicato un elenco di banche europee “a rischio”, con titoli tossici, una lista che possiamo definire “nessuno escluso” con grandi nomi e sistemi bancari. Come muoversi all’interno di un Sistema che è stato malato e che continua a pagarne le conseguenze?

“Certo. Una domanda difficile e una risposta difficile. Quando alcuni colossi sono dentro la black list per un Amministratore di un Ente c’è la consapevolezza di quanto sia difficile oggi come ieri gestire il risparmio accumulato grazie ai contributi dei propri iscritti. Ritengo che bisogna muoversi sempre con maggiore cautela ma io sono  convinto che anche attraverso un sistema  di controllo migliore, più semplice,  anche il sistema bancario possa trovare dei rimedi nell’interesse soprattutto del sistema Europa, degli investitori  e dei singoli Paesi. A noi preoccupa questo, però le soluzioni dovrà trovarle il  legislatore a mio avviso”.

 

Jobs act del lavoro autonomo.

“Io mi auguro che effettivamente si tenga conto dei liberi professionisti. Il lavoro che fino adesso era stato improntato non aveva tenuto conto di un mondo, il mondo che l’Adepp rappresenta ossia il mondo delle professioni ordinistiche. Ci siamo anche noi, rappresentiamo una parte importante del Paese, lo stiamo dimostrando anche negli investimenti che stiamo facendo nell’economia reale del Paese, io ritengo che il provvedimento  definitivo debba contenere le nostre considerazioni  e debba tener conto dei 2milioni di professionisti e delle loro famiglie che influiscono nell’economia del Paese.  Stiamo preparando come Adepp alcuni “suggerimenti” per la stesura finale del provvedimento, ci considerano a volte molto vicini alle imprese, alle imprese danno grandi benefici in termini di fiscali non  vedo perché anche noi non possiamo godere degli stessi trattamenti. Ne dico una su tutte. Non è possibile che noi svolgiamo un servizio di grande solidarietà, sostituiamo lo Stato quando eroghiamo contributi di tipo assistenziale ai nostri iscritti,  e nonostante questi abbiano una destinazione assolutamente solidaristica e di assistenza siano tassati.  Quando si dà dieci mila euro ad un collega malato di tumore è assurdo che ne dobbiamo trattenere 3mila per il sostituto di imposta. 3mila euro che togliamo al nostro iscritto perché il contributo è  soggetto a tassazione. E’ una questione di giustizia e di ragionevolezza”.

 

Perché uno dovrebbe partecipare al vostro convengo sull’Europa del 19 febbraio?

“Perché noi stiamo passando da un tipo di welfare passivo, che abbiamo rafforzato,  ad un tipo di welfare attivo,  che significa aiutare gli iscritti ora e non quando usufruiranno della prestazione previdenziale. L’Europa è una prima  risposta nel ricercare i fondi di finanziamento che possono aiutare gli iscritti, dobbiamo aiutarli  a intercettare quelle risorse che vengono dall’Europa , che gli altri Stati membri utilizzano e che noi utilizziamo pochissimo . Fare  formazione per aumentare il livello qualitativo dell’avvocatura, per utilizzare quei beni strumentali che potrebbero essere utili ai giovani per poter iniziare a svolgere con maggiore tranquillità e da subito l’attività autonoma anche in forma associata, per trovare forme di sostegno alla professione nell’arco dell’intera vita lavorativa, per  individuare i nuovi canali di accesso al credito sono solo alcuni degli aspetti che stiamo affrontando. Anche questo significa incentivare l’autonomia. Di questo e di molto altro parleremo durante il convegno che sarà un incontro di informazione ma soprattutto di formazione”.

Un’occasione per parlare di Europa con un parterre di tutto rispetto. Dal Vice presidente del Parlamento Europeo, che voci danno Presidente dal prossimo giugno, Antonio Tajani ai Presidenti ed assessori delle Regioni il tutto coordinato dal giornalista Rai Francesco Giorgino

In allegato il programma provvisorio dei lavori